ADD è critica sulla "gestione" della tecnologia WiMax

L'associazione Anti Digital Divide (ADD) che da tempo guarda alla riduzione del "divario digitale" ancora oggi esistente tra le varie aree del Paese, ha voluto tirare le somme sui risultati ottenuti dopo l'assegnazione delle licenze per il WiMax.
ADD è critica sulla

L’associazione Anti Digital Divide (ADD) che da tempo guarda alla riduzione del “divario digitale” ancora oggi esistente tra le varie aree del Paese, ha voluto tirare le somme sui risultati ottenuti dopo l’assegnazione delle licenze per il WiMax. I responsabili di ADD hanno disegnato un quadro che appare piuttosto deludente: “sembrerebbe che la vendita delle licenze non abbia dato quella spinta ai licenziatari a coprire entro i fatidici 30 mesi le zone digitaldivise“, si osserva sul sito di ADD esortando l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) a fare chiarezza sulla situazione revocando eventualmente le licenze agli operatori che non avessero dato seguito agli impegni presi all’atto della stipula del contratto.
Le accuse mosse da ADD sono decise e si sviluppano su più fronti contestando le modalità con le quali si è svolta la gara sul WiMax, la decisione di non escludere le società operanti nel settore della telefonia mobile, il mancato rispetto degli obblighi assunti da diversi protagonisti, la sensazione che lo Stato “abbia voluto fare cassa” senza investire in modo deciso su tecnologie in grado di risolvere l’annoso problema del “digital divide” e azzoppando lo sviluppo del WiMax sin dalla partenza. “La “logica WiMax” ha sicuramente fatto sì che le società avessero meno budget tecnico-operativi con il risultato, in alcuni casi, di affossare una tecnologia che avrebbe potuto competere con altre” tecnologie già commercializzate dalla medesime aziende, hanno fatto presente i responsabili di ADD.

L’associazione di volontariato, sollecitando un intervento da parte dell’AGCOM, sottolinea ancora una volta l’importanza dell’argomento invitando alla definizione di una “governance etica e forte“, all’introduzione di obblighi più stringenti e puntuali nei confronti degli operatori di telecomunicazioni offrendo però, contestualmente, margini di manovra più ampi ed accattivanti, all’assegnazione delle frequenze TV ad operatori che non detengano tecnologie di comunicazione alternative (i.e. reti di telefonia mobile).

A maggio scorso avevamo registrato le posizioni di diversi operatori WiMax attivi sul nostro territorio nazionale. L’articolo è consultabile facendo riferimento a questa pagina.

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