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Era fine giugno 2005 quando l’azienda di Mountain View presentò Google Earth, portò al grande pubblico un software carico di novità per quei tempi. Si trattava di un’applicazione orientata alla navigazione 3D del globo e alla visualizzazione dinamica di immagini satellitari e aeree. Il programma rilasciato 20 anni fa (qui il video celebrativo) ereditava la tecnologia di Keyhole, società acquisita da Google, e permetteva agli utenti di esplorare la Terra in 3D, ruotando, inclinando e zoomando con facilità su qualsiasi area del pianeta.
Fin dalla prima versione, Google Earth supportava il modello digitale del terreno (DTM) per rappresentare alture, montagne e depressioni. In alcune città, erano già disponibili modelli 3D semplificati degli edifici.
20 anni di Google Earth: un pilastro per tanti servizi dell’azienda
La tecnologia alla base di Google Earth, ereditata da Keyhole e successivamente potenziata da Google, ha avuto un impatto profondo non solo nella geolocalizzazione, ma anche nell’intero ecosistema di servizi digitali basati su mappe, immagini satellitari e modelli 3D. Ha costituito la fondazione tecnica e concettuale per una vasta gamma di servizi Google e non solo.
Anche se sviluppato in parallelo, Google Maps ha beneficiato direttamente della tecnologia di visualizzazione spaziale e del motore di rendering dinamico di Google Earth. In particolare per la modalità “Earth” in 3D, per l’integrazione con Street View e la sovrapposizione di layer dinamici (traffico, trasporti, rilievi,…).
Introdotto nel 2007, Street View si è integrato nativamente in Google Earth, sfruttando la capacità di posizionare immagini immersive a 360° su coordinate precise e collegarle tra loro per una navigazione fluida.
Le tecnologie alla base di Google Earth sono inoltre confluite in diverse API (Application Programming Interfaces) che hanno permesso la nascita di app e strumenti di terze parti, tra cui: visualizzazioni interattive nei siti Web, dashboard GIS per enti locali, soluzioni geospaziali personalizzate (adoperate per logistica, smart city, agricoltura di precisione e così via).
I dati 3D e le immagini satellitari ad alta risoluzione hanno poi contribuito allo sviluppo di algoritmi di localizzazione visiva per veicoli autonomi (Waymo), riconoscimento di contesti geografici per AR (Google Lens), sistemi predittivi per routing e mobilità.
Ancora, la mole di dati e immagini provenienti da Google Earth ha alimentato modelli di machine learning utilizzati per classificare i tipi di terreno o la copertura vegetale, riconoscere pattern di urbanizzazione, prevedere impatti ambientali o gestire risorse.
Novità per il 20° anniversario: Street View storico e timelapse satellitari
Oggi Google Earth non è più un programma stand alone installabile sui propri dispositivi. È diventato un’applicazione Web accessibile da questa pagina.
Cercando un qualunque luogo sul pianeta quindi cliccando sull’icona Mostra immagini storiche nella barra degli strumenti, si può accedere a un nuovo slider che permette di verificare i cambiamenti negli anni.
Tenendo premuti i tasti MAIUSC
e CTRL
quindi agendo sul tasto sinistro del mouse per effettuare un’operazione di trascinamento, si ha la possibilità di modificare la visuale e – ove possibile – ottenere una vista 3D dell’area selezionata. Per accedere alle viste 3D, è necessario disattivare le immagini storiche (si può farlo anche dal menu Livelli in basso a sinistra).
In basso a destra è invece presente l’icona per accedere a Street View: cliccandola, Earth mostra immediatamente le strade percorse dalle auto di Google e per le quali è disponibile un archivio fotografico consultabile.
Google ha già annunciato che arricchirà Earth con ulteriori funzionalità ambientali: “copertura arborea”, per monitorare la presenza e la densità di vegetazione; “temperatura del suolo”, utile per studi climatici e pianificazione agricola; nuove funzionalità per l’integrazione con dati topografici, idrologici e climatici dinamici.