Xiaomi forse sta pensando agli smartphone con pannelli solari

Da parte nostra riteniamo si tratti di un semplice esercizio di stile o comunque di una mossa tesa ad ampliare la proprietà intellettuale dell'azienda, ma ad oggi con scarsa valenza valenza pratica.

Xiaomi sta pensando a un nuovo smartphone che integra anche un pannello solare fotovoltaico. Montato sul dorso, esso potrebbe aiutare gli utenti a guadagnare un po’ di carica della batteria in situazioni di emergenza.

In passato sia Samsung (Blue Earth) che Motorola (con un Moto Mod) hanno provato a imboccare una strada simile decidendo però di accantonare l’idea visti i risultati poco incoraggianti.
Adesso sembra volerci riprovare anche Xiaomi anche se nulla è scontato perché la società cinese si è limitata a registrare un brevetto presso l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) delle Nazioni Unite.
Ogni brevetto, infatti, non necessariamente si trasforma in un prodotto destinato al debutto sul mercato.

Ai più l’idea di un pannellino fotovoltaico sul retro dello smartphone pare un’idea poco entusiasmante. Innanzi tutto, proprio per la posizione scelta, poi perché per produrre un quantitativo di energia significativo il pannello dovrebbe usare come fonte primaria l’energia solare. E, com’è noto, lasciare al sole un dispositivo dotato di batteria è uno degli errori più gravi che si possono commettere: Caricare la batteria del cellulare: gli errori da evitare per farla durare di più.

Le alte temperature sono acerrime nemiche delle batterie e, come abbiamo visto nell’articolo sopra citato, la temperatura di lavoro della batteria non dovrebbe superare i 35-38 °C. Diversamente la sua vita potrebbe ridursi in maniera significativa. Per verificare la temperatura della batteria su Android si può scaricare l’app Droid Hardware Info quindi scorrere verso sinistra il menu principale selezionando la voce Batteria.

Storicamente Xiaomi ha presentato smartphone all’avanguardia e contraddistinti da buone soluzioni in fatto di design. Da parte nostra riteniamo che il brevetto resterà solo “sulla carta”, uno strumento utile a rafforzare la proprietà intellettuale dell’azienda ma con scarsa applicabilità pratica.

La prima immagine e le miniature dell’articolo sono tratte da “LetsGoDigital”.

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