L'AI ha scovato un pericoloso pedofilo: ecco come ha fatto

Richard Burrows, pedofilo latitante da 27 anni, catturato grazie all'AI di riconoscimento facciale di PimEyes: un successo per la giustizia o una sconfitta per la privacy?
L'AI ha scovato un pericoloso pedofilo: ecco come ha fatto

Un caso emblematico dimostra come la tecnologia possa cambiare il volto delle indagini più complesse. Dopo 27 anni di latitanza, Richard Burrows, 81 anni, condannato a 46 anni di carcere per quasi cento abusi su minori, è stato finalmente catturato grazie a una piattaforma di riconoscimento facciale. L’uomo, che viveva sotto una falsa identità in Thailandia, è stato individuato grazie a un dettaglio fisico unico e alla potenza dell’AI.

La cattura di Richard Burrows

Burrows, ex educatore e collaboratore di scout, era fuggito nel 1997 dopo aver venduto tutti i suoi beni e ottenuto documenti falsi. Durante quasi tre decenni di latitanza, ha costruito una nuova vita a Chalong Bay, sull’isola di Phuket, lavorando come insegnante d’inglese e nel settore dei media. Nessuno dei suoi conoscenti sospettava del suo oscuro passato, nonostante avesse più volte rinnovato il passaporto contraffatto senza difficoltà.

La svolta è arrivata quando un investigatore ha deciso di utilizzare PimEyes, una piattaforma accessibile al pubblico, per confrontare una vecchia foto segnaletica con milioni di immagini online. Il sistema ha identificato Burrows in pochi secondi, tradito da un foruncolo sul collo.

Ironicamente, la cattura di Burrows è stata accelerata dalla sua decisione di rientrare volontariamente nel Regno Unito a causa di difficoltà economiche. Arrestato all’aeroporto di Heathrow nel marzo 2024, è stato processato e condannato per crimini che hanno segnato irrimediabilmente decine di giovani vite. James Harvey, una delle vittime, ha espresso sentimenti contrastanti: sollievo per la giustizia finalmente ottenuta, ma anche rabbia per i 27 anni di libertà goduti dal suo aguzzino.

Giustizia Vs. Privacy

Il successo di questa operazione ha riacceso il dibattito sull’utilizzo dell’AI nelle indagini. Sebbene la tecnologia abbia dimostrato un’efficacia straordinaria nel confrontare milioni di foto disponibili online, in cerca di quella di un fuggitivo, organizzazioni per i diritti civili come Liberty e Privacy International hanno espresso preoccupazioni riguardo alla possibile violazione della privacy.

La tecnologia di riconoscimento facciale, come dimostrato, può essere uno strumento potente per portare criminali alla giustizia, ma richiede un utilizzo etico e regolamentato per evitare abusi. La vicenda di Burrows è un esempio di come la tecnologia possa essere al servizio della società, ma anche un monito sui rischi legati alla privacy e alla sorveglianza di massa.

Non a caso, la polizia di Londra ha vietato l’uso di PimEyes sui dispositivi ufficiali, preferendo sistemi interni. Eleanor Atkinson, l’ispettrice che ha guidato l’operazione, ha sottolineato l’importanza di bilanciare efficacia investigativa e tutela della riservatezza. D’altro canto, i responsabili di PimEyes difendono la loro tecnologia, evidenziandone l’utilità contro reati gravi come la tratta di esseri umani e il terrorismo.

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