Negli ultimi tempi, Windows 11 si è trasformato in un laboratorio di funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa, spesso più orientate alla soddisfazione degli investitori che a quella degli utenti. Secondo Dave Plummer, ex ingegnere Microsoft e autorevole voce nella storia di Windows (fu l’inventore, tra le altre cose del Task Manager e del sistema di gestione degli archivi compressi Zip in Windows), è arrivato il momento di mettere in pausa le nuove feature e concentrarsi su ciò che conta davvero: stabilità, performance e affidabilità.
Plummer si era già fatto sentire nelle scorse settimane invocando l’introduzione in Windows 11 di una Modalità Professionale, per togliersi di dosso – una volta per tutte – quei fardelli che limitano l’esperienza d’uso di sviluppatori, tecnici, professionisti e utenti esperti.
L’esperienza di Windows XP Service Pack 2 come lezione
Plummer, che lavorò su Windows XP durante un periodo cruciale oltre vent’anni fa, ricorda bene la crisi generata dal worm Blaster nel 2003: si trattò di un malware che si diffuse rapidamente in tutto il mondo, sfruttando macchine Windows non aggiornate, collegate direttamente alla rete Internet.
La risposta di Microsoft fu radicale: tutti i progetti di nuove funzionalità furono sospesi, concentrandosi esclusivamente sulla correzione dei bug e sul rafforzamento della sicurezza.
“Per diversi mesi, tutto ciò che facevamo era migliorare la sicurezza. Non aggiungevamo nuove funzionalità di sicurezza: risolvevamo bug. Finché non c’erano più bug di sicurezza da correggere. E poi ci siamo occupati anche di quelli che non conoscevamo ancora”, racconta Plummer. Quell’approccio rigoroso portò a una versione di Windows XP più stabile, performante e apprezzata dagli utenti (il Service Pack 2, SP2, appunto), dimostrando come dare priorità alla qualità sia la strada verso il successo.
Parlando di sicurezza, va detto che l’approccio multilivello è sempre vincente (colleghereste mai un PC Windows 10 o Windows 11 alla rete Internet in modo diretto?) ma il sistema operativo deve certamente fare la sua parte e ha un ruolo determinante nella protezione dei dati degli utenti.
Windows 11 e l’eccesso di AI
Oggi, due decenni dopo, Microsoft sembra calcare un percorso opposto rispetto alla direzione impressa a suo tempo con Windows XP SP2.
Windows 11 sta diventando un sistema sempre più ricco di funzionalità AI integrate, ma i feedback degli utenti sulle performance e sull’affidabilità sembrano percepiti come secondari. Il manager AI Mustafa Suleyman si è detto “stupefatto” del fatto che alcuni utenti non siano impressionati dalle nuove capacità basate sull’intelligenza artificiale, mentre il capo di Windows Pavan Davuluri ha elogiato l’integrazione dell’AI, ricevendo un’ondata di commenti negativi, per poi essere costretto a fornire una risposta che non ha soddisfatto i più.
Plummer critica apertamente questa strategia: aggiungere funzionalità che impressionano i manager o i mercati non è sufficiente se il sistema soffre di lentezza, instabilità o problemi di configurazione.
La ricetta di Plummer per Windows 11: un ciclo di rilascio dedicato alla qualità
La soluzione proposta dall’ex ingegnere è semplice e diretta: dedicare un intero ciclo di rilascio di Windows 11 esclusivamente alla stabilità e alle performance, senza introdurre nuove funzionalità. “Solo per una release. Fino a quando Windows non smetterà di deludere gli utenti”, afferma.
Il concetto è chiaro: prima di aggiungere nuove feature, il sistema operativo deve essere solido, veloce e utilizzabile, soprattutto dagli utenti avanzati che richiedono controllo e configurabilità.
Secondo Plummer, piuttosto che costruire valore attraverso innovazioni che gli utenti non percepiscono come tali, è necessario recuperare la qualità dei fondamentali, come accadde con Windows XP SP2. Performance, gestione delle risorse, configurabilità e stabilità devono tornare al centro dell’attenzione. E aggiungiamo noi, tutte le funzionalità opzionali (come quelle legate all’AI) dovrebbero rimanere tali, lasciando all’utente la libertà di scegliere se abilitarle o meno.
Implicazioni pratiche per Microsoft
Se Microsoft decidesse di seguire la strada proposta da Plummer, il rilascio successivo di Windows potrebbe concentrarsi su:
- Ottimizzazione delle prestazioni: ridurre il consumo di risorse da parte del sistema e dei servizi AI non indispensabili.
- Stabilità delle applicazioni e compatibilità legacy: garantire che le vecchie applicazioni continuino a funzionare senza crash.
- Configurabilità e controllo per l’utente avanzato: migliorare strumenti come Task Manager, impostazioni e opzioni di sistema, gestione delle risorse hardware.
- Pulizia e consolidamento del codice: eliminare funzionalità obsolete o ridondanti che appesantiscono il sistema.
Anche se apparentemente conservativa, una strategia simile potrebbe avere un impatto significativo sull’esperienza utente, migliorando la percezione generale di Windows 11 e preparando il terreno per l’introduzione futura di AI senza sacrificare affidabilità e performance.