Bitcoin, la crittovaluta passa a SegWit e modifica il funzionamento del suo protocollo

Quella avviata quest'oggi è la prima importante storica modifica avviata sul funzionamento del protocollo ideato da Satoshi Nakamoto. Di che cosa si tratta e perché cambierà in meglio la crittovaluta più famosa.

C’è fermento, in queste ore, tra i possessori di crittomonete Bitcoin.
Su Bitcoin è stata infatti avviata una delle prime grandi modifiche sul funzionamento del protocollo alla base della moneta elettronica. La maggior parte dei servizi di exchange e i miner hanno infatti approvato il passaggio a SegWit (Segregated Witness) con lo scopo di migliorare la qualità delle transazioni.

Una delle critiche più pesanti che da tempo si è levata nei confronti di Bitcoin è che le transazioni sono divenute sempre più lente tanto che, talvolta, non possono neppure essere concluse correttamente.


Il problema è strettamente connesso con l'”anzianità” di Bitcoin che è stata la vera prima crittomoneta a essere ideata e utilizzata da milioni di utenti in tutto il mondo.
Come abbiamo spiegato nell’articolo dedicato alle blockchain (Blockchain: cos’è, come funziona e perché se ne parla tanto), ogni transazione deve essere certificata dai nodi che compongono la catena. Il volume di dati che devono essere smistati in occasione di ciascuna transazione è divenuto talmente pesante da rallentare l’intero network.

Con l’utilizzo di SegWit, peraltro già abbracciato da altre crittovalute come Litecoin, i dati che certificano la transazione viaggiano ora separatamente e i blocchi non potranno avere dimensioni superiori ai 4 MB.

I nodi che non si adegueranno abbracciando SegWit verranno via a via esclusi dal network Bitcoin.

Nonostante possa sembrare un intervento “per gli addetti ai lavori”, le modifiche apportate a Bitcoin sono epocali. La crittovaluta sarebbe stata a poco a poco abbandonata se le transazioni avessero iniziato a diventare ingestibili o inaffidabili.


Invece, anche grazie alle prese di posizione che si sono assunte, il valore del singolo Bitcoin è cresciuto in un solo mese di oltre il 60% raggiungendo circa i 3.500 euro con il massimo storico che è stato toccato subito dopo ferragosto.

Pensare che un anno fa un Bitcoin valeva 7 volte di meno e due anni fa il suo controvalore era ben 15 volte più basso.

Intanto, secondo i dati di Jon Peddle Research, le attività di mining delle crittomonete avrebbero fatto crescere le vendite delle schede video dedicate del 31%.

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