Bill Gates fa mea culpa e torna sulle opportunità perse da Microsoft nel settore mobile

Bill Gates si riferisce a quello di non aver sviluppato seriamente il business incentrato su un sistema operativo Microsoft per i dispositivi mobili come uno degli errori più colossali di tutti i tempi. Va detto che nel 2008-2010 la società di Redmond non aveva la stessa visione aperta che la contraddistingue oggi.

Nel corso di un recente evento al quale ha partecipato Bill Gates al fondatore e amministratore delegato onorario di Microsoft è stato chiesto di fare un bilancio complessivo sull’azienda che ha fatto nascere, che ha fatto crescere e che ha visto cambiare ed evolvere nel corso di ben 44 anni.

Dinanzi ai quesiti rivoltigli da Julia Hartz, CEO di Eventbrite, la piattaforma tecnologica per la gestione di eventi più grande al mondo, Gates è tornato ancora una volta su quello che egli considera uno degli errori più grandi dell’intera storia di Microsoft e probabilmente uno dei più gravi di tutti i tempi.

Gates fa il mea culpa per aver lasciato lo sviluppo di un sistema operativo come Android nelle mani di Google. Microsoft è stata da sempre impegnata sul software ed è stato gravissimo non sviluppare un sistema operativo per il segmento “mobile” nei tempi e nei modi giusti.


Secondo Gates c’era tutto il tempo affinché Microsoft si proponesse come il punto di riferimento anti-Apple anche nel settore “mobile”. Esclusa la quota parte appannaggio di Apple, il mercato smartphone è valutabile per un volume di affari che si aggira intorno ai 400 miliardi di dollari; “400 miliardi di dollari che sono confluiti nelle casse della società G (Google, n.d.r.) e che sarebbero invece potuti finire da M” (Microsoft, n.d.r.) ha dichiarato Gates.

Si piange sul latte versato? Un po’ sì, anche se quella di Gates suona come un’ammissione di colpa per non aver capito come si stava muovendo il mercato e per non aver gettato solide basi per l’evoluzione di Windows Phone.

Va detto che la prima versione di Windows Phone è arrivata a distanza di due anni esatti dalla prima release di Android (settembre 2010 contro settembre 2008) ma mentre Google fiutò come cruciale la scelta di basare il sistema operativo su kernel Linux, macchina virtuale Dalvik, compilatore just-in-time e Java, Microsoft realizzò un sistema operativo chiuso ritenendo che il cliché usato per Windows potesse andare bene anche sul versante “mobile” per acquisire quote di mercato.

E nonostante l’indimenticabile Steve Jobs avesse lanciato strali contro Android parlando di prodotto rubato (“distruggerò Android perché è un prodotto rubato. Farò una guerra termonucleare su questo“), a dispetto della causa pluriennale intentata da Oracle (vedere Per i giudici Google ha violato la proprietà intellettuale Oracle per sviluppare Android), il sistema operativo della società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha saputo imporsi proprio perché aperto, offerto come software libero, utilizzabile e modificabile da qualunque soggetto senza gravami e senza l’obbligo di versare royalty.

Le app di Google (come il Play Store, i Play Services e le altre sviluppata dall’azienda di Mountain View) non sono installabili liberamente dai vari produttori (Quali saranno i costi di licenza per le app Google? Spunta l’ipotesi di sovvenzioni per i produttori) ma il codice sorgente di Android può essere utilizzato anche per creare versioni derivate (fork).

Gates ha rimarcato come Microsoft avesse tutte le carte in regola per eccellere nel settore “mobile” ma, va detto, è oggi anche piuttosto facile trarre conclusioni a posteriori. Nel periodo giugno 2008-febbraio 2014 alla guida di Microsoft c’era Steve Ballmer ed è stata proprio la mancanza di lungimiranza in quel periodo a portare al fallimento del progetto Windows Phone, prima e Windows Mobile, poi.

È la visione aperta di Satya Nadella che in tempi più recenti ha riportato Microsoft ai numeri da “prima della classe”, nonostante il treno perso in campo “mobile”: Microsoft torna ai fasti di un tempo: 850 miliardi di capitalizzazione.

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