Bloccato KickassTorrents, un aggregatore di file Torrent

Con un provvedimento ormai collaudato, il sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari - Giangiacomo Pilia - ha disposto un ordine di inibizione per l'accesso al sito web KickassTorrents.

Con un provvedimento ormai collaudato, il sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari – Giangiacomo Pilia – ha disposto un ordine di inibizione per l’accesso al sito web KickassTorrents. A tutti i provider Internet italiani è stato ordinato di attivarsi affinché gli utenti, utilizzando le loro reti, non possano più consultare tale sito. I fornitori d’accesso di tutta Italia hanno immediatamente dato seguito alla richiesta intervenendo sui record conservati dai vari server DNS, le macchine che sono utilizzate per risolvere qualunque nome a dominio. Da qualche ora, quindi, solo se si usano DNS server italiani, un nslookup www.kickasstorrents.com restituisce l’indirizzo locale 127.0.0.1 (IP di loopback).

KickassTorrents è un aggregatore di file Torrent che mette a disposizione degli utenti gli strumenti per l’effettuazione di ricerche tra le centinaia di migliaia di file disponibili. Il sito è da tempo nel mirino delle autorità perché, secondo l’accusa, favorirebbe la diffusione ed il download illecito di materiale (software, brani musicali, video) pubblicato in Rete senza alcun tipo di autorizzazione da parte degli aventi diritto.

Dopo l’esecuzione del provvedimento, però, monta anche la polemica. Il più critico è l’avvocato Fulvio Sarzana di S. Ippolito che nel suo blog osserva: “l’Italia sta diventando il Paese con più sequestri preventivi (ovvero prima di un processo) di siti web al mondo. Più di qualsiasi altro Paese connesso alla rete Internet, ben più di quanto dispongano in proposito il severo Dipartimento di Giustizia Statunitense, e molto più di quanto avvenga in Paesi dalla tradizione giuridica più “incerta” della nostra“. Sarzana auspica un intervento della Corte Costituzionale teso a stabilire “se l’Italia ha titolo o meno per privare milioni di propri cittadini dell’accesso alle risorse presenti sul web, prima dell’accertamento definitivo della commissione di un reato compiuto da terzi“.

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