Negli Stati Uniti, la piattaforma TikTok sta vivendo una controversia che dura ormai da svariati mesi.
Con oltre 170 milioni di utenti americani e un valore stimato attorno ai 14 miliardi di dollari, la piattaforma si prepara a cambiare volto in seguito a un accordo vincolante che coinvolge la casa madre ByteDance e una serie di investitori statunitensi e internazionali. Questo nuovo assetto prevede la creazione di una joint venture indipendente, la TikTok USDS Joint Venture LLC, destinata a gestire tutte le operazioni della piattaforma negli Stati Uniti, rispondendo così alle crescenti pressioni in tema di sicurezza nazionale e tutela dei dati.
La riorganizzazione societaria stabilisce una composizione azionaria precisa: Oracle, Silver Lake e MGX (società con sede ad Abu Dhabi) deterranno ciascuna il 15% della nuova entità, mentre altre affiliate di investitori già presenti in ByteDance controlleranno il 30,1%. La stessa ByteDance manterrà una quota minoritaria del 19,9%, mentre il consiglio di amministrazione sarà a maggioranza statunitense. Questo assetto è stato studiato per rispondere alle preoccupazioni del legislatore americano e alle richieste espresse in atti normativi come il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, che impone la vendita TikTok US entro il 22 gennaio 2026.
Oracle, Silver Lake e MGX pronte ad acquisire TikTok US
Tre sono le direttrici principali sulle quali si focalizzerà la nuova governance: la protezione dei dati personali degli utenti, la moderazione dei contenuti e il controllo dell’algoritmo di raccomandazione. In particolare, Oracle ricoprirà il ruolo di “trusted security partner”, ospitando tutti i dati degli utenti statunitensi nei propri data center e supervisionando il processo di ricalibrazione dell’algoritmo di raccomandazione che, per garantire l’autonomia e la sicurezza, utilizzerà esclusivamente informazioni provenienti dal territorio americano.
Questo nuovo scenario arriva dopo anni di tensioni normative e diplomatiche: dall’ordine esecutivo emanato dall’amministrazione Trump anni fa, fino ai recenti sviluppi legislativi che hanno accelerato la necessità di una riorganizzazione strutturale. Da un lato, i regolatori e i sostenitori della riforma sottolineano come la proprietà americana e la localizzazione dei dati rappresentino una garanzia concreta per la sicurezza nazionale. Dall’altro, numerosi esperti di tecnologia e di diritti digitali fanno notare che la sola modifica della governance non basta a eliminare del tutto i rischi tecnici e le possibili interferenze: la trasparenza operativa, la gestione dei processi di audit e la supervisione dell’algoritmo restano temi aperti e delicati.
L’algoritmo di raccomandazione al centro della controversia
Dal punto di vista tecnico, il riaddestramento dell’algoritmo di raccomandazione con soli dati americani rappresenta una sfida ingegneristica di rilievo. Isolare e trasferire i flussi informativi necessari a far funzionare un sistema di raccomandazione così sofisticato implica complessità che richiedono verifiche indipendenti, audit regolari e protocolli che rendano trasparenti e replicabili sia i modelli sia i dataset impiegati. La comunità tecnica chiede che questi processi siano sottoposti a un controllo costante, al fine di garantire la sicurezza e la correttezza del sistema.
Sul piano economico, l’operazione rappresenta un caso emblematico del nuovo scenario geopolitico in cui si muovono le grandi piattaforme digitali: le tensioni internazionali spingono verso soluzioni di governance orientate alla sicurezza nazionale, spesso a costo di riorganizzazioni aziendali complesse e di nuovi equilibri tra investitori. Gli azionisti, oltre ad acquisire l’accesso a una vasta base utenti e a importanti flussi pubblicitari, si assumono anche responsabilità crescenti in termini di conformità normativa e gestione della reputazione.
Per gli oltre 170 milioni di utenti americani, l’impatto più immediato potrebbe riguardare la personalizzazione dei contenuti: la ricalibrazione dell’algoritmo con dati esclusivamente statunitensi potrà influenzare la viralità dei video, i trend proposti e l’esperienza d’uso complessiva. Resta da valutare quanto questi cambiamenti incideranno sulla qualità della piattaforma e in che modo sarà possibile bilanciare la tutela della privacy con l’efficienza dei sistemi di raccomandazione.