Tratto in inganno il lettore di impronte digitali dell'iPhone 5S

Il nuovo sensore biometrico che Apple ha introdotto nell'iPhone 5S, appena lanciato, ha stimolato l'interesse di molti ricercatori.

Il nuovo sensore biometrico che Apple ha introdotto nell’iPhone 5S, appena lanciato, ha stimolato l’interesse di molti ricercatori. Il lettore di impronte digitali, che per il momento consente esclusivamente di sbloccare lo smartphone ma che presto – nell’intento di Apple – potrà essere utilizzato per numerose altre applicazioni, è stato oggetto di tutta una serie di riflessioni che si sono susseguite in questi giorni (Apple Touch ID e Secure Enclave: quanto sono sicure?).
Il famoso hacker Dino Dai Zovi, ad esempio, ha suggerito di concedere un po’ di tempo ai ricercatori di tutto il mondo affinché possano mettere a nudo eventuali vulnerabilità della tecnologia TouchID. Secondo Dai Zovi una buona password è già un’ottima soluzione per proteggere il contenuto di un iPhone da occhi indiscreti; sempre che, ovviamente, essa sia effettivamente utilizzata.
La stessa Marissa Mayer, CEO di Yahoo, aveva recentemente ammesso di non farne uso.

I membri del gruppo tedesco Chaos Computer Club affermano di essere riusciti a “dribblare” la protezione offerta dalla tecnologia TouchID di Apple e, quindi, dal nuovo lettore di impronte digitali. La soluzione presentata non agisce né lato software né lato hardware: si tratta piuttosto di un approccio “fisico”.
Partendo dalle impronte digitali lasciate da un utente sul vetro dell’iPhone 5S, si è acquisita un’immagine da 2.400 DPI lavorando poi con un software grafico per effettuare una pulizia dell’area sottoposta a scansione e per invertire i colori.
Il risultato è stato poi stampato, mediante una laserjet, su un foglio trasparente. Applicando infine uno strato di lattice si è potuti arrivare alla modellazione del polpastrello del proprietario dell’iPhone. Utilizzando quanto realizzato, è stato possibile sbloccare con successo il dispositivo.

La procedura utilizzata è nota da tempo ed era stata già documentata ben nove anni fa dagli stessi membri di Chaos Computer Club (vedere questa pagina).
Ciò che questa volta è stato fatto in più è l’utilizzo di una stampa con una risoluzione nettamente migliore rispetto al passato. Il sensore integrato nell’iPhone 5S, infatti, si contraddistingue per una risoluzione molto più elevata rispetto ad altri lettori di impronte: per trarlo in inganno è quindi indispensabile che il modello realizzato sia molto più preciso.

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