Addio a Stephen Hawking, il genio che ha rivoluzionato la cosmologia

Ci lascia all'età di 76 anni, affetto fin da giovane da una forma atipica di SLA, uno tra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo. I suoi studi e i suoi insegnamenti restano un faro per le generazioni future e i ricercatori di oggi e di domani.

Oggi è un giorno triste. È venuto a mancare Stephen Hawking, cosmologo, fisico, matematico e astrofisico britannico, fra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo.

Affetto da tempo da sclerosi laterale amiotrofica, Hawking è deceduto a 76 anni nella sua casa di Cambridge. All’età di 21 anni, quando gli fu diagnosticata la malattia, i medici ritenevano che avrebbe vissuto per un paio di anni. Invece lo scienziato ha lottato con grande tenacia continuando ad alimentare il dibattito scientifico e a pubblicare una serie di studi di inestimabile valore.

L’Università di Cambridge ha di recente pubblicato online una riproduzione della tesi di laurea originale di Hawking: Tesi di Stephen Hawking online: ecco come consultarla.
Hawking si è concentrato sullo studio delle cosiddette singolarità gravitazionali ovvero di quei punti dell’universo in cui la curvatura dello spaziotempo tende verso un valore infinito.
L’universo viene visto dagli scienziati come una struttura a quattro dimensioni: oltre alla lunghezza, larghezza e profondità, il tempo è il palcoscenico ove si svolgono i fenomeni fisici (il concetto di spaziotempo).

Lo scienziato, proprio studiando le singolarità dello spazio-tempo, ha gettato le basi per una serie di studi pionieristici sui buchi neri e sull’origine dell’universo.
Già nei primi anni ’70, Hawking enunciò le quattro leggi della termodinamica dei buchi neri – quelle regioni dello spaziotempo dalle quali, in forza del campo gravitazionale così intenso che esse esercitano, nulla al suo interno può sfuggire, nemmeno la luce -, ne descrisse le caratteristiche e dimostrò le altre leggi che caratterizzano i buchi neri.

Nel 2016 Hawking ha proposto una soluzione matematica per risolvere il problema della conservazione dell’informazione nei buchi neri. Che fine fanno le particelle e i corpi che vengono inghiottiti in un buco nero?
Hawking, insieme con i suoi colleghi, ha recentemente individuato una soluzione che non viola la relatività generale, la meccanica quantistica e la legge di conservazione dell’energia.

Le ricerche di Hawking hanno permesso di raccogliere molteplici indizi e formulare diverse teorie sulla geometria dell’universo, dalla sua nascita fino all’attuale evoluzione.
Per il genio britannico, il Big Bang può essere considerato come un buco nero al contrario: la materia può uscire transitando attraverso un varco nello spaziotempo (wormhole), espulsa in un altro punto dell’universo (soprattutto se questo fosse strutturato come una ciambella o un toroide).
Non è quindi escluso, come sostengono le teorie di altri cosmologi, che esistano molteplici universi paralleli (il concetto di multiverso); e ciò proprio in forza delle peculiarità dei buchi neri.

Nel 2006, insieme con Thomas Hertog del CERN di Ginevra, Hawking propose un modello di “cosmologia top-down” secondo cui l’universo non aveva alcuno stato unico iniziale.

In merito all’esistenza di altre civiltà nell’universo, Hawking ha sostenuto quasi certamente esse esistano “da qualche parte”. Le probabilità, considerata l’immensità dell’universo, sono elevatissime, ma – di contro – sono infinitesimali le probabilità di raggiungere un contatto.
Anche perché se una civiltà aliena ostile fosse in grado di arrivare sino a noi sarebbe in possesso di una tecnologia così avanzata da distruggere, se lo volesse, la Terra e l’umanità in poco tempo.

Hawking non ha mai ricevuto il Nobel per la fisica: nell’assenza di prove sperimentali per le sue teorie si trova quasi certamente il motivo della mancata assegnazione.
Sino ad oggi, infatti, sono state svolte solamente simulazioni di laboratorio anche se le prove condotte nel 2016 dell’Istituto israeliano Technion, hanno confermato la teoria dell’evaporazione dei buchi neri, così come enunciata da Hawking ben 42 anni prima.
Non è quindi escluso che possa arrivare un Nobel, pur se post mortem.

Primo: ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi. Secondo: non rinunciate al lavoro. Il lavoro vi dà uno scopo, e senza di esso la vita è vuota. Terzo: se avrete la fortuna di trovare l’amore, ricordate che esiste e non buttatelo via“, affermò qualche anno fa Hawking.

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