SoftBank ha annunciato un piano per l’acquisto di azioni Intel per un valore complessivo di 2 miliardi di dollari, fissando il prezzo a 23 dollari per azione. L’accordo è stato formalizzato in via ufficiale con il colosso giapponese, proprietario di ARM, che adesso acquisisce una quota della proprietà di Intel pari complessivamente al 2%.
Le due aziende presentano l’intesa come un modo per rafforzare l’impegno congiunto verso l’innovazione tecnologica e la produzione avanzata di semiconduttori negli USA. Per Intel, i 2 miliardi rappresentano una boccata d’ossigeno fondamentale per sostenere i piani di rilancio, che prevedono il consolidamento della sua posizione come produttore di chip sia per uso interno sia per i clienti esterni.
SoftBank diventa così il sesto maggiore azionista di Intel, consolidando il suo ruolo strategico nel settore dei semiconduttori avanzati e dell’intelligenza artificiale.
Chi è e cosa fa SoftBank
SoftBank Group è un conglomerato giapponese attivo principalmente negli investimenti tecnologici e nelle telecomunicazioni. Gestisce fondi di investimento globali e punta a finanziare aziende innovative nei settori di intelligenza artificiale, semiconduttori, robotica e telecomunicazioni.
Per quanto riguarda ARM, SoftBank ne detiene ancora la maggiore quota di proprietà dopo aver acquisito l’azienda nel 2016. ARM sviluppa architetture di chip e processori a basso consumo, utilizzate in miliardi di dispositivi mobili, IoT e server. SoftBank utilizza questa partecipazione strategica per avere accesso a tecnologie critiche nel settore dei semiconduttori, supportare lo sviluppo di nuovi prodotti e rafforzare la propria posizione nelle collaborazioni industriali legate all’AI e ai chip avanzati.
Il nuovo investimento in Intel
Sebbene 2 miliardi di dollari non rappresentino una cifra significativa rispetto agli standard delle fabbriche di semiconduttori all’avanguardia (che valgono tra i 20 e i 30 miliardi di dollari per stabilimento), l’operazione ha un valore strategico importante. L’investimento non si limita al capitale: rappresenta una dichiarazione di fiducia nel futuro della produzione di semiconduttori avanzati negli USA, quindi in Intel stessa e nell’impegno di SoftBank a partecipare attivamente alla rivoluzione AI.
Masayoshi Son, presidente e CEO di SoftBank, ha dichiarato che per oltre 50 anni Intel è stata un punto di riferimento nell’innovazione. L’investimento riflette la convinzione che la produzione avanzata di semiconduttori negli Stati Uniti continuerà a crescere, con Intel come protagonista.
Dal punto di vista finanziario, l’operazione è interessante anche perché Intel è sottovalutata: con azioni a 23 dollari, il valore di mercato si aggira intorno ai 103 miliardi di dollari, mentre i soli asset immobiliari e produttivi valgono circa 109 miliardi. SoftBank ritiene quindi l’operazione appena condotta in porto anche un’opportunità finanziaria, assicurandosi parimenti l’accesso a infrastrutture produttive fondamentali per i chip AI, in linea con gli investimenti in realtà come ARM e Ampere.
Implicazioni per Intel e il mercato. Governo USA principale azionista con il 10% dell’azienda?
L’arrivo di SoftBank offre a Intel un partner chiave per la prossima generazione di tecnologie, in particolare i nodi produttivi 18A e 14A, cruciali per competere a livello globale nella produzione di chip avanzati. Il supporto di SoftBank potrebbe influenzare anche le trattative con altri partner industriali, creando sinergie importanti nell’ecosistema dei semiconduttori.
Recenti indiscrezioni indicano che l’amministrazione Trump starebbe valutando un investimento pari al 10% di Intel, convertendo parte dei fondi previsti dal CHIPS Act in capitale azionario.
Se confermato, ciò farebbe del governo USA il principale azionista della società, consolidando ulteriormente il ruolo di Intel nella politica industriale americana.
La situazione interna di Intel
Dal punto di vista operativo, Intel ha vissuto un periodo turbolento. Dopo l’uscita del precedente CEO Pat Gelsinger, Lip-Bu Tan è subentrato a marzo 2025 come nuovo amministratore delegato, avviando una ristrutturazione aziendale che ha incluso tagli al personale e revisione delle priorità, con un focus su x86 e sull’ecosistema dei chip. Nonostante questi sforzi, persistono sfide legate ai nuovi nodi produttivi 18A e 14A, fondamentali per mantenere la competitività sul mercato dei semiconduttori all’avanguardia.
A complicare il quadro, Tan è oggetto di attenzione per precedenti legami con aziende cinesi e per la sua gestione passata di Cadence, recentemente condannata per la vendita di segreti commerciali alla Cina. Tutti fattori che hanno alimentato pressioni politiche e richieste di dimissioni, sebbene incontri diretti con l’amministrazione Trump abbiano portato a un aumento della fiducia degli investitori, testimoniato dall’acquisto di 540.000 azioni Intel da parte di un gruppo di investitori privati.
Adesso, l’investimento di SoftBank in Intel e la manovra del governo a stelle e strisce potrebbero contribuire a riportare il sereno in quel di Santa Clara.