Dave Plummer, ex ingegnere Microsoft e oggi tech YouTuber, ha pubblicato un video provocatorio dal titolo “Windows Sucks” (Windows fa schifo, in italiano), in cui analizza il sistema operativo su cui ha lavorato per anni, tra ironia e critica costruttiva. Plummer, noto per aver sviluppato il Task Manager, il sistema di compressione e decompressione Zip di Windows (utilizzato ancora oggi nella forma originale), il gioco Pinball per Windows NT, mette in luce le tensioni tra l’accessibilità di massa e le esigenze degli utenti avanzati, evidenziando come Windows sia allo stesso tempo un prodotto universale e un ecosistema complesso anche per i power user.
L’ex Microsoft sottolinea che le cose fatte per proteggere i neofiti, come nascondere strumenti avanzati o guide proposte a ogni passaggio, diventano ostacoli per chi utilizza il sistema in maniera intensiva. La critica non riguarda il kernel o lo stack di I/O — che definisce “maturi e performanti” — ma l’esperienza riservati agli utenti avanzati, fondamentale in ambito professionale e tecnico.
La Modalità Professionale: una proposta architetturale per un nuovo Windows
Proprio con l’obiettivo di conciliare accessibilità e controllo avanzato, Plummer propone l’introduzione in Windows 11 di una “Modalità Professionale”, un vero e proprio accordo operativo tra sistema e utente. Non si tratta di un semplice tema o skin, ma di un mutamento comportamentale della piattaforma, che consenta all’utente di assumere il pieno controllo senza interferenze invasive.
Principi fondamentali della Modalità Professionale
- Riduzione drastica della sovrabbondanza di informazioni e dei suggerimenti.
- Eliminazione totale di app consigliate, pubblicità, promozioni di servizi Microsoft e ricerche Web integrate nella ricerca locale, salvo esplicita richiesta.
- Interfaccia neutra, senza componenti superflui o messaggi invasivi.
- Tutte le impostazioni devono risiedere in una posizione canonica, come l’app Impostazioni, eliminando doppioni e sovrapposizioni con il vecchio Pannello di controllo. (Da parte nostra preferiremmo che alcuni interventi fossero conservati lato Pannello di controllo, perché erano più diretti e veloci da effettuare).
- La ricerca dovrebbe evitare di proporre risultati frammentati o ambigui.
- Windows Terminal dovrebbe diventare la finestra del terminale predefinita. Il package manager Microsoft Winget e strumenti Linux (OpenSSH, Tar, Curl, sudo) disponibili senza ambiguità.
- WSL (Windows Subsystem for Linux) dovrebbe essere protagonista, e non trattato come una funzionalità secondaria.
- Supporto nativo per un maggior numero di archivi compressi, altri formati di file e strumenti avanzati di amministrazione.
I 5 aspetti che Windows 11 deve assolutamente migliorare
I maggiori punti di attrito per i power user riguardano la gestione, da parte di Windows, di temi come privacy, telemetria, account Microsoft e pubblicità invasiva. La proposta tecnica di Plummer si articola su 5 filoni principali:
Trasparenza radicale sulla telemetria
Introduzione di un Privacy Ledger, ovvero un registro sistemico che logga tutte le informazioni inviate fuori dal dispositivo. Ogni voce descrive chi riceve i dati, perché e con quale schema. L’utente può disabilitare categorie globalmente o per applicazione, con effetto immediato.
Windows 11 dovrebbe inoltre mettere a disposizione strumenti per l’analisi dettagliata di ciascun dato condiviso, facilitando anche la disattivazione completa della telemetria. Senza dover usare espedienti, workaround, interventi sul registro di sistema e sull’Utilità di pianificazione.
Scelta non coercitiva dell’account
La possibilità di scegliere tra account locale e Microsoft deve essere chiara, unica, senza coercizioni. Se un utente non volesse utilizzare un account Microsoft e fosse interessato soltanto a un account locale, deve poterlo fare.
