Caccia ai giudizi fasulli: antitrust indaga su TripAdvisor

L'antitrust italiana ha avviato un'indagine a carico di TripAdvisor, il celeberrimo servizio che consente di ottenere valutazioni di ristoranti, hotel ed esercizi pubblici in qualunque parte del mondo.

L’antitrust italiana ha avviato un’indagine a carico di TripAdvisor, il celeberrimo servizio che consente di ottenere valutazioni di ristoranti, hotel ed esercizi pubblici in qualunque parte del mondo. Obiettivo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è quello di stabilire se “la società adotti misure idonee a prevenire e limitare il rischio di pubblicazione di false recensioni, sia sotto il profilo informativo che relativamente alle procedure di registrazione“.

Per il momento non viene ancora imputato alcunché a TripAdvisor: la stessa AGCM fa riferimento alla “possibile esistenza di pratiche commerciali scorrette“. C’è tuttavia il sospetto che parte delle recensioni pubblicate sul sito possano essere “pilotate” e non rispecchino quindi il reale giudizio di chi ha visitato, per lavoro o per svago, le varie strutture.

L’AGCM non accusa direttamente TripAdvisor a fronte della pubblicazione di recensioni non veritiere ma vuole accertarsi che l’azienda abbia posto in essere una serie di procedure per ridurre al minimo l’eventualità che imprenditori senza scrupoli possano alterare ad arte le classifiche con lo scopo di guadagnarsi illecitamente visibilità e, di conseguenza, nuovi clienti.

L’autorità italiana ha precisato di aver ricevuto numerose segnalazioni “da parte di consumatori, di proprietari di strutture turistiche (alberghi, ristoranti e altri luoghi di ritrovo) e dell’Associazione Unione Nazionale Consumatori” che hanno ritenuto quanto meno anomali alcuni comportamenti evidenziati da TripAdvisor.

L’Unione Nazionale Consumatori conferma che, stando a quanto riferito dagli associati, qualcosa non va: “c’è chi racconta di trattorie decadenti spacciate per ristoranti stellati; stanze con vista mare che in realtà hanno l’affaccio sulla piscina; alberghi prenotati al centro di una metropoli con l’idea di poter girare a piedi, per poi scoprire che sono sì a due passi, ma dall’aeroporto fuori città“.

Massimiliano Dona, segretario dell’associazione, dichiarandosi soddisfatto della scelta di AGCM, esorta TripAdvisor a garantire meglio l’attendibilità dei giudizi “per evitare che un’idea geniale, nata per sfruttare a pieno lo spirito di condivisone di Internet, imploda su se stessa con il sospetto di essere ispirata a logiche di interesse e magari anche da interessi anticoncorrenziali“.

L’avvio dell’istruttoria da parte di AGCM segue il provvedimento di ieri nei confronti di Booking ed Expedia. In questo caso, i due noti siti vengono chiamati in causa citando possibili pratiche anticoncorrenziali. Oggetto di analisi sono le clausole previste da Booking ed Expedia che vincolano le strutture ricettive a non offrire i propri servizi alberghieri a prezzi e condizioni migliori tramite altre agenzie di prenotazione online, e in generale, tramite qualsiasi altro canale di prenotazione (siti web degli alberghi compresi). Secondo l’antitrust l’adozione di queste pratiche “potrebbe limitare significativamente la concorrenza sia sulle commissioni richieste alle strutture ricettive che sui prezzi dei servizi alberghieri, in danno, in ultima analisi, dei consumatori finali“.

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