Dominio personalizzato: quali i possibili utilizzi

A cosa serve un dominio personalizzato: qualche idea per utilizzarli al servizio della professione e del proprio business.

Con la liberalizzazione dei gTLD (generic top-level domain) ovvero i nomi a dominio di primo livello voluta dall’ICANN si è assistito alla nascita di tanti nuovi domini di primo livello che da un lato hanno rappresentato un’enorme opportunità e dall’altra si sono trasformati in una potenziale minaccia per tante aziende e professionisti determinati a difendere i loro marchi. Ne parlavamo già nel 2014 presentando vantaggi e rischi dei nuovi gTLD.

Oltre ai tradizionali ccTLD (Country Code Top Level Domain) ovvero ai domini di primo livello nazionali assegnati agli stati e ai territori dipendenti (si pensi al noto .it per l’Italia; sono sempre formati da due lettere) storicamente i nomi a dominio di primo livello generici più noti erano i classici .com, .net, .org.
I gTLD sono sempre formati da tre o più lettere.

Con il passare del tempo guardate quali e quanti domini di primo livello generici sono stati approvati e sono oggi utilizzabili dai richiedenti (in molti casi da chiunque sia interessato).
Oltre ai propri marchi che le aziende di più grandi dimensioni si sono affrettati a registrare (versando cifre importanti), tanti domini possono essere oggi utilizzati da chiunque ne faccia richiesta.

ICANN, l’ente di gestione internazionale che è responsabile del sistema di gestione dei nomi a dominio di primo livello, ha perciò designato tanti nuovi registri (registry) su scala mondiale, ognuno responsabile di uno o più gTLD indicati in questa pagina.

I clienti finali (imprese, enti, privati,…) ovvero coloro che sono interessati ad acquisire per sé l’utilizzo di un secondo livello su uno specifico gTLD fanno riferimento, al solito, ai registrar ovvero a soggetti che si occupano di gestire le relazioni con il corrispondente registry.

Interessante è il sommario sui gTLD: nella colonna di destra è possibile trovare l’elenco dei gTLD più richiesti nell’ultimo periodo.
Cliccando su ciascuno di essi è possibile conoscere il registry competente.
A seconda dei rapporti commerciali con i vari registri, i registrar non offrono tutti lo stesso canone annuale per la registrazione di un nome a dominio o gTLD: è quindi bene effettuare una ricerca con cura tenendo presente che per alcuni domini i prezzi possono variare di molto.

Google stessa è registry per alcuni gTLD mentre è registrar per gli altri nomi a dominio tramite il servizio Google Domains disponibile anche in Italia.

Cosa fare con un dominio personalizzato

L’utilizzo più scontato di un nome a dominio di secondo livello creato su un gTLD meno conosciuto è ovviamente quello di poter supplire alla mancanza di nomi a dominio interessanti (perché ormai tutti registrati) sui classici .it e .com.

Visitando la pagina di ricerca dei nomi a dominio su GoDaddy, attualmente il più grande registrar a livello mondiale, si può verificare se un qualunque dominio fosse già registrato (non solo relativamente ai gTLD ma anche ai ccTLD) e ottenere suggerimenti su eventuali alternative ancora disponibili.
In un altro articolo abbiamo visto come trovare a chi è intestato un dominio.

Ovvio che se si proverà ad esempio a registrare miglioretelefono.apple oppure migliore.alfaromeo verrà mostrato il messaggio “non è disponibile“: questo perché né Apple né Alfa Romeo offrono ovviamente la possibilità a terzi di registrare e utilizzare domini di secondo livello.

1) Creare un sito web. Spesso un gTLD viene registrato per iniziare a sviluppare la propria presenza online oppure migliorarla al di fuori dei social network che per tante aziende sono diventati un prezioso strumento di business.
Un dominio personalizzato aiuta a essere facilmente individuabili online, se scelto bene permetterà di essere memorizzato facilmente, vi si possono concentrare i propri sforzi in termini SEO (Search engine optimization) per acquistare visibilità sui motori di ricerca, aiutano a dare vita a nuovi progetti.

Una volta registrato un nome a dominio di secondo livello basterà rivolgersi a un provider (che può essere diverso dal registrar) per costruirvi attorno un sito web, gestire account di posta e altri servizi.

A seconda delle proprie competenze si possono utilizzare CMS (content management system) per gestire i contenuti che si erogheranno attraverso il sito web, comprese le più note piattaforme di ecommerce (WooCommerce, Magento, Prestashop giusto per fare qualche nome). In alternativa si possono mettere online applicazioni web sviluppate in proprio.

Un’ulteriore alternativa sono strumenti come WordPress.com, Square Online, Webflow, Carrd, Wix, Weebly e così via.
Ciò che li accomuna è la possibilità di creare interi siti web senza digitare una riga di codice, servendosi di un editor visuale che permette di creare applicazioni responsive.
Il server web che eroga il proprio sito sarà gestito dalla piattaforma prescelta: per utilizzare dominio personalizzato, però, bisognerà attivare un piano in abbonamento perché quello free non offre questa possibilità.

Cercando su Google free plan comparative seguito dal nome della piattaforma d’interesse è possibile capire meglio cosa viene offerto nel piano gratuito e in quelli a pagamento.

Ci sono anche piattaforme pronte per l’uso progettate per l’ecommerce come Big Cartel, UCraft e lo stesso WordPress.com.

Agendo sulla piattaforma di amministrazione del dominio personalizzato fornita dal registrar basterà modificare i record DNS specificando, negli appositi campi, l’indirizzo IP del server web (“record A”).
Per i server che rispondono alle richieste in ingresso utilizzando un indirizzo IPv6 si dovrà modificare il record AAAA a livello di DNS.

Il vantaggio di avere per sé la gestione di un dominio personalizzato consiste inoltre nella possibilità di creare CNAME ovvero associazioni tra un nome mnemonico e un altro nome che a sua volta corrisponde a un record A, AAAA o CNAME (ad esempio test.nomedominio.ext può essere fatto puntare a www.nomedominio.ext con un record CNAME).

2) Possibilità di creare terzi livelli. A partire dal dominio personalizzato di secondo livello si possono creare uno o più terzi livelli utilizzabili per dividere il sito in più sottosezioni o creare ambienti di test.
Da un punto di via SEO un terzo livello viene considerato come un dominio a sé stante, completamente separato dal dominio di secondo livello.

Un terzo livello può essere fatto ad esempio puntare a un sistema locale o a un server che si sta provando per esigenze specifiche.
In questo modo è possibile rendere facilmente accessibili strumenti per lo storage e la condivisione dei dati o creare un server per le videoconferenze con Jitsi Meet senza dipendere da alcun fornitore di terze parti. Le possibilità, però, sono virtualmente infinite.

3) Creare indirizzi email personalizzati. Indirizzi del tipo @gmail.com, @alice.it, @tiscali.it, @libero.it, @outlook.it di certo mal si adattano alle esigenze di una realtà aziendale o di un team di professionisti.
Molto più professionale è registrare un dominio personalizzato quindi creare n account email @nomedominio.ext, uno per ciascun manager, titolare, dipendente o collaboratore.

Anche in questo caso basta modificare i record MX nel pannello di amministrazione DNS fornito dal registrar. In questo modo la posta elettronica sarà reindirizzata verso server di un fornitore del servizio email. Presso quest’ultimo soggetto si possono creare gli account email che si desiderano utilizzare.
Il gestore di posta fornisce i parametri IMAP, POP3 e SMTP per l’accesso a ciascun account di posta.

Gli account email associati a un dominio personalizzato possono essere gestiti anche in proprio configurando un server Linux o Windows sul cloud o in locale (i server di posta dovranno comunque essere sempre raggiungibili in rete e utilizzare lo stesso indirizzo IP pubblico).
In un altro articolo abbiamo visto come creare email illimitate senza appoggiarsi ad alcun providere con Linux; diversamente ci si può appoggiare a Microsoft Exchange Server su Windows Server.

4) Configurare Microsoft 365 e Google Workspace su un dominio personalizzato. Un’ulteriore possibilità consiste nel costruire tutta una serie di servizi intorno al proprio dominio personalizzato: farlo con Microsoft 365 e Google Workspace è molto semplice.

Senza dover allestire server dedicati le due piattaforme di Microsoft e Google consentono di creare un ambiente di lavoro unico attorno a un dominio personalizzato: si avranno così a disposizione posta elettronica, calendario, strumenti per la collaborazione, condivisione ed editing professionale di documenti, storage e backup online, videoconferenze illimitate e molto altro ancora.

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