Ecco le alternative a WhatsApp: comparativa con Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

Quello della messaggistica istantanea sui dispositivi mobili è divenuto un "campionato" composto da sempre più concorrenti.

Quello della messaggistica istantanea sui dispositivi mobili è divenuto un “campionato” composto da sempre più concorrenti. Si tratta di un segmento di mercato particolarmente allettante per un sempre maggior numero di società, tutte determinate ad imporre le rispettive applicazioni.
Al centro di così tanto interesse vi sono ovviamente gli utenti e, nello specifico, i dati che possono essere raccolti. L’accordo multimiliardario per l’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook (il controvalore finale dell’intesa è salito a 21,8 miliardi di dollari) ben evidenzia come la ricca dote di utenti che può vantare WhatsApp abbia indotto il social network di Mark Zuckerberg ad avanzare un’offerta tale da sbaragliare completamente la concorrenza.
In ottica social è di fondamentale importanza, per Facebook, poter contare su una base dati contenente i numeri telefonici di oltre 600 milioni di utenti attivi ogni mese ed altre informazioni facilmente incrociabili con quelle sin qui raccolte attraverso il social network.

I vari client di messaggistica per i dispositivi mobili non ricorrono generalmente alla classica accoppiata username-password per offrire l’accesso al network ma poggiano invece sul numero di telefono dell’utente come strumento per il login.
L’idea è ovviamente quella di snellire la procedura di registrazione: per completarla, infatti, è sufficiente confermare il proprio numero di telefono ed attendere la ricezione di un SMS contenente il codice di autorizzazione. Di solito tutte le varie app utilizzano i permessi per leggere gli SMS conservati sullo smartphone con il preciso obiettivo di leggere automaticamente il contenuto del messaggio di conferma e, di conseguenza, rilevare la presenza del codice di autorizzazione atteso.

Ecco le alternative a WhatsApp: comparativa con Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

Come scegliere tra WhatsApp, Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

Se ci si sta apprestando a scegliere tra WhatsApp, Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber un client di messaggistica da installare sul proprio dispositivo mobile, sono essenzialmente tre gli aspetti da prendere in considerazione:

1) Funzionalità integrate
Com’è ovvio, le caratteristiche di ogni singolo client di messaggistica restano una delle scelte fondamentali che possono far pendere l’ago della bilancia su un’applicazione piuttosto che su un’altra. Alcune app, ad esempio, offrono anche la possibilità di effettuare chiamate vocali VoIP oppure videoconferenze mentre altre non lo permettono affatto (è il caso di WhatsApp).
Certe app consentono di effettuare chiamate verso numeri fissi e mobili, di avviare conversazioni di gruppo, di inviare file e così via.

2) Numero di utenti che si servono dell’applicazione
Uno dei fattori che ancor’oggi pesano molto nella scelta del client di messaggistica da installare sul proprio device mobile è senza dubbio il numero degli utenti che hanno installato l’app. WhatsApp, ad esempio, è popolarissimo in Italia: non appena installata sullo smartphone, l’applicazione restituisce l’elenco completo dei contatti, presenti nella rubrica, che stanno utilizzando la medesima app. Installando applicazioni alternative a WhatsApp come LINE o Telegram, ci si accorgerà immediatamente che i contatti facenti uso delle app sono in numero nettamente inferiore.
Basta esaminare il numero di utenti attivi mensilmente dalle varie società per rendersi conto di quali siano i valori i gioco.

3) Privacy e gestione dei dati personali degli utenti
Un aspetto sicuramente da non trascurare è quello relativo alla gestione dei dati personali degli utenti.
La società sviluppatrice di ogni singola app pubblica le “condizioni del servizio” (dette, in inglese, TOS ossia terms of service). Si tratta di clausole “in legalese” che pochi esaminano ma che contengono indizi importanti sulle modalità con cui le app trattano le informazioni ed i profili degli utenti.

WhatsApp è l’app di maggior successo, al momento, anche in Italia. Il CEO dell’azienda, Jan Koum, ha spesso ricordato come “l’obolo” richiesto dopo un anno dall’installazione (89 centesimi di euro) siano proprio la “contropartita” che consente alla società di evitare l’inserimento e la visualizzazione di messaggi pubblicitari. WhatsApp descrive gli 89 centesimi all’anno come lo strumento che consente di mantenere l’applicazione “pulita”.

D’altra parte, tuttavia, WhatsApp è stato ripetutamente oggetto di aspre critiche per le modalità con cui i dati degli utenti vengono fatti transitare da client a server e viceversa.
Ricercatori ed esperti di sicurezza di mezzo mondo hanno infatti più volte mostrato come sia possibile spiare i messaggi inviati e ricevuti mediante WhatsApp (Rubare le conversazioni WhatsApp è ancora possibile).
Da qui il suggerimento di non utilizzare WhatsApp per scambiarsi informazioni strettamente personali e dati sensibili. È WhatsApp stessa, nei termini di utilizzo del servizio a sconsigliare ad esempio l’utilizzo dell’applicazione su Wi-Fi pubbliche.

