QWERTY: le origini della tastiera che utilizziamo tutti i giorni

La storia della tastiera QWERTY: da dove nasce il layout che utilizziamo su computer desktop, notebook e dispositivi mobili.
QWERTY: le origini della tastiera che utilizziamo tutti i giorni

L’abbiamo dinanzi a noi tutti i giorni: quando si lavora con un PC desktop, un notebook, uno smartphone o un tablet. Si tratta della tastiera QWERTY.
In un altro articolo abbiamo visto come scrivere veloce con la tastiera: avete notato che sui tasti F e J è presente una barretta orizzontale in rilievo? Ebbene, si tratta di indicatori che segnalano dove dovrebbero sempre stare gli indici della mano sinistra e della mano destra per scrivere velocemente, senza intoppi né errori.

Ma vi siete mai chiesti qual è l’origine del termine QWERTY e come è nata la disposizione dei caratteri sulla tastiera?

Cosa significa QWERTY e da cosa deriva la disposizione dei tasti

Con il termine QWERTY si fa riferimento ai primi sei tasti che compongono la prima riga di lettere di qualunque tastiera.
L’invenzione della tastiera QWERTY risale ormai a oltre 150 anni fa quando un editore di giornali con sede a Milwaukee (USA) di nome Christopher Latham Sholes iniziò a lavorare su una macchina per scrivere con l’aiuto di Carlos Glidden, Matthias Schwalbach e Samuel W. Soulé. La storia della macchina per scrivere inizia nel 1867 e nel 1873 arrivò sul mercato il primo esemplare conosciuto con il nome di Remington 1: essa fu messa in vendita con l’aiuto dell’uomo d’affari James Densmore.

Nel 1872 Sholes e Densmore avevano riorganizzato la disposizione alfabetica della tastiera in una disposizione “QWE.TY” simile a quella che abbiamo conservato oggi sui nostri PC e dispositivi mobili, sotto forma di tastiera virtuale. Nel 1874 fu scelto il layout QWERTY con alcune differenze quali la disposizione del tasto “M” e del punto e virgola.

Nel documento The Story of the Typewriter del 1923, la Herkimer County Historical Society scrisse: “è universalmente riconosciuto che Densmore e Sholes, lavorando assieme, hanno messo a punto la disposizione dei caratteri alfabetici. Il modo in cui sono arrivati ​​​​a questo accordo, tuttavia, è un punto su cui ci sono sempre state molte speculazioni“.

Ad oggi le motivazioni per cui Sholes e Densmore abbiano optato per il layout QWERTY sono sconosciute: non abbiamo alcuna documentazione che illustri le motivazioni di questa scelta e il brevetto del 1878 relativo alla macchina per scrivere Remington Standard No. 2 non ne fa menzione.

Diversi storici sono concordi sul fatto che il layout QWERTY sia stato scelto per scongiurare gli inceppamenti a cui erano soggette le macchine per scrivere dell’epoca. Si pensi alla combinazione “TH”: in inglese è utilizzatissima e per questo motivo Sholes e Densmore avrebbero scelto di distribuire i tasti in posizioni “lontane” l’uno rispetto all’altro.
Alcuni critici hanno provato a confutare quest’ipotesi (una tra le più accreditate) evidenziando ad esempio che la combinazione di lettere “ER” è una delle più utilizzate in inglese: eppure quelle due lettere e i rispettivi tasti sono proprio lì, fianco a fianco, nel layout QWERTY.

In realtà va detto che nel layout originale “QWE.TY” la “R” era stata collocata in una posizione diversa. A parte la combinazione “ER”, l’analisi ha mostrato che in generale il layout QWERTY separa abbastanza bene le combinazioni di lettere più utilizzate.

