Microsoft e Google hanno abbandonato decine di progetti: ecco quali sono

Il cimitero dei progetti di Microsoft e Google è vasto: quali prodotti hardware e software hanno abbandonato le due aziende. Uno sguardo al passato che aiuta a capire il presente e il futuro.

Per ogni fine, c’è un nuovo inizio“, scrive Antoine de Saint-Exupery nel celeberrimo “Il Piccolo Principe“. Una frase che deve essere particolarmente cara ai vertici di aziende come Microsoft e Google.
Nel corso degli anni la società di Redmond ha definitivamente abbandonato 70 progetti mentre l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin ne ha messi in cantina oltre 260.

Numeri davvero importanti, soprattutto se si considerano gli imponenti investimenti che sono stati fatti per ciascuna iniziativa. Andando ad analizzare i progetti abbandonati si scopre tuttavia che in molti casi l’esperienza accumulata ha poi permesso di dare vita a piattaforme nuove e ulteriormente migliorate. Un “nuovo inizio”, insomma, che ha permesso di non buttare via tutti gli sforzi precedentemente profusi.

Se siete curiosi e volete saperne di più, visitate le pagine Killed by Microsoft e Killed by Google.

I prodotti accanto ai quali campeggia il simbolo della ghigliottina non sono stati ancora accantonati ma lo saranno in futuro: per ciascuno di essi viene riportata la data di ritiro.
In entrambi i casi, sia per Microsoft che per Google, l’ordinamento è decrescente: in cima alla lista si trovano i prodotti che saranno mandati forzatamente in pensione in futuro mentre scorrendo verso il basso si trovano quelli del passato più recente o più remoto.

Parlando di soluzioni Microsoft, il “cimitero” virtuale ci ricorda ad esempio che gli utenti dovranno dire addio a Skype for Business a ottobre 2025: una scelta figlia degli investimenti fatti su Teams.

Tra i prodotti pensionati più di recente ci sono la piattaforma Silverlight che come la tecnologia Adobe Flash sono state integralmente sostituite con l’utilizzo delle pagine HTML5; il browser Edge basato sul motore di rendering Microsoft (EdgeHTML) anziché su quello di Chromium; Windows 10 IoT Core, edizione gratuita del sistema operativo progettata per i dispositivi per l’Internet delle Cose (installabile anche su Raspberry Pi).

Molto criticati la chiusura dell’app Wunderlist per la gestione di impegni e attività sostituita da Microsoft To Do e l’addio ai visualizzatori di documenti Office.
Particolarmente sentita da molti anche la chiusura del progetto Windows Media Center, nel 2015.

In campo hardware vengono ricordati gli stop subìti dai progetti Kinect, Lumia e Zune.

Il primo progetto a incassare la scure di Microsoft? Microsoft Bob, una sorta di “assistente digitale” ante litteram che fu presentato nel 1995 e che avrebbe dovuto rendere più semplice l’accesso al calendario, alla rubrica, alle funzioni multimediali e così via. Gli “assistenti” di Microsoft Bob continuarono a essere utilizzati per anni, però, nei prodotti Microsoft, a partire dalla suite Office. Basti pensare che lo stesso font di carattere Comic Sans fu creato appositamente per Microsoft Bob senza però venire usato.

E Google? Anche nella storia dell’azienda di Mountain View le ciambelle non sono uscite sempre col buco.
A parte l’abbandono di G Suite in versione gratuita che non può neppure chiamarsi tale in quanto sostituito da Workspace (Google semplicemente non permetterà più di usare account gratuiti per scopi professionali da maggio 2022), ha qualche rilevanza la cancellazione del progetto Chrome Apps da giugno prossimo.
Con l’avvento delle PWA o Progressive Web App, applicazioni che funzionano in modo “simil-nativo” svincolandosi dall’interfaccia del browser Web non ha più senso parlare di Chrome Apps.

Nel 2021 Google ha deciso di cassare il programma Backup and Sync invitando gli utenti a usare il client di Drive anche per il backup e la sincronizzazione dei dati su desktop e notebook.

Rilevanti l'”uccisione” nel 2020 di Google Cloud Print, servizio integrato con le stampanti di tanti produttori che permetteva di stampare a distanza. Abbiamo visto come oggi si può collegare la stampante al cellulare Android; di Playground AR che consentiva di usare la realtà aumentata per inserire figure generate in digitale nell’ambiente reale circostante (la tecnologia ARCore e gli animali 3D sono sempre attualissimi…); di Project Loon che mirava a fornire connettività usando palloni aerostatici.

Poi ci sono progetti come l’estensione Password Checkup che è stata messa da parte soltanto perché le sue utili funzioni per la verifica della sicurezza delle password sono state integrate direttamente in Chrome.

Hanno invece fatto sicuramente più scalpore, nel 2019, la chiusura del social Google+ e il ritiro del servizio di abbreviazione degli URL goo.gl.
A parte Meet e in parte Duo, Google non era mai riuscita in passato a imporre i suoi strumenti per la messaggistica istantanea e le videoconferenze. In un altro articolo parliamo delle differenze tra le app Messaggi, Duo, Chat e Meet.
In passato Google ha abbandonato sia Hangouts che Allo e molto prima fu la volta di Talk.

Uno dei primi progetti ad essere abbandonati? Google Deskbar nel 2006: era una sorta di add-on per la barra delle applicazioni di Windows che permetteva di effettuare ricerche sul Web senza lasciare il desktop Microsoft. Ha dato lo spunto per tante funzionalità che vediamo oggi integrate nella barra delle applicazioni di Windows (si pensi ai Widget di Windows 11) e nel menu Start (i risultati di ricerca restituiti dal motore Bing).

Date un’occhiata a entrambe le pagine Killed by Microsoft e Killed by Google: offrono un bel quadro sull’evoluzione del Web, dei PC, dei dispositivi mobili, dei device di vario genere e dell’informatica nel suo complesso.

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