QD-OLED: come funzionano i nuovi monitor

In arrivo i nuovi monitor QD-OLED, tecnologia utilizzata anche per i televisori: come funzionano e quali sono le loro principali caratteristiche. Si parla già di un difetto importante: ecco qual è.
QD-OLED: come funzionano i nuovi monitor

Si chiama QD-OLED la tecnologia alla base dell’ulteriore evoluzione dei pannelli per TV e monitor.
Finora si era prevalentemente parlato di pannelli QNED con i vari produttori che in occasione dell’ultima edizione del CES di Las Vegas hanno presentato le rispettive proposte aggiornate.

QD-OLED unisce il termine OLED (Organic Light Emitting Diode) usato per riferirsi agli schermi capaci di illuminare ogni singolo pixel in modo autonomo e indipendente senza il bisogno di applicare una retroilluminazione fissa. QD è acronimo di Quantum Dot.

Nei display QD-OLED si utilizza uno strato emettitore di luce blu in grado di accendere e spegnere autonomamente ogni singolo pixel. Al di sopra degli emettitori organici viene “stampato” un foglio Quantum Dot chiamato QD Emissive layer che si occupa di assorbire la luce blu dello strato sottostante e produrre anche le componenti rossa e verde. Il modello RGB viene così applicato a tutti i singoli pixel che compongono lo schermo.

Una soluzione del genere permette, almeno sulla carta, di conservare tutte le caratteristiche cromatiche anche ai livelli più elevati di luminanza andando a coprire spazi colore più ampi: quanti colori può vedere l’occhio umano?
Grazie all’assenza di filtri, inoltre, i TV e i monitor QD-OLED possono ampliare l’angolo di visione perché la luce riesce a diffondersi in ogni direzione.
Tanti vantaggi quindi: dai colori più saturi fino al 200% rispetto ai pannelli LED-LCD con il contrasto tipico dei pannelli OLED.

I primi modelli di monitor QD-OLED sembrano però presentare qualche difetto che verrà probabilmente confermato nel corso dei prossimi mesi.
I bordi delle finestre aperte (si pensi a quelle utilizzate in Windows) tendono a presentare una colorazione anomala. Ciò sembra dipendere dalla disposizione dei pixel.
Un pixel consiste di tre “sub-pixel” con i colori rosso, blu e verde: questi sono disposti a formare un triangolo. I “sub-pixel” rossi e blu sono in basso con il verde al centro in alto. Gli spazi vuoti neri sono abbastanza grandi e ogni seconda fila di “sub-pixel” può quindi visualizzare solo il verde; le altre file mancano della componente verde.

Il difetto evidenziato potrebbe risultare meno evidente sui TV, che si osservano da una distanza più importante, ma può diventare fastidioso nel caso dei monitor per PC.

Sicuramente un errore di gioventù che però mette in ombra le grandi qualità dei QD-OLED che assicurano un’ottima resa visiva, tempi di risposta veloci tipici, supporto per Nvidia G-Sync Ultimate e Adaptive-Sync (AMD FreeSync) a fronte di un prezzo che si preannuncia interessante visto che si parla per adesso esclusivamente di prodotti di fascia alta.

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