D’altra parte, esistono molteplici modi per installare Windows 11 con account locale: molti di essi sono conosciuti in ambito aziendale o comunque da chi si occupa del deployment di un ampio numero di sistemi Windows. Perché privare gli utenti di scegliere liberamente se usare un account Microsoft o un account locale?
Secondo Plummer, inoltre, la scelta di un account locale deve essere rispettata: Windows 11 non dovrebbe ammorbare gli utenti con continue richieste di passare a un account Microsoft e sottolineare ogni volta i vantaggi del cloud.
Eliminazione della pubblicità e dei suggerimenti invasivi
Tutti i suggerimenti, promozioni e pubblicità nel menu Start e nella ricerca di Windows dovrebbero essere definitivamente rimossi una volta attivata la Modalità Professionale.
Solo così, come spiega Plummer, l’esperienza d’uso smette di trasformarsi in un canale di vendita, restituendo il pieno rispetto all’utente.
Aggiornamenti deterministici e integrità del kernel
Anche la gestione un po’ troppo allegra degli aggiornamenti di Windows ha causato non pochi mal di testa tra gli utenti. Plummer spiega che gli aggiornamenti dovrebbero essere effettuati senza interruzioni inattese o riavvii forzati, che le modifiche all’interfaccia o ai driver andrebbero eseguite solo all’interno della finestra di manutenzione, che i cambiamenti applicati dovrebbero essere prima chiaramente descritti agli utenti, con la possibilità di pianificare temporalmente gli interventi.
L’ingegnere software aggiunge inoltre che Microsoft dovrebbe spostare funzionalità non critiche nella user mode per ridurre gli effetti di eventuali crash. Inoltre, dovrebbe migliorare la resistenza di Windows alle anomalie dei driver e creare API robuste per l’interazione tra kernel e strumenti esterni.
In realtà, rispetto a queste ultime osservazioni, Microsoft si è mossa in modo chiaro con Windows 11. La strada battuta, tuttavia, sembra essere orientata a una chiusura ancora più severa del sistema operativo. Si pensi alla comparsa del messaggio Impossibile caricare un driver su questo dispositivo oppure alla decisione di estromettere gli antivirus e antimalware dal kernel di Windows dopo la débâcle CrowdStrike a luglio 2024.
Accesso ai dettagli operativi avanzati
Per Plummer, inoltre, ogni intervento sulla configurazione di Windows dovrebbe mostrare – anche lato interfaccia utente – quali chiavi di registro e quali policy di gruppo sono responsabili. Aggiungiamo che troppo spesso accade che la shell di Windows mostri il messaggio Alcune di queste impostazioni sono gestite dall’organizzazione: dovrebbe essere previsto un meccanismo per stabilire subito da quali configurazioni dipendono le modifiche.
Le associazioni tra file e programmi, inoltre, dovrebbero essere sempre rispettate e modificate solo previo consenso. Ancora, la ricerca locale di Windows dovrebbe essere deterministica, veloce, prevedibile. L’integrazione con i risultati Web, inoltre, dovrebbe essere attivata soltanto su richiesta e non per impostazione predefinita come avviene oggi.
Conclusioni
Plummer conclude che Windows non è intrinsecamente un cattivo sistema: il kernel è maturo, lo stack di archiviazione è di primo livello e l’ecosistema driver è straordinario. Il problema nasce quando il sistema operativo dimentica chi sta servendo, dando la priorità agli strumenti progettati per engagement e monetizzazione, a discapito dell’esperienza degli utenti avanzati.
La Modalità Professionale rappresenterebbe un porto sicuro per professionisti e power user: garantirebbe libertà, trasparenza e controllo, senza sacrificare sicurezza e compatibilità.
Il successo di Windows passerà per la volontà, eventualmente espressa da Microsoft, di fidarsi degli utenti esperti, restituendo loro le chiavi per costruire, testare e innovare. Come sintetizza Plummer: “dai le chiavi agli utenti evoluti, lascia loro accendere il sistema e lascia che i power user facciano quello che sanno fare meglio: far desiderare a tutti gli altri una macchina simile“.