Secondo gli studi effettuati dai ricercatori dell’Università di Kyoto Koichi Yasuoka e Motoko Yasuoka il layout QWERTY sarebbe invece figlio del riscontro raccolto da Sholes e Densmore dagli operatori telegrafici: questi avrebbero trovato giovamento nel trascrivere rapidamente i messaggi in arrivo dal codice Morse alla normale scrittura latina. Ma l’ipotesi è forse un po’ meno solida rispetto a quella legata alla volontà di evitare “incroci” pericolosi tra i martelletti delle macchine per scrivere.

Dalla fine dell’800 in avanti, le macchine per scrivere divennero sempre più diffuse. Nonostante layout di tastiera alternativi concorrenti, QWERTY ha resistito perché era ormai noto alla maggior parte degli utenti. Altri produttori hanno quindi imitato lo standard Remington e, in assenza delle condizioni per l’applicazione del brevetto, QWERTY è diventato sempre più popolare.

Dagli anni ’20 del 1900 fino agli anni ’60 le tastiere QWERTY furono adottate nelle telescriventi per poi essere utilizzate nei personal computer a partire dagli anni ’70.
Il layout QWERTY ha ricevuto un ulteriore impulso quando IBM l’ha implementato nel suo layout di tastiera avanzata a 101 tasti: esso è diventato la base degli standard delle tastiere dei computer desktop che utilizziamo oggi.

La soluzione QWERTY è utilizzata in Italia, negli Stati Uniti e in tanti altri Paesi anche se, com’è noto, si registrano importanti differenze nella scelta e nella disposizione sulla tastiera dei caratteri non alfabetici come i segni di interpunzione, i simboli e le lettere accentate.
Nella tastiera italiana QWERTY non si è riusciti, a differenza di quelle sviluppate per altre lingue, ad aggiungere ad esempio caratteri utili come le maiuscole accentate (che invece sono previste, per esempio, nella tastiera spagnola).
Per inserire le lettere accentate non è neppure definito un metodo standard. Esse vengono di solito trattate come se fossero caratteri speciali, ottenibili premendo apposite combinazioni di tasti o usando la finestra Simboli dei principali wordprocessor.

Si prenda come esempio la lettera maiuscola accentata È: come spiegato nell’articolo citato in precedenza, per ottenerla usano unicamente la tastiera basta tenere premuto il tasto ALT quindi digitare i tasti 212 oppure 0200 sul tastierino numerico.

In Microsoft Word, nel caso in cui la pressione del tasto ALT seguita dalla combinazione numerica non sortisse alcun risultato, si può digitare Accessibilità nella casella di ricerca del sistema operativo quindi cliccare su Impostazioni del mouse di Accessibilità e infine togliere la spunta dalla casella Usa Controllo puntatore solo quando BLOC NUM è abilitato.
Premendo il pulsante BLOC NUM le combinazioni ALT più codice verranno correttamente gestite in Word.

Si possono anche sfruttare i sistemi di correzione automatica dei vari programmi in modo ad esempio da convertire automaticamente E’ in È.

Usare E’ in un testo non è generalmente considerato un grave errore ma un comportamento che denota pigrizia o comunque scarsa padronanza dello strumento informatico.

Accanto alle tastiere QWERTY, infine, vale la pena evidenziare che ad esempio in Francio, Belgio e in alcune nazioni africane si usa il layout AZERTY; in Austria e Germania QWERTZ (vengono scambiate tra loro le lettere Z e Y perché in tedesco la Z è molto più comune della Y e compare spesso nella combinazione tz).
Tutti questi layout sono comunque figli dell’invenzione di Sholes e Densmore del 1874: l’impatto delle loro scelte continuerà finché useremo le tastiere, anche nei decenni a venire.

La tastiera Gboard di Google è una tastiera virtuale ampiamente utilizzata sui dispositivi Android. Come molte altre tastiere virtuali anche Gboard supporta i vari layout, compreso ovviamente QWERTY, e consente di scrivere parole e intere frasi molto velocemente facendo scorrere il dito sulla tastiera. Gboard riesce infatti a “indovinare” ciò che l’utente vuole digitare senza che questi prema puntualmente ogni singolo tasto.

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