Bill Gates lascia Microsoft per dedicarsi alla sua fondazione. Parlò di epidemie virali già 5 anni fa

Fa effetto rivedere quest'oggi un intervento pubblico risalente ad aprile 2015 di Bill Gates, co-fondatore di Microsoft insieme con Paul Allen, in cui l'ex numero uno dell'azienda di Redmond invitava a prepararsi in vista di un'eventuale epidemia virale su scala globale.

Un’iniziativa che ha destato sorpresa quella di Bill Gates. Il co-fondatore di Microsoft (insieme con Paul Allen, nel 1975) ha deciso di dimettersi dal consiglio di amministrazione della sua azienda per dedicare ancora maggiore impegno sulla sua fondazione concentrandosi sulla salute globale, sulla lotta ai cambiamenti climatici e la crescita del livello di istruzione nelle aree più svantaggiate del pianeta.

Non è certamente un caso che la decisione di Gates si arrivata contemporaneamente con il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus.
Era il 3 aprile 2015, esattamente cinque anni fa, quando Gates disse: “quando ero ragazzo ciò che preoccupava di più era l’esplosione di una guerra nucleare. Oggi non è più quello il più grande rischio di catasfrofe globale. Se qualcosa ucciderà oltre 10 milioni di persone nei prossimi decenni e molto più probabile che possa trattarsi di un virus altamente contagioso.

Gates spiegava che abbiamo investito cifre colossali in deterrenti per contrastare eventuali aggressioni di tipo nucleare ma poco è stato fatto sui sistemi per contrastare le epidemie virali. “Non siamo pronti“, disse l’ex numero uno di Microsoft durante un intervento organizzato in seno alla TED Conference.

Parlando di Ebola, Gates parlò della scarsissima velocità di reazione e dell’immane lentezza che hanno favorito la diffusione della malattia in Africa. Non si tentò neppure di acquisire il plasma sanguigno delle persone sopravvissute al virus per cercare di aumentare le difese di coloro che stavano combattendo Ebola (come si sta iniziando a fare oggi con il Coronavirus). “La mancanza di preparazione potrebbe portare a conseguenze devastanti, molto più ampie rispetto a quelle provocate da Ebola“, disse.

Parlando dell’Africa occidentale e limitandosi alla sola epidemia del 2015, Ebola provocò oltre 10.000 morti. Come fu combattuto? In primis grazie a medici eroici che riuscirono a isolare i pazienti infetti ma soprattutto per via del fatto che Ebola non si diffonde per via aerea (ma attraverso fluidi biologici) e nel tempo in cui il virus diventa contagioso i malati sono già bloccati a letto. Inoltre, fortunatamente, Gates spiegò che il virus non arrivò nelle aree urbane più densamente popolose altrimenti il quadro sarebbe stato ben più drammatico.

E poi la “profezia”: “in futuro potrebbe emergere un virus diverso, che permetterà agli infetti di sentirsi bene anche quando si risulterà contagiosi, tanto da poter salire su un aereo, un mezzo pubblico o andare al supermercato“. Gates citò l’influenza “spagnola” del 1918 che causò oltre 33 milioni di decessi a livello mondiale parlando poi degli strumenti per attrezzarsi al peggio che debbono però essere necessariamente inseriti in un sistema sanitario globale per “essere pronti”.

Stando a quanto precisato da Microsoft in un comunicato ufficiale, Gates continuerà a collaborare con l’azienda nelle vesti di consulente tecnologico interfacciandosi sia con l’attuale CEO Satya Nadella sia con gli altri dirigenti.
Nadella, da parte sua, ha dichiarato che “è stato un grandissimo onore e privilegio lavorare e imparare da Bill. Microsoft continuerà a beneficiare della costante passione e consulenza tecnica di Bill per far avanzare prodotti e servizi“.

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