Udio: il nuovo strumento IA per realizzare musica on demand

Rilasciato Udio, il concorrente di Suno è disponibile a tutti gratuitamente in versione beta: ecco come si presenta.

Nel corso della giornata di ieri è stata annunciata la nascita di Udio, un nuovo strumento di sintesi musicale basato sull’Intelligenza Artificiale.

Il servizio, creato da un gruppo di ex dipendenti di DeepMind, permette di creare contenuti audio ad fedeltà partendo da input testuali. Udio è in grado di riproporre diversi stili musicali e, durante la fase beta di testing, risulta disponibile a titolo gratuito per chi vuole provare le sue potenzialità.

Proprio questa fase, a quanto pare, sarà essenziale per capire se lo strumento sarà realmente utile o se cadrà ben presto nel dimenticatoio. A quanto pare, infatti, lo stesso ha dimostrato finora delle lacune per quanto riguarda la generazione dei brani.

Secondo chi ha provato con mano Udio, come alcuni redattori del sito arstechnica.com, mettendo alla prova la piattaforma sembra ancora acerba, lontana dalle prestazioni di concorrenti autorevoli come Suno.

Generare musica con Udio? Bene, anche se la beta deve ancora migliorare

Accedere a Udio è semplice: basta registrare un account, accedere alla piattaforma e utilizzare il campo apposito per inserire prompt testuali.

In questo senso, l’utente può descrivere il testo della canzone, il genera musicale e la descrizione del brano. Fatto ciò, l’IA si occupa della generazione attraverso due fasi distinte.

Nella prima, viene utilizzato un LLM, così come ChatGPT, per la generazione degli eventuali testi. Il secondo passaggio, l’IA sintetizza la musica attraverso meccanismi e algoritmi non rivelati da Udio (con tutta probabilità si tratta di un lavoro simile a quello svolto da Stable Audio).

Una volta completata l’elaborazione, lo strumento propone due frammenti di brani distinti. L’utente può dunque scegliere quale dei due è più di suo gradimento. Fatto ciò, è possibile scaricare il contenuto come file audio o condividere lo stesso su altre piattaforme.

Per quanto riguarda i termini di servizio, l’azienda ha fatto sapere che non rivendica alcun tipo di diritto sulla generazione di contenuti musicali che, per questo motivo, possono anche essere utilizzate per scopi commerciali.

Fonte: arstechnica.com

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