WhatsApp spiega che i contenuti dei messaggi vengono veicolati dai server dell’azienda sui client degli altri utenti senza mantenerne una copia e senza effettuate alcun tipo di archiviazione. I messaggi, una volta consegnati ai destinatari, vengono eliminati lato server. Nel caso in cui il destinatario non si collegasse al network WhatsApp entro 30 giorni, i messaggi vengono automaticamente eliminati.
Come le app concorrenti, comunque, WhatsApp lascia una porta socchiusa precisando che la società potrebbe conservare alcune informazioni quando dovesse essere legalmente obbligata a farlo.

Salvo diversa indicazione da parte dell’utente (sezione Privacy delle impostazioni di WhatsApp), data dell’ultimo accesso, foto del profilo, messaggio di stato e presenza sul network WhatsApp risulteranno visibili a qualunque utente abbia in rubrica il suo numero telefonico (maggiori informazioni nell’articolo Migliori trucchi per WhatsApp su Android).

L’applicazione Hangouts è governata dalle stesse condizioni sulla privacy e sul trattamento dei dati personali che contraddistinguono l’universo dei servizi Google.
La società di Mountain View assicura l’utente che tutto quanto immesso in Rete attraverso l’applicazione è e resta di esclusiva proprietà dell’utente stesso ma che a Google è concesso il diritto di riutilizzare, riprodurre e modificare i contenuti con l’intento di migliorare il funzionamento del servizio, di promuoverlo e di visualizzare messaggi pubblicitari “ad hoc” o risultati delle ricerche plasmati su interessi e preferenze dell’utente.
Tutte le conversazioni di Hangouts sono conservate “sulla nuvola” (“in the cloud”), sui server di Google, senza limitazioni e senza restrizioni in termini di tempo: non appena si passerà ad esempio su un nuovo dispositivo, tutte le attività precedentemente espletate con Hangouts torneranno ad essere immediatamente disponibili.

Le chat effettuate con Hangouts, insomma, restano a disposizione degli algoritmi automatici di Google che svolgono operazioni di data mining, a meno che non si disattivi la cronologia per le singole sessioni di conversazione.

Ecco le alternative a WhatsApp: comparativa con Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

È poi possibile, in alternativa, cancellare completamente le singole conversazioni (hangouts).
Prima di procedere, si potrebbe utilizzare la funzionalità Google Takeouts qualora si volesse scaricare in locale una copia di backup di tutte le conversazioni (vedere il paragrafo “Backup dei dati salvati sui servizi Google” nell’articolo Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati).

Nel caso di LINE, i messaggi degli utenti vengono conservati sui server della società per un periodo di tempo non precisato trascorso il quale vengono automaticamente rimossi.
Lo scambio dei dati avviene ricorrendo al protocollo HTTPS ma i tecnici di LINE non hanno per il momento mai chiarito quali algoritmi crittografici vengono usati per proteggere le conversazioni fra utenti.

Telegram viene solitamente presentato come “l’alternativa sicura” a WhatsApp. Le principali funzionalità dell’applicazione così come la sua struttura ricordano da vicino quelle del concorrente WhatsApp. Rispetto a quest’ultimo, tuttavia, Telegram poggia su standard di sicurezza migliori (algoritmo crittografico sicuro e struttura composta da server decentralizzati in più nazioni, soggetti a differenti legislazioni) anche se viene adoperato un protocollo sviluppato autonomamente (MTProto) ma sua volta fatto derivare da algoritmi ben noti: Telegram festeggia l’esodo degli utenti da WhatsApp.

Gli sviluppatori di Telegram sono talmente sicuri del lavoro sin qui svolto per mettere in sicurezza le conversazioni fra utenti da aver messo sul piatto ben 200.000 dollari. La somma sarà versata all’esperto che riuscirà per primo a violare le misure di sicurezza di Telegram.

Telegram supporta due livelli di crittografia: il primo per proteggere da sguardi indiscreti i flussi di dati server-client, l’altro per difendere i contenuti delle “chat segrete” tra client e client.
In entrambi i casi viene utilizzato un algoritmo crittografico AES a 256 bit, RSA 2048 e Diffie-Hellman per lo scambio sicuro delle chiavi di cifratura. Nel primo caso, però, i dati vengono conservati sui server di Telegram rendendone possibile l’accesso, in qualunque momento, da qualunque dispositivo personale; nel secondo (“chat segrete”) tutti i messaggi vengono eliminati non appena consegnati e Telegram non mantiene alcun log delle attività.

Telegram dichiara di non conservare alcun dato relativo agli utenti se non quelli strettamente necessari per il funzionamento dell’applicazione e precisa che nessuna informazione sarà trasmessa a terzi.

Principali differenze fra i vari client di messaggistica

”Quartier generale”
– WhatsApp: Stati Uniti
– Hangouts: Stati Uniti
– WeChat: Cina
– LINE: Giappone
– Telegram: Russia
– Viber: Giappone

Chat di gruppo
– WhatsApp: sì, limitata a 30 utenti
– Hangouts: sì
– WeChat: sì
– LINE: sì
– Telegram: sì, fino a 200 utenti
– Viber: sì, fino a 15 utenti

Supporto chiamate vocali
– WhatsApp: no
– Hangouts: sì
– WeChat: sì
– LINE: sì
– Telegram: no
– Viber: sì

Supporto videochiamate
– WhatsApp: no
– Hangouts: sì
– WeChat: sì
– LINE: sì
– Telegram: no
– Viber: no

Chiamate verso numerazioni telefoniche
– WhatsApp: no
– Hangouts: sì
– WeChat: no
– LINE: sì
– Telegram: no
– Viber: sì

Condivisione contenuti
– WhatsApp: foto, video, messaggi vocali, contatti
– Hangouts: foto, geolocalizzazione (solo Android)
– WeChat: foto, messaggi vocali
– LINE: foto, video, messaggi vocali, geolocalizzazione, contatti (solo LINE)
– Telegram: foto, video, geolocalizzazione, contatti
– Viber: foto, video, geolocalizzazione

Client web
– WhatsApp: no
– Hangouts: sì (estensione per Google Chrome: Google Hangouts su PC Windows e Chrome OS)
– WeChat: sì
– LINE: no
– Telegram: sì
– Viber: no

Sistemi supportati
– WhatsApp: Android, iOS, Windows Phone, BlackBerry, Symbian, Nokia S40, Mac OS X
– Hangouts: Android, iOS, Windows/Chrome OS (con estensione per il browser Chrome)
– WeChat: Android, iOS, BlackBerry, Symbian
– LINE: Android, iOS, Windows Phone, BlackBerry, Symbian, Windows (versione 8.0 e successive), Mac OS X
– Telegram: Android, iOS, Windows Phone, Windows (desktop), Mac OS X, Linux
– Viber: Android, iOS, Windows Phone, BlackBerry (solo messaggistica testuale; no chiamate), Symbian, Windows Mobile, Windows (versione 8.0 e successive), Mac OS X, Linux

Cancellazione di un account WhatsApp, Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

È bene tenere presente che, dopo i test per la scelta di un client di messaggistica piuttosto che di un altro, la Cancellazione di un account WhatsApp, Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber non avverrà mai semplicemente disinstallando l’applicazione.
Bisognerà invece seguire una procedura che varia da app ad app.
Qualora si decidesse di non utilizzare più un software di messaggistica e di sbarazzarsene completamente, il proprio nome non apparirà più, fra i contatti disponibili, agli utenti che avessero installato la medesima app sul proprio device.

WhatsApp: Selezionare Impostazioni, Account, Elimina il mio account

Ecco le alternative a WhatsApp: comparativa con Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

Hangouts: Cancellare completamente un account Hangouts non è possibile, a meno che non si elimini l’intero account utente Google con tutto ciò che ne consegue.
WeChat: WeChat complica la vita agli utenti che volessero eliminare il loro account. L’applicazione non offre, infatti, uno strumento – di immediato utilizzo – per richiedere la cancellazione dell’account. Il consiglio è quello di disattivare le impostazioni Trovami per telefono e Trovami per ID WeChat, scollegare account Facebook ed e-mail, eliminare la foto associata al profilo utente ed inviare un’e-mail all’indirizzo support@wechat.com, indicando il proprio ID utente e richiedendo la rimozione del proprio account (scrivere il messaggio dallo stesso indirizzo di posta usato per il servizio e specificare il proprio numero di telefono mobile).
LINE: Toccare Più, Impostazioni, Profilo quindi scorrere la schermata fino ad individuare la voce Elimina mio account, in basso.

Ecco le alternative a WhatsApp: comparativa con Hangouts, WeChat, LINE, Telegram e Viber

Telegram: per rimuovere definitivamente l’account Telegram, è necessario visitare questa pagina, introdurre il numero telefonico mobile e seguire le istruzioni (effettuare l’operazione da un browser web per sistemi desktop/notebook e non dal dispositivo mobile).
Viber: le indicazioni per cancellare un account Viber sono pubblicate in questa pagina.

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