Avast dice stop alla raccolta dei dati degli utenti e chiude la controllata Jumpshot

Dopo le accuse ricevute da più parti, Avast preferisce arrestare definitivamente le attività di Jumpshot, società che elaborava i dati provenienti dall'antimalware e relativi alle operazioni svolte sul web dagli utenti per poi rivenderle a terzi.

Avast ha deciso di chiudere le attività della controllata Jumpshot dopo che le modalità di raccolta dei dati sulla navigazione online degli utenti sono state ripetutamente oggetto di diverse verifiche: Avast nell’occhio del ciclone: la versione free rastrella i dati degli utenti.
I portavoce della società ceca hanno rivelato quest’oggi che Jumpshot non avrà più accesso ai dati relativi alle attività svolte sul web dagli utenti dei software per la sicurezza di Avast e successivamente la controllata cesserà ogni operazione.

Dopo i controlli svolti da Wladimir Palant, in questi giorni tanto si è parlato dell’identificativo univoco che i prodotti gratuiti di Avast assegnano a ogni dispositivo degli utenti.
Sebbene il CEO dell’azienda avesse precedentemente dichiarato che la raccolta dei dati avveniva in forma anonima, è stato dimostrato che Avast e Jumpshot possono risalire ai singoli clic su ciascuna pagina web nell’ambito di ciascuna sessione di navigazione e unire le attività svolte da uno stesso dispositivo in qualsiasi arco temporale.
L’identificativo generato da Avast, infatti, è “persistente” e rimane invariato a meno che l’utente non disinstalli l’antimalware.

Jumpshot, stando a quanto riferito, ha raccolto le informazioni su oltre 100 milioni di dispositivi.
Le informazioni raccolte da Jumpshot elaborando i dati provenienti dall’antimalware Avast, sono stati rivenduti a grandi aziende e marketer per tracciare le abitudini di navigazione, la propensione all’acquisto dei consumatori e i prodotti di maggiore interesse.

Adesso il CEO di Avast Ondrej Vlcek e il consiglio di amministrazione dell’azienda hanno deciso di attivarsi rapidamente decretando la chiusura di Jumpshot, realtà che era stata acquistata nel 2013 e che inizialmente si occupava di tutt’altro, ovvero di software per ottimizzare il funzionamento dei PC (questo il comunicato dell’epoca).

Quando ho assunto il ruolo di CEO di Avast sette mesi fa, ho passato molto tempo a rivalutare ogni parte delle nostre attività“, ha osservato Vlcek. “Durante questo processo, sono giunto alla conclusione che l’attività di raccolta dati non è in linea con le nostre priorità in materia di privacy. Anche se la decisione che abbiamo preso avrà purtroppo un impatto su centinaia di dipendenti di Jumpshot e decine di suoi clienti, è assolutamente la cosa giusta da fare“.

Interessante evidenziare anche come Avast gestisce la scansione del contenuto delle pagine HTTPS: Avast Free: come funziona la scansione dei siti sicuri HTTPS.

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