Deutsche Telekom si trova di fronte a un dilemma: nonostante l’espansione continua della sua infrastruttura in fibra ottica FTTH, la domanda da parte dei clienti rimane molto al di sotto delle aspettative.
Questa frustrazione è stata apertamente espressa dal top management: il CEO di Telekom, Tim Höttges, ha manifestato la sua insoddisfazione per la domanda lenta, un sentimento condiviso dal CFO Christian Illek, che desidererebbe un rollout più rapido. Höttges ha sottolineato che, una volta posati i cavi in fibra ottica, le persone sono molto riluttanti a sottoscrivere i piani.
Fibra ottica: la situazione in Germania
Nonostante gli ingenti investimenti, gli sviluppi nell’infrastruttura FTTH di Deutsche Telekom devono essere confrontati con dati di crescita dei clienti molto inferiori alle aspettative.
Attualmente, 11,8 milioni di unità immobiliari (famiglie, aziende e autorità pubbliche) possono accedere ai cavi in fibra ottica di Telekom, con un aumento di 2,5 milioni rispetto all’anno precedente. Nonostante questo ampliamento della copertura, solo il 16,1% di questi potenziali clienti ha effettivamente sottoscritto un contratto per la fibra FTTH.
Questi dati confermano le difficoltà in corso nella commercializzazione delle connessioni in fibra ottica, e gli investimenti nell’infrastruttura si stanno ripagando solo lentamente.
Un problema strutturale che rallenta l’adozione riguarda il cablaggio dell’ultimo miglio. In alcuni casi, i cavi sono già presenti in strada, ma non possono essere posati fino agli appartamenti per tubature ostruite o altri problemi simili.
Questo ostacolo è spesso sfruttato dai proprietari delle case (in Germania, a differenza che in Italia, i cittadini che posseggono le case in cui vivono sono pochissimi) che sfruttano la loro posizione per richiedere commissioni. Ciò rende la connessione praticamente inutilizzabile per molti potenziali clienti, nonostante l’infrastruttura esista.
Nonostante la superiorità tecnica della fibra ottica, la maggior parte delle famiglie tedesche si affida ancora a Internet tramite linee telefoniche (VDSL). La tecnologia VDSL (equivalente alla FTTC nel contesto italiano) non è veloce quanto la fibra ottica, ma la sola disponibilità tecnica della FTTH non è sufficiente; i clienti devono essere convinti dei vantaggi e le barriere strutturali devono essere rimosse affinché gli investimenti miliardari paghino.
Fibra ottica: la situazione in Italia
La situazione in Italia, analizzata dal Rapporto sulla connettività in fibra FTTH dell’AGCOM (relativo al terzo trimestre 2025), presenta una fortissima sproporzione tra la disponibilità potenziale della FTTH e il numero di famiglie che effettivamente la utilizzano.
I dati mostrano che oltre il 75% (75,89%) delle famiglie italiane è coperto dalla fibra FTTH, ma appena il 30% delle famiglie italiane (circa 6,18 milioni di nuclei familiari) ha effettivamente scelto di sottoscrivere un abbonamento con tecnologia FTTH.
Un elemento chiave che emerge dal rapporto è che il prezzo non sembra essere il fattore frenante che scoraggia i contratti. La differenza di costo media tra un abbonamento in FTTH e uno in tecnologia inferiore (ADSL o FTTC) è di soli 30 centesimi di euro. Il costo medio mensile per una connessione FTTH è di 26,15 euro, mentre quello di una connessione in tecnologia precedente è di 25,85 euro, valori che sono rimasti sostanzialmente invariati dal 2021.
La spiegazione principale per questo fenomeno è che a molte famiglie italiane semplicemente non servono le prestazioni di una connessione FTTH. Per moltissimi nuclei familiari, una fibra FTTC è più che sufficiente, poiché non riescono a saturare la banda dati disponibile.
La situazione italiana, quindi, è speculare a quella tedesca: in entrambi i paesi, gli investimenti nella tecnologia più veloce (FTTH) sono ostacolati da una combinazione di barriere strutturali (in Germania, i proprietari terrieri) e da una diffusa soddisfazione degli utenti per le tecnologie intermedie (VDSL/FTTC).