Zoom integra la crittografia end-to-end ma alcune funzioni non saranno utilizzabili

Zoom lancia ufficialmente il supporto integrato per la crittografia end-to-end con le chiavi di cifratura generate e conservate sui dispositivi degli utenti finali, non più sui server dell'azienda.

La nota piattaforma per le videoconferenze Zoom ha fatto registrare una crescita vorticosa nel corso dell’ultimo anno. Il suo successo è principalmente ricollegabile ai frequenti aggiornamenti via a via rilasciati dagli sviluppatori che hanno permesso l’introduzione di nuove funzionalità.

Come anticipato nei giorni scorsi (Zoom, in arrivo la crittografia end-to-end. Presentata la nuova piattaforma OnZoom), Zoom ha finalmente fatto propria una soluzione per proteggere i dati degli utenti grazie alla crittografia end-to-end (E2EE).

Fino ad oggi, infatti, le conversazioni online erano crittografate ma le chiavi per decodificare i flussi di dati erano sempre conservate sui server di Zoom.

Da oggi tutti possono attivare la crittografia end-to-end accedendo alle impostazioni di Zoom e abilitarla per ogni singolo meeting online.
Va tenuto presente che i vari invitati non potranno partecipare se a loro volta non avranno attivato la funzione E2EE sui rispettivi account.

Ci sono però anche dei “contro”: scegliendo di usare la cifratura end-to-end si perderà l’accesso ad alcune funzionalità offerte da Zoom.
Gli utenti della piattaforma per le videoconferenze perderanno la possibilità di accedere alla registrazione cloud, di usare le trascrizioni in tempo reale, i sondaggi, le chat private 1:1, le “stanze separate” per separare l’evento in più sessioni distinte (fino a 50), il meccanismo join-before-host che consente ai partecipanti di collegarsi prima dell’organizzatore, le reazioni durante la conferenza basate sull’uso delle emoji.

I portavoce di Zoom hanno voluto chiarire che l’implementazione della E2EE si trova attualmente nella “fase 1”. Successivamente saranno integrate una serie di migliorie fino ad arrivare alla “fase 4”. È quindi altamente probabile che almeno una parte degli strumenti inutilizzabili adesso possano essere reintrodotti successivamente.

I partecipanti non potranno comunque usare soluzioni di telefonia, dispositivi SIP/H.323, configurazioni on-premise, client Lync/Skype.

Una volta che la funzione E2EE è stata attivata, è possibile controllare che Zoom utilizzi effettivamente la crittografia sicura verificando la presenza di uno scudo verde in alto a sinistra. Lo scudo mostrerà un lucchetto se il meeting è crittografato end-to-end.

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