Un'azienda assume il "padre" di iKee: le critiche di Sophos

Sophos, società attiva nel campo della sicurezza informatica, con sedi nel Regno Uniti e negli USA, ha reso noto il suo stupore e le sue perplessità circa l'assunzione - da parte di un'azienda che crea applicazioni per iPhone - dello sv...

Sophos, società attiva nel campo della sicurezza informatica, con sedi nel Regno Uniti e negli USA, ha reso noto il suo stupore e le sue perplessità circa l’assunzione – da parte di un’azienda che crea applicazioni per iPhone – dello sviluppatore del worm “iKee”.

Ne avevamo parlato in questa notizia. Messo a punto da Ashley Towns, il worm “iKee” prende di mira i dispositivi iPhone che sono stati oggetto di “jailbreaking”, la procedura di sblocco che di fatto permette l’installazione di software non ufficiale, non commercializzato attraverso il negozio online di Apple.

Graham Cluley, senior technlogy consultant di Sophos, ha osservato senza mezzi termini: “è necessario essere estremamente chiari. Creare worm e virus non è cool e non è un modo per trovare lavoro”. Cluley ha poi aggiunto se le vittime di “iKee” saranno mai risarcite per il danno subìto. Di recente, tra l’altro, come ricordano gli esperti di Sophos, il codice sorgente di “iKee” è stato utilizzato come base per mettere a punto un nuovo virus, estremamente più dannoso perché capace di sottrarre dati sensibili (ad esempio coordinate bancarie) creando una botnet dei dispositivi infetti.

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