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La battaglia contro il streaming pirata in Spagna si fa sempre più intensa, coinvolgendo misure drastiche e controversie legali che mettono in discussione l’equilibrio tra protezione del copyright e diritti degli utenti.
Il campionato di calcio spagnolo di Serie A, la LaLiga, ha dichiarato guerra alla pirateria online, adottando una strategia che prevede il blocco di circa 3.000 indirizzi IP ogni fine settimana.
Questa procedura, che ricorda molto la piattaforma Piracy Shield della Lega Serie A italiana, è stata autorizzata dalla magistratura spagnola lo scorso dicembre ma ha generato una serie di conseguenze che stanno alimentando un acceso dibattito.
Cloudflare attacca LaLiga
Secondo il CEO di Cloudflare, Matthew Prince, il blocco indiscriminato di IP rappresenta un approccio “folle“, che rischia di danneggiare utenti innocenti e compromettere l’accesso a servizi essenziali.
La LaLiga, nel tentativo di combattere lo streaming pirata, ha preso di mira l’infrastruttura di Cloudflare, un servizio utilizzato da migliaia di siti web legittimi. Tra le conseguenze più evidenti, c’è il fatto che molti portali non legati alla pirateria online sono diventati inaccessibili per gli utenti spagnoli.
A huge percentage of the Internet sits behind us, including small businesses and emergency resources in Spain. We’ve always been happy and willing to work with rights holders in conjunction with judicial bodies to protect their content. We have a clear process that works around…
— Matthew Prince 🌥 (@eastdakota) May 20, 2025
Questo problema potrebbe da un momento all’altro riguardare anche piattaforme che forniscono risorse critiche, come servizi di emergenza e strumenti di comunicazione essenziali, che usano l’infrastruttura di Cloudflare per restare online h24, 365 giorni l’anno.
La situazione ha messo in evidenza i rischi associati al fenomeno dell’overblocking, ovvero il blocco eccessivo che penalizza risorse legittime e vitali per la società. Secondo Prince, infatti, è solo questione di tempo prima che ci scappi il morto.
Il dibattito è accesissimo
La controversia ha raggiunto un nuovo livello di tensione quando un giudice ha respinto il ricorso presentato da Cloudflare, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti per dimostrare i danni collaterali causati dalle misure restrittive.
Nonostante ciò, l’azienda ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con i detentori dei diritti, ma ha sottolineato la necessità di adottare procedure più mirate ed efficaci per contrastare lo streaming pirata.
Il dibattito si è ulteriormente acceso con l’intervento di esperti del settore, che hanno evidenziato l’urgenza di ripensare le strategie anti-pirateria. Secondo questi analisti, la tutela del copyright non dovrebbe mai compromettere l’accesso a risorse critiche per i cittadini. La situazione in Spagna rappresenta un caso emblematico di come la regolamentazione di Internet possa avere ripercussioni significative sulla vita quotidiana degli utenti.
Nel frattempo, la LaLiga continua a difendere le proprie azioni, sostenendo che il blocco degli indirizzi IP è una misura necessaria per proteggere i propri diritti e quelli dei propri partner. Tuttavia, le critiche nei confronti di questa strategia non accennano a diminuire, con molti che chiedono un approccio più equilibrato e rispettoso dei diritti degli utenti.