Chromebook: costosi e inquinanti, i risultati sorprendenti di uno studio

Secondo un gruppo di ricerca statunitense, i Chromebook sono difficili da riparare e durano poco, risultando meno sostenibili e ben più costosi per gli istituti scolastici rispetto ai dispositivi di fascia più alta.

I Chromebook sono attualmente i portatili più diffusi nelle scuole statunitensi, che per via della situazione che si è verificata nei precedenti due anni, sono stati acquistati in massa in modo da facilitare lo svolgimento delle attività di studio direttamente da casa.

Se da un lato i notebook di Google si rivelano particolarmente adatti a questo genere di scopo, grazie anche al corredo software specificatamente pensato all’ambito della didattica, dall’altro gli aspetti negativi sembrano sorprendentemente essere una durata ridotta e una riparabilità davvero difficile.

A sostenerlo è un gruppo di ricerca statunitense che, in un rapporto denominato Chromebook Churn, ha evidenziato come diversi di questi inizino già a presentare dei problemi tecnici e delle rotture, impattando in maniera incisiva sui costi di mantenimento per le scuole. In poche parole, vengono descritti come sistemi poco convenienti.

Tra i problemi evidenziati nel rapporto ci sono infatti quello della riparabilità e delle possibilità di aggiornamento, decisamente inferiori rispetto alle controparti Windows, sia per la maggior difficoltà nel reperire i componenti che per una struttura generalmente più fragile che non tollererebbe urti, cadute o scosse che possono essere causati dall’utilizzo.

Le problematiche dei Chromebook sembrano riguardare anche il periodo di supporto: nonostante Google garantisca 8 anni di aggiornamenti automatici, la validità di questi ha ufficialmente inizio dal momento in cui il portatile viene certificato e non quando viene effettivamente venduto al cliente o, in questo caso, all’istituto scolastico. Considerato infatti il tempo necessario per ricevere e inizializzare i notebook, l’effettiva durata può ridursi a cinque o quattro anni, secondo il gruppo di ricerca.

Per questo motivo, stando al report, gli istituti scolastici potrebbero riconsiderare l’impiego dei Chromebook. Il gruppo di ricerca dà anche dei suggerimenti a Google, consigliando di togliere la scadenza per gli aggiornamenti automatici, nonché aumentare la produzione dei componenti e la loro standardizzazione tra i vari modelli, dando all’utente la libertà di scegliere il sistema operativo da installare.

Tutti consigli che Google dovrebbe sicuramente seguire, specialmente se vuol mantenere un ruolo centrale in un settore dove è riuscita a ottenere un notevole successo con i suoi Chromebook, prima che la concorrenza provi ad accaparrarsi qualche fetta di mercato.

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