Quanti dispositivi si possono collegare a una rete WiFi

Se una volta i dispositivi WiFi che si collegavano a un router spesso si contavano sulle dita di una mano oggi possono diventare decine, non solo in ambito professionale ma talvolta anche a casa. Quanti dispositivi si possono collegare al router WiFi.
Quanti dispositivi si possono collegare a una rete WiFi

Fino a qualche tempo fa non ci si sarebbe chiesti quanti dispositivi possono essere simultaneamente collegati a un router WiFi.
A una rete WiFi è invece possibile che oggi siano connessi decine di dispositivi, anche completamente diversi l’uno dall’altro: notebook, convertibili, smartphone, tablet, stampanti wireless, smart TV, chiavette Chromecast, Fire TV Stick e similari, TV box, telecamere IP ma anche una vasta schiera di prodotti per l’Internet delle Cose (IoT) come lampadine e prese elettriche intelligenti, termostati e interruttori smart, aspirapolvere e in generale sistemi per la domotica.

La capacità massima che un router WIFi ha per quanto riguarda il collegamento dei dispositivi client è limitata dal numero di indirizzi IP che può gestire. Se si tiene conto del fatto che la maggior parte dei router più diffusi supportano l’utilizzo della subnet mask 255.255.255.0 si può dire che il limite massimo teorico è fissato in 253 dispositivi. Ne abbiamo parlato nell’articolo Subnet mask, cos’è e a che cosa serve.
Si tratta insomma del numero massimo di indirizzi IP privati che il router può complessivamente assegnare ai dispositivi collegati o che può in ogni caso gestire se gli indirizzi venissero attribuiti in maniera statica agendo sul pannello di configurazione di rete di ciascuno di essi: Indirizzo IP: cos’è e come trovarlo.

Tale valore si riferisce però al numero massimo di dispositivi che possono essere gestiti dal router, ad esempio utilizzando anche una connessione cablata. Nella maggior parte dei router WiFi, infatti, sono presenti quattro o al massimo cinque porte Ethernet che possono però essere aumentate servendosi ad esempio di uno switch: Switch Ethernet: cos’è e come funziona. Le nostre FAQ.

Difficilmente il produttore del router permetterà di gestire tanti client collegati simultaneamente via WiFi. Spesso il numero massimo di dispositivi che possono essere connessi al router per ciascuna banda wireless (sui 2,4 e 5 GHz) è pari a 32 (quindi, ad esempio, 32 sui 2,4 GHz e altri 32 sui 5 GHz): per accertarsene è sempre bene controllare le specifiche pubblicate dal produttore del router.

Accedendo al pannello di configurazione web del router WiFi molti dispositivi indicano il numero di client wireless accettati.

C’è poi il problema della banda disponibile: essa viene condivisa tra tutti i dispositivi WiFi. L’aggiunta di ulteriori dispositivi connessi al router comporta inevitabilmente un accesso alla rete più lento per tutti i client: ciò sarà particolarmente evidente se alcuni dei device utilizzano in maniera incisiva la banda di rete disponibile, ad esempio per effettuare download o upload pesanti. Diversamente da ciò che alcuni credono, anche il caricamento di foto e video pesanti o il backup sul cloud di contenuti di grandi dimensioni può influire negativamente anche sulle attività di download da parte di qualunque dispositivo collegato al router, sia via WiFi che mediante cavo Ethernet: L’upload influisce sul download? Come velocizzare la connessione mentre si caricano file pesanti.

L’utilizzo di politiche QoS (Quality of Service) configurabili sul router WiFi o a livello di switch permette di privilegiare (prioritizzare) i trasferimenti di dati più importanti penalizzando temporaneamente quelli che non sono indispensabili in senso stretto: Velocità connessione insoddisfacente: come viene usata la banda.
Soprattutto in ambito aziendale si tratta di un aspetto, questo, che non andrebbe mai sottovalutato. Uno strumento come Ntopng, disponibile anche nella versione Community completamente gratuita, abbinato all’utilizzo di un router o di uno switch che consentano l’abilitazione del “mirroring delle porte” permetterà di capire da vicino quali dispositivi collegati in rete locale generano più traffico, quali tipologie di pacchetti dati vengono trasferite più di frequente e quali programmi, applicazioni e servizi sono usati in maniera più incisiva dagli utenti.

I produttori di router sono arrivati oggi a presentare i loro dispositivi come AX11000 ovvero come device in grado di trasferire dati in modalità WiFi usando le specifiche 802.11ax offrendo fino a 11 Gbps di banda (11000 Mbps).
Tale valore viene però calcolato sommando la banda teoricamente disponibile su tutte le frequenze supportate dal router, sui 2,4 e sui 5 GHz.
C’è quindi tanto marketing dietro a questa scelta: nell’articolo Velocità WiFi ottenibili realisticamente con i vari standard ci soffermiamo proprio sulle prestazioni davvero riscontrabili all’atto pratico usando una connessione wireless ricordando che la banda disponibile sarà comunque ripartita tra tutti i device senza fili connessi.

Un gran numero di dispositivi WiFi concentrati a breve distanza l’uno dall’altro, come in un ufficio o in un’abitazione, genera comunque interferenze che contribuiscono a degradare le prestazioni della rete e, nelle situazioni peggiori, sono causa di cadute di connessione. Il cambio dei canali di comunicazione può aiutare solo nel caso di router WiFi e access point vicini appartenenti ad altri