Google, stangata dall'UE: multa da 2,95 miliardi di euro per abuso di posizione dominante

La Commissione Europea multa Google per 2,95 miliardi di euro per pratiche anticoncorrenziali nell’ambito della pubblicità digitale.

Una nuova multa UE di proporzioni storiche si profila all’orizzonte per Google, con la Commissione Europea (CE) pronta a infliggere una sanzione di quasi 3 miliardi di euro per pratiche giudicate anticoncorrenziali nel delicato comparto della pubblicità digitale.

Si tratta di una decisione che scuote profondamente il settore e che, secondo molti osservatori, segnerà un nuovo spartiacque nei rapporti tra le big tech statunitensi e le autorità regolatorie europee.

Il procedimento, culminato nella multa da 2,95 miliardi di euro annunciata il 5 settembre 2025, arriva dopo un’indagine durata due anni e avviata nel 2023. Gli accertamenti della CE hanno fatto emergere una sistematica alterazione delle dinamiche concorrenziali nel mercato pubblicitario da parte della compagnia di Mountain View, che avrebbe favorito i propri servizi a scapito dei competitor, con impatti profondi su due segmenti fondamentali dei mercati digitali.

Al centro delle contestazioni vi sono undici anni di comportamenti ritenuti scorretti, che avrebbero avuto inizio nel 2014 e sarebbero proseguiti fino al 2025. In questo arco temporale, Google avrebbe abusato della propria posizione dominante per consolidare la supremazia della propria piattaforma di scambio pubblicitario AdX, alterando le condizioni di competizione all’interno dell’ecosistema pubblicitario europeo.

Abuso di posizione dominante: un duro colpo per Google

Secondo quanto emerso dall’indagine, le autorità europee hanno individuato due principali strategie utilizzate da Google per rafforzare la propria leadership nel settore in questione. Da un lato, il server pubblicitario Google Ad Manager avrebbe condiviso informazioni privilegiate con AdX riguardo alle offerte dei concorrenti, permettendo così a quest’ultima di aggiudicarsi aste pubblicitarie in condizioni di vantaggio. Dall’altro, gli strumenti di acquisto Google Ads e Display Video 360 sarebbero stati configurati per privilegiare in modo sistematico AdX rispetto ad altre piattaforme di scambio, limitando di fatto le possibilità di scelta per editori e inserzionisti.

Questi comportamenti, secondo la CE, costituiscono una violazione dell’Articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che vieta espressamente l’abuso di posizione dominante da parte delle imprese sul mercato. In virtù di queste conclusioni, oltre alla sanzione economica, Bruxelles ha imposto a Google l’obbligo di presentare entro 60 giorni un piano dettagliato per eliminare ogni forma di auto-preferenza all’interno del proprio ecosistema pubblicitario, così da ristabilire condizioni di concorrenza e trasparenza.

La sanzione da 2,95 miliardi di euro rappresenta la seconda multa UE più elevata mai comminata in ambito antitrust digitale, superata solo dalla storica decisione che nel 2018 aveva visto ancora una volta Google al centro di un procedimento per abuso di posizione dominante. La società, tuttavia, non intende arrendersi senza combattere: in una nota ufficiale, ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, sostenendo che il mercato europeo offre alternative sufficienti e che l’integrazione tra i propri servizi non costituisce una pratica anticoncorrenziale, ma risponde alle esigenze di efficienza e innovazione.

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