Ring accusata di aver avuto accesso ai video degli utenti non crittografati

L'azienda controllata da Amazon è al centro di alcune polemiche: alcuni dipendenti sarebbero stati in grado di accedere ai video raccolti dai dispositivi Ring.

Poco meno di un anno fa, per un miliardo di dollari Amazon aveva acquisito Ring, azienda specializzata nella progettazione e nella produzione di campanelli smart e telecamere per la videosorveglianza.
I prodotti Ring sono conosciuti ed apprezzati anche se quanto emerso in queste ore getta un’ombra sulle politica di gestione dei dati degli utenti da parte della società.

Si pensi ai campanelli smart: installandoli un utente può ricevere una notifica sul suo smartphone ogniqualvolta qualcuno si presenti dinanzi alla porta di casa o dell’ufficio. Grazie al cloud l’utente può addirittura rispondere al “citofono” da remoto così come se fosse fisicamente presente.

Stando ai risultati delle verifiche compiute da The Intercept e The Information, il personale di Ring avrebbe avuto accesso ai flussi video provenienti dalle telecamere installate sui dispositivi degli utenti. Il materiale sarebbe stato addirittura memorizzato sui server cloud in forma non crittografata e il modus operandi potenzialmente lesivo della privacy degli utenti e dei soggetti terzi sarebbe stato posto in essere dal 2016.

Gli ingegneri e i manager di Ring avrebbero inoltre avuto accesso anche ai flussi “live” provenienti dai device e non solo alle registrazioni acquisite nel corso del tempo.
Non solo. Il personale di Ring in forze in Ucraina avrebbe utilizzato il materiale registrato dai dispositivi installati dai clienti per migliorare il funzionamento dell’intelligenza artificiale.
Si sa infatti che i device Ring sono in grado di differenziare il loro comportamento sulla base delle persone e degli oggetti che vengono inquadrati dalla telecamera: facendo leva su continui interventi umani, Ring avrebbe sfruttato le sequenze filmate per migliorare il modello utilizzato e addestrare efficacemente l’intelligenza artificiale.

Ring, da parte sua, ha rigettato tutte le accuse spiegando di trattare in modo attento e scrupoloso le questioni legate alla sicurezza e alla privacy. Secondo i portavoce di Ring, i video che sarebbero stati utilizzati dal personale dell’azienda per migliorare l’intelligenza artificiale sarebbero solamente quelli pubblicamente condivisi dagli utenti o quelli per il cui utilizzo è stato ottenuto esplicito consenso.
Tolleranza zero per coloro che avessero abusato dei nostri sistemi“, si aggiunge da Ring. “Avvieremo opportune azioni nei confronti di coloro che avessero posto in essere pratiche lesive nei confronti dell’azienda e degli utenti“.

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