Divieto smartphone nelle scuole superiori: la nuova circolare del Ministero

Il Ministero dell'Istruzione estende il divieto di smartphone alle superiori per tutelare salute e rendimento, scatenando un acceso dibattito pubblico.
Divieto smartphone nelle scuole superiori: la nuova circolare del Ministero

Negli ultimi mesi, il tema del divieto degli smartphone a scuola è tornato prepotentemente al centro del dibattito pubblico, con un intervento deciso che coinvolge direttamente le scuole superiori d’Italia. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal ministro Valditara, ha infatti annunciato una svolta destinata a lasciare il segno: dal settembre 2025, anche gli istituti superiori dovranno attenersi a una nuova regolamentazione dei dispositivi mobili, già avviata nelle scuole dell’infanzia e secondarie di primo grado. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere un freno alle continue distrazioni e favorire un ambiente di apprendimento più coinvolgente e partecipato, restituendo centralità all’attenzione in classe e alle relazioni umane, spesso messe in secondo piano da un uso indiscriminato della tecnologia.

Una gestione flessibile per valorizzare l’apprendimento digitale

Nonostante il carattere generale del provvedimento, il Ministero ha lasciato intendere che la nuova regolamentazione non si tradurrà in una chiusura totale alla tecnologia in classe. Anzi, sarà possibile utilizzare i dispositivi mobili a fini didattici, ma solo sotto la stretta supervisione degli insegnanti e nell’ambito di progetti specifici. Una scelta che mira a trovare un punto di equilibrio tra disciplina e innovazione, consentendo agli studenti di sviluppare competenze digitali senza perdere di vista l’importanza della concentrazione e del rispetto delle regole.

La responsabilità della corretta applicazione delle nuove disposizioni graverà sui dirigenti scolastici, ai quali spetterà il compito di adattare le linee guida alle diverse realtà territoriali, senza tuttavia ricorrere a sanzioni automatiche. In questo modo, si vuole evitare un approccio punitivo e favorire una cultura della responsabilità condivisa, in linea con le migliori pratiche di istruzione italiana.

Le reazioni tra operatori scolastici e famiglie

Come prevedibile, la decisione ha suscitato reazioni contrastanti tra i diversi attori coinvolti. Da un lato, molti dirigenti e docenti hanno accolto con favore la nuova regolamentazione, ritenendola uno strumento essenziale per contrastare fenomeni di disattenzione e l’abuso dei social network durante le lezioni. Dall’altro, alcune famiglie hanno espresso preoccupazione, sottolineando come lo smartphone rappresenti spesso l’unico canale di comunicazione immediata con i propri figli.

Il dibattito si è quindi ampliato, coinvolgendo anche il tema dell’integrazione consapevole della tecnologia in classe e la necessità di non demonizzare tout court l’apprendimento digitale, ma di promuovere invece un uso consapevole e mirato degli strumenti tecnologici.

Uno sguardo all’Europa e le prospettive future

La scelta italiana si inserisce in un contesto più ampio, che vede già diversi Paesi come Francia, Belgio e Paesi Bassi adottare restrizioni simili, confermando la crescente attenzione verso le direttive europee sulla scuola in materia di benessere e sviluppo cognitivo dei giovani.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha più volte sottolineato i rischi legati a un’esposizione precoce agli schermi, richiamando la necessità di un equilibrio tra innovazione e tutela della salute psicosociale. Le nuove linee guida italiane rappresentano quindi una risposta concreta alle sfide poste dalla modernità, riaffermando il ruolo centrale della scuola come luogo di crescita, confronto e formazione integrale della persona, dove la tecnologia è chiamata a essere un alleato e non un ostacolo.

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