Intel decisa a risalire la china, presto, in ambito "mobile"

Che Intel ambisca a diventare un'azienda leader nel settore "mobile" è ormai un dato di fatto.

Che Intel ambisca a diventare un’azienda leader nel settore “mobile” è ormai un dato di fatto. Le mire della società guidata da Paul Otellini si sono palesate durante il mese di agosto quando sono iniziate a trapelare indiscrezioni circa una possibile imminente acquisizione di Infineon Technologies. La notizia ha trovato conferma alcune ore fa quando l’acquisto della divisione wireless della società è stato ormai dato per certo, per una somma pari a circa 1,4 miliardi di dollari. Infineon fu fondata nel 1999 separandola dalla “casa madre” Siemens AG: l’azienda si è sempre occupata della progettazione e della produzione di chip, in particolare di quelli destinati al mercato “mobile”.
Otellini ha commentato l’operazione osservando come l’accordo concluso consenta ad Intel, nel prossimo futuro, di mettere a disposizione della clientela una vasta gamma di prodotti per l’ambito “mobile” offrendo soluzioni per la connettività in modalità wireless mediante Wi-Fi, 3G, WiMAX, LTE e così via.

Quella della divisione wireless di Infineon segue un’altra importante acquisizione: pochi giorni dopo ferragosto, Intel aveva messo a segno l’acquisizione di McAfee. Il colosso di Otellini mette così ancora fieno in cascina guardando con sempre più grande interesse al mondo “mobile”.

Molti analisti si sono chiesti se i robusti investimenti su aziende come McAfee ed Infineon (oltre che su altre realtà) e gli sforzi riposti su MeeGo (ved. questi articoli), sistema operativo sviluppato in collaborazione con Nokia, siano sufficienti per fare la differenza. L’opinione di buona parte degli osservatori è che con le acquisizioni pianificate (1,4 miliardi di dollari per Infineon, 7,7 miliardi per McAfee e 884 milioni di dollari per Wind River Systems, società che produce software destinati ai dispositivi mobili), da ratificarsi formalmente, Intel potrà senza alcun dubbio rafforzarsi sul segmento “mobile” spostando verso tale campo il parte del business dell’azienda. La società di Santa Clara (California) produce e commercializza chip che sono installati sull’80% dei sistemi desktop e portatili. La crescita delle vendite relative a tali tipologie di hardware è tuttavia più modesta rispetto alle pimpanti performance degli smartphone e degli altri dispositivi mobili.

Intel sa bene che deve adattarsi al mondo che cambia. La rete Internet è sempre più connettività ovunque, ed ecco il perché delle acquisizioni in ambito wireless“, ha commentato Jack Gold (J.Gold Associates). Riferendosi al gigante di Otellini, Ken Dulaney – analista per Gartner – ha osservato: “non è ancora una forza in campo mobile ed in quest’ambito non hanno, storicamente, avuto successo. Ci sarà comunque da aspettare per verificare come muterà lo scenario“. Rob Enderle (Enderle Group) ha addirittura definito “sgradevole” il modo col quale Intel si è approcciata al mondo mobile. Nel 2006 Intel ha venduto gli asset di StrongARM a Marvell Technology Group per la somma di 600 milioni di dollari. “Intel ha abbandonato ARM prematuramente“, ha aggiunto Enderle. “Si sono lasciati scappare un momento propizio ed ora debbono ricostruire tutto da zero puntando su nuove acquisizioni“.

Con l’acquisizione della divisione wireless di di Infineon – che fornisce i propri chip ad Apple oltre che a Nokia, Samsung ed altri nomi noti -, secondo gli analisti, Intel si sta assicurando circa il 5% del mercato “mobile” globale: Qualcomm, Texas Instruments e STMicroelectronics sono per ora i “player” più importanti che assieme vantano circa il 50% “della torta”, stando alle stime di Gartner.

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