Produttori di chip: alleanza tra Intel, Samsung, TSMC e altri nomi per ridurre le emissioni

I principali produttori di chip formano un'alleanza per combattere i cambiamenti climatici: maggiore collaborazione e responsabilità per catene produttive più sostenibili. Si spinge l'acceleratore sul processo di decarbonizzazione dell'industria.

In occasione della conferenza sul clima COP27 in corso questa settimana in Egitto i partecipanti si sono confrontati con un nuovo gruppo di aziende che si è appena costituito.
Semiconductor Climate Consortium (SCC) è un consorzio che al momento vede la partecipazione di 62 aziende tra cui Intel, TSMC, Samsung, GlobalFoundries, SK Hynix e Micron. L’obiettivo dell'”alleanza” è quella di ridurre le emissioni di gas serra lungo l’intera catena di produzione dei componenti elettronici. Il consorzio SCC è stato formato in seno a SEMI, associazione di settore che raccoglie la filiera di progettazione e produzione dei dispositivi elettronici.

I membri fondatori hanno tutti confermato il sostegno dell’Accordo di Parigi che mira a limitare il riscaldamento medio globale a 1,5 gradi centigradi confrontando le temperature con quelle del periodo preindustriale.
I membri di SCC riconoscono l’impatto climatico del settore e la necessità di una maggiore attenzione per guidare la crescita sostenibile lungo la catena“, ha affermato Mousumi Bhat , vicepresidente dei programmi globali di sostenibilità presso SEMI. “Non vediamo l’ora di fissare obiettivi di sostenibilità significativi e contribuire a fornire garanzie ambientali a tutela delle generazioni future“.

Il prossimo passo di SCC è eleggere un consiglio direttivo per stabilire le priorità in linea con gli obiettivi generali di collaborazione sulle migliori pratiche, trasparenza sulle emissioni e ambizioni di decarbonizzazione.

La formazione del consorzio arriva in un momento in cui la costruzione di nuovi stabilimenti produttivi è in rapida ripresa. L’iniziativa CHIPS for America mette sul piatto 52 miliardi di dollari per espandere la produzione nel Paese, con Made in China il Paese asiatica vuole spingere la sua produzione interna e con il suo Chips Act anche l’Europa vuole tornare protagonista.
Entro il 2025 entrerà in funzione il nuovo stabilimento italiano di Intel per la produzione di chip e altri ne verranno fondati in Europa.

Bhat ha spiegato che il momento è “caldo” e che gli investimenti sui nuovi impianti non prescinderanno dal rispetto per l’ambiente, con un’impronta quindi fortemente green.
Intel, ad esempio, annunciando la realizzazione delle nuove fabbriche USA per i suoi chip ha annunciato che i nuovi siti dovranno essere alimentati al 100% con energie rinnovabili, assicurare un consumo netto di acqua positivo e non inviare rifiuti in discarica.

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