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La tecnologia si evolve continuamente per favorire l’utilizzo di dispositivi da parte di utenti con disabilità.
In questo senso, arrivano ottime notizie da Meta, che ha recentemente annunciato miglioramenti significativi ai suoi Ray-Ban Meta, unendo Intelligenza Artificiale e design innovativo per migliorare l’accessibilità e facilitare l’uso della tecnologia sotto il punto di vista dell’accessibilità. L’annuncio è stato fatto in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Accessibilità, sottolineando l’impegno dell’azienda in questo contesto.
Tra le novità più interessanti degli smart glasses in questione, spicca la funzione Call a Volunteer, che permette agli utenti di connettersi in tempo reale con una rete globale di oltre 8 milioni di volontari. Attraverso la videocamera integrata negli occhiali, gli utenti possono ricevere assistenza immediata per diverse esigenze, offrendo un supporto che potrebbe rivelarsi fondamentale nella vita quotidiana. Questo servizio sarà inizialmente disponibile in cinque paesi all’inizio del 2024, con un’espansione prevista in 18 nazioni entro la fine dello stesso anno.
Ray-Ban Meta e accessibilità: l’impegno dell’azienda
Quanto appena proposto da Meta non è di certo un’iniziativa isolata. La compagnia di Mark Zuckerberg ha integrato strumenti di accessibilità anche in altri dispositivi come Meta Quest e Meta Horizon, dimostrando una cerca sensibilità per questa tematica.
Una collaborazione particolarmente rilevante è quella con Sign-Speaks, che ha portato allo sviluppo di un chatbot su WhatsApp in grado di tradurre in tempo reale la lingua dei segni in testo e viceversa.
La strada tracciata dall’azienda si inserisce in un panorama più ampio, dove altri giganti tecnologici come Google e Apple stanno investendo in soluzioni simili. La compagnia di Mountain View, ad esempio, ha potenziato le sue fotocamere con funzionalità basate sull’AI per proporre qualcosa di molto simile a quanto fatto da Meta, mentre Apple ha presentato sistemi avanzati controllabili attraverso segnali cerebrali. Di fatto, tutti i big tech sembrano aver abbracciato questa filosofia, con il chiaro desiderio di non lasciare indietro nessuna categoria di utente.