Stanziati 900 milioni di euro per azzerare il "digital divide"

Il problema del "digital divide" ossia l'impossibilità pratica, da parte del cittadino, di accedere a qualunque genere di connessione a banda larga, è un problema ancora molto sentito nel nostro Paese.
Stanziati 900 milioni di euro per azzerare il

Il problema del “digital divide” ossia l’impossibilità pratica, da parte del cittadino, di accedere a qualunque genere di connessione a banda larga, è un problema ancora molto sentito nel nostro Paese. La novità è che dal prossimo mese di marzo verrà dato il via ad un “piano d’azione” che, con il coinvolgimento diretto delle Regioni, permetterà di risolvere le situazioni più critiche. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, sarebbero già disponibili 900 milioni di euro (di cui 237 provenienti da privati) per offrire connettività “broadband” a quei 2,8 milioni di cittadini – residenti in 3.600 località differenti – che ancora oggi sono esclusi dal mondo della Rete.

Il “Piano Nazionale Banda Larga” è nato nel 2009 con l’obiettivo di portare l’accesso in banda larga a circa 8 milioni di italiani ancora interessati dal problema del divario digitale. Stando ai dati ministeriali, a circa 4 milioni di cittadini sarebbe già stato permesso di superare l’ostacolo mentre si stanno realizzando le infrastrutture per “connettere” altre 1,2 milioni di persone. Rimangono all’appello, appunto, altri 2,8 milioni di italiani: proprio a loro è destinato lo stanziamento di 900 milioni di euro.

La nuova manovra mira a raggiungere un importante obiettivo, da tempo auspicato anche in sede europea: offrire ad ogni cittadino italiano, indipendentemente dal suo luogo di residenza, la possibilità di connettersi alla rete con una banda minima di 2 Mbps. Il traguardo posto si riferisce anche alle aree geografiche a fallimento di mercato ossia quelle zone, spesso rurali, sulle quali gli operatori non hanno praticamente mai investito.
Allo stesso tempo, si vuole accelerare lo sviluppo della “banda ultralarga” anche al Sud raggiungendo il 40% dei cittadini di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia.

L’investimento di 900 milioni di euro dovrebbe aiutare la crescita del PIL con un incremento che il Governo fissa all’incirca in 1,3 miliardi di euro.

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