Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

Tesoro di ogni società che desideri fare business in Rete sono, com'è ovvio, i dati rilasciati dai suoi utenti.

Tesoro di ogni società che desideri fare business in Rete sono, com’è ovvio, i dati rilasciati dai suoi utenti. Si tratta di informazioni di enorme valore che possono essere utilizzate, ad esempio, a scopo pubblicitario. Proporre prodotti che sono affini con gli interessi dell’utente e con le sue preferenze è la chiave di volta per avere buoni riscontri in termini di vendite.
La gratuità di gran parte dei servizi forniti da Google così come dalla maggioranza delle società attive nel settore dell’editoria online è possibile grazie all’advertising che, nelle varie forme, è linfa vitale.

Google è un colosso che oggi può offrire agli utenti servizi a 360 gradi: non più, quindi, solamente un motore di ricerca ma una società che mette a disposizione strumenti attraverso i quali vengono veicolate informazioni personali e dati sensibili.
Basti pensare al servizio di posta elettronica Gmail, al social network Google+ (che integra uno strumento per la sincronizzazione dei dati e l’upload automatico delle foto scattate con lo smartphone), al servizio di hosting sulla nuvola Google Drive, al servizio DNS e così via.

Don’t be evil

“Don’t be evil”, ossia “non essere malvagio”, è il motto che fu coniato da un ingegnere di Google all’inizio del 2000 durante una riunione e che successivamente è diventato uno degli slogan più conosciuti dell’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin. L’espressione “don’t be evil” viene utilizzata da Google per rimarcare il fatto di essere “dalla parte dei buoni”, evitando di utilizzare i dati dei suoi utenti per scopi malevoli o comunque per applicare condotte sleali.

Il motto “dont’t be evil” viene spesso rammentato (fu inserito anche in uno dei documenti che Google presentò alla SEC statunitense in occasione del collocamento in borsa dell’azienda, nel 2004) quando si esaminano le pratiche seguite dal colosso di Mountain View nella gestione delle informazioni degli utenti.

Nella pagina “Tecnologie e principi, Google ha pubblicato i punti cardine della sua filosofia: l’azienda promette di utilizzare le informazioni degli utenti per proporre prodotti e servizi di valore conciliando l’innovazione e le esigenze di business “con un’adeguata tutela della privacy e della sicurezza” degli utenti.

A marzo 2012 ha destato non poche preoccupazioni la decisione di Google di unificare la policy sulla privacy di tutti i suoi servizi. L’azienda giustificò l’iniziativa spiegando che si trattava di una mossa per semplificare e rendere più intuitivo l’accesso ai suoi servizi, senza annoiare gli utenti con l’esposizione di diversi documenti sul trattamento dei loro dati.
Gli uffici dei garanti privacy europei avviarono una serie di verifiche chiedendo a Google di modificare alcune condizioni (I Garanti privacy richiedono alcune modifiche a Google; Privacy: l’Europa non molla e chiede chiarimenti a Google).
Con le nuove ed unificate condizioni sulla privacy per l’azienda è molto più semplice combinare i dati registrati sui vari servizi e comporre un “identikit” molto preciso di ogni utente. Tecnicamente era già possibile farlo ma con la nuova policy l’azienda ottiene in definitiva l’autorizzazione dell’utente per “mettere insieme” i suoi dati.

L’ultima versione delle norme sulla privacy di Google è consultabile facendo riferimento a questa pagina. Qui, la società di Mountain View spiega in che modo possono essere raccolti ed utilizzati i dati degli utenti spiegandone finalità ed ambito d’impiego.
È importante evidenziare che funzionalità che paiono attive di default sono frutto del consenso fornito in fase di attivazione di un account Google oppure al momento della prima configurazione, ad esempio, di un nuovo dispositivo Android.

Che cosa Google sa di noi

L’attuale impostazione della “Dashboard” di Google può essere considerata figlia della nuova policy sulla privacy del colosso statunitense.
La “dashboard”, termine che in italiano può essere tradotto come “cruscotto”, “pannello di controllo”, consente di verificare quali dati, relativi alla propria identità ed alle attività espletate in Rete, sono in possesso del colosso di Mountain View. Tra le informazioni consultabili, infatti, vi è anche la lista delle ricerche effettuate utilizzando il motore di ricerca ed un’opzione che consente di annullarne, in futuro, la memorizzazione e quindi la conservazione sui server di Google.

Più prodotti Google l’utente è solito impiegare, maggiore è il quantitativo di dati che i server della società fondata da Page e Brin memorizzeranno: cronologia delle ricerche, posta elettronica, blog e siti informativi consultati, video visualizzati su YouTube, attività, elenchi di acquisti, “news alerts”.
Google raccoglie e conserva le informazioni relative alle operazioni espletate utilizzando i propri servizi – motore di ricerca compreso – solo se l’utente, possessore di un account, risulta “loggato”.

La “dashboard” di Google, raggiungibile cliccando qui viene presentata dalla società di Page e Brin come uno strumento che vuole confermare l’approccio trasparente e dialogante usato nei confronti dell’utenza. Da qui, quindi, si può accertare nell’ambito di quali servizi stiano stati precedentemente memorizzati, sui server di Google, dati personali e provvedere, ove lo si ritenesse opportuno, alla loro rimozione.

Backup dei dati salvati sui servizi Google

Interessante notare che i dati via a via conferiti sui servizi di Google non vengono “presi in ostaggio”. Utilizzando questa pagina è infatti possibile scaricarli in formato compresso (Zip), indipendentemente dal fatto che si tratti dei backup della posta elettronica, delle foto digitali, dei contatti, dei file caricati su Google Drive e così via.

Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

A seconda della tipologia e del quantitativo di dati conservati sui vari servizi Google, la generazione dell’archivio di backup potrebbe richiedere ore od addirittura giorni.

Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

L’indicazione Dati raccolti consente di avere un’idea sullo stato di avanzamento della procedura di generazione del backup.
Google provvederà ad inviare un messaggio di conferma via e-mail non appena il file di archivio sarà pronto per essere scaricato.

Dell’argomento avevamo parlato anche a suo tempo nell’articolo Backup Gmail Drive e Docs: come salvare posta, file e documenti dai servizi di Google.

La “cronologia web” di Google

Della Cronologia web” di Google abbiamo più volte parlato. Si tratta di una funzionalità che memorizza le interrogazioni inviate al motore di ricerca (in altre parole, i termini ricercati) e tiene traccia dei siti web via a via visitati.

La “Cronologia web” è legata a doppio filo con l’account Google: quando si utilizza il motore di ricerca mentre si è connessi con il proprio account (si è precedentemente effettuato il login), tutte le richieste saranno automaticamente registrate a meno che la funzionalità “Cronologia web” non venga disattivata.

Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

Per visionare il contenuto della Cronologia web eventualmente gestita e memorizzata da parte di Google, è necessario effettuare il login al proprio account Google quindi cliccare su questo link.
La pagina che si aprirà a video permetterà di verificare immediatamente se Google abbia o meno conservato informazioni relative alle ricerche via a via operate. Dalla stessa pagina, agendo sul pulsante Disattiva, si potrà eventualmente disabilitare la funzionalità Cronologia web.
È comunque possibile eliminare singoli elementi cliccando su Rimuovi elementi.

Google utilizza la “Cronologia web” anche per adattare il funzionamento del servizio Google Now alle preferenze, agli interessi ed alle abitudini dell’utente. Chi utilizza un dispositivo Android, nelle versioni più recenti, può servirsi di Now per ottenere informazioni sui risultati sportivi legati alle proprie squadre del cuore, previsioni meteo o sul traffico, consigli sugli eventi più importanti e molto altro ancora senza che sia l’utente a richiedere esplicitamente tali suggerimenti. L’assistente Google Now, infatti, è capace di attingere alla “Cronologia web” offrendo le informazioni di volta in volta più utili, combinandole con la posizione geografica dell’utente.

Cronologia delle posizioni

Lasciando attivata l’opzione omonima nella sezione Geolocalizzazione dell’applicazione Impostazioni Google su un dispositivo Android, le informazioni sulla posizione geografica dell’utente saranno comunicate ai server del colosso di Mountain View.

Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

Anche in questo caso, le informazioni raccolte da Google vengono utilizzate essenzialmente per fornire suggerimenti sulla base dei tragitti che si percorrono più frequentemente.

Nell’articolo Geolocalizzazione Google: spostamenti dell’utente su una mappa, abbiamo spiegato che cos’è la funzionalità Cronologia delle posizioni di Google ed in che modo sia possibile rendersi conto dell’attività di monitoraggio che viene svolta quando, semplicemente, si accede lo smartphone Android, anche con il modulo GPS disattivato.

Qualora si volesse disattivare completamente la funzionalità “Cronologia posizioni”, basterà accedere a questa pagina quindi scegliere Disattiva.

Su Android, come già ricordato, è necessario avviare l’applicazione Impostazioni Google quindi toccare la voce Geolocalizzazione:

Google traccia gli utenti online? Ecco gli strumenti utilizzati

Ricerche su YouTube e video visionati

Per disattivare o gestire la cronologia delle ricerche su YouTube e l’elenco dei video via a via visualizzati, è possibile fare riferimento alle ultime due voci proposte in questa pagina.

Annunci personalizzati

Come già evidenziato in precedenza, Google espone messaggi pubblicitari personalizzati e su Android consente alle app di usare un ID univoco, associato con lo specifico terminale, con lo scopo di “profilare gli utenti” e proporre annunci basati su preferenze ed interessi.

Rimanendo loggati al proprio account Google mentre si “naviga” fra un sito web e l’altro, la società di Mountain View è in grado di stabilire con ottima approssimazione quali sono i gusti dell’utente.
Questo è possibile perché nelle pagine web di migliaia e migliaia di siti web in tutto il mondo è pubblicato il codice di Google Analytics e/o di Google AdSense i due servizi che, rispettivamente, consentono di ottenere statistiche dettagliate sui visitatori e di esporre banner pubblicitari a pagamento.

In pochi conoscono la pagina Impostazioni per gli annunci di Google che permette di scoprire l’identikit che Google o le aziende partner della società statunitense hanno tracciato sulla propria persona. Sesso, età, lingue parlate ed interessi dell’utente sono riassunti in questa pagina.
Da qui, cliccando sui link in basso, si può eventualmente rinunciare all’esposizione di messaggi pubblicitari basati sui propri interessi.

Allo stesso modo, i possessori di dispositivi Android, possono accedere alle Impostazioni di Google, selezionare Annunci quindi spuntare la casella Disattiva annunci basati sugli interessi:

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I cookie

Per verificare quali siti web vengono visitati da parte di uno stesso utente Google, insieme con molte altre aziende attive nel settore dell’advertising online, sfrutta l’utilizzo dei cookie.

Nell’articolo Che cosa sono i cookie: la verità su come gestirli, rimuoverli e difendere la privacy sul web abbiamo spiegato nel dettaglio che cosa sono i cookie e le differenze tecniche fra le diverse tipologie di cookie utilizzate oggi sul web.

Di recente, il Garante Privacy italiano ha approvato una serie di nuove regole relativamente all’impiego dei cookie: Il Garante Privacy regolamenta l’uso dei cookie sul web.
L’impatto di tali disposizioni è ancora tutto da accertare (l’entrata in vigore è fissata ad un anno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) anche perché bisognerà verificare in che modo le regole saranno fissate anche a livello europeo.
Certo è che bisognerà garantire che le nuove regole non penalizzino gli editori online, soprattutto quelli di piccole dimensioni, e gli utenti privati.

Per il momento, è possibile servirsi delle funzionalità del browser, che consentono di eliminare periodicamente i cookie e di non accettare quelli di terze parti.
A questo indirizzo è poi possibile trovare la pagina web suggerita da Google che consente di negare la generazione dei cosiddetti “cookie di profilazione“.

Disattivazione Google+

Qualora si preferisse non utilizzare il social network di Google, Google+, e non si fosse interessati ad un profilo pubblico, si può valutare la disattivazione del servizio cliccando qui quindi sul pulsante Rimuovi servizi selezionati (sarà necessario spuntare anche la casella Sì, sono consapevole…).

L’intervento avrà come conseguenza la definitiva eliminazione della propria pagina personale su Google+ ma potrebbe impattare negativamente su alcuni servizi di Google (vedere questa pagina).
Se si gestisce, ad esempio, un canale personale su YouTube, la rimozione della pagina Google+ implicherà l’eliminazione del canale YouTube insieme con tutti i commenti ed i messaggi pubblicati in precedenza. Il canale e gli iscritti potranno invece essere ripristinati solo dopo la riattivazione di Google+.

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