Google, nuovo braccio di ferro con l'antitrust europea

A sopresa, la Commissione Europea sembra voler riaprire la lunga "vertenza" con Google che dura ormai da oltre quattro anni.

A sopresa, la Commissione Europea sembra voler riaprire la lunga “vertenza” con Google che dura ormai da oltre quattro anni. L’accordo, ad inizio anno, sembrava ormai fatto (UE: Google aprirà ai concorrenti sul suo motore di ricerca) invece, adesso, Joaquin Almunia (nella foto a lato) – commissario europeo col portafoglio della Concorrenza – sembra voler rimettere tutte le carte sul tavolo.

Stando alle prime indiscrezioni, potrebbe quindi non soltanto ricominciare il braccio di ferro tra Google e la Commissione Europea – che attraverso le parole di Almunia afferma di aver ricevuto nuovi ed importanti pareri da parte dei concorrenti della società di Mountain View e delle altre parti in causa – ma essere avviata una verifica antitrust anche sul sistema operativo Android.

Almunia ha confidato di aver ricevuto riscontri “molto, molto negativi” dalle parti che in passato hanno sollevato obiezioni sulle pratiche commerciali di Google ed, in particolare, sulle modalità alla base del funzionamento del motore di ricerca. “Sono state allegate nuove osservazioni, nuovi dati, fatte nuove considerazioni che meritano di essere analizzate affinché si possa provare a trovare delle soluzioni“, ha aggiunto il commissario senza però scendere nei particolari e limitandosi a dichiarare che, ancora una volta, il procedimento sarà lungo e complesso.

Nel corso dell’estate diversi editori hanno nuovamente integrato i propri pareri tornando sulle posizioni che avevamo registrato a suo tempo nell’articolo Attacco frontale a Google da parte degli editori europei.

Da parte loro i responsabili di Google hanno più volte rimarcato di aver creato un motore di ricerca che è al servizio, innanzi tutto, degli utenti e non dei singoli siti web. La società di Mountain View ha insomma sempre dichiarato di non essere disposta a piegarsi alle logiche delle singole realtà commerciali pur rimanendo disponibile a trovare la quadra del cerchio con gli incaricati della Commissione Europea.

Eric Schmidt, presidente esecutivo della società, in una lettera inviata sabato scorso al Financial Times, ha ribadito come Google non promuova i suoi servizi a discapito di quelli della concorrenza. “Se l’utente deve acquistare qualcosa, da un paio di scarpe ad una polizza assicurativa, noi cerchiamo di proporre sempre le offerte e i siti più pertinenti attraverso i quali si possano davvero fare acquisti. (…) Se si ha bisogno delle indicazioni per raggiungere una farmacia, Google mostra una mappa Google Maps con i punti vendita più vicini“. Schmidt, insomma, torna sul punto e nega l’esistenza di disegni atti a penalizzare la concorrenza ed i servizi similari a quelli che Google propone.

Sarebbe una novità, invece, l’apertura di un’indagine – sempre per presunto abuso di posizione dominante – a carico di Google per ciò che concerne Android. L’accusa, in questo caso, sarebbe quella di un’eccessiva visibilità concessa ai servizi del colosso di Mountain View con icone e servizi visualizzati in bella mostra nella schermata Home dei dispositivi mobili. Gli utenti, probabilmente, si augurano di non vedere mai una sorta di “ballot screen” su Android, come successo a suo tempo nel caso di Internet Explorer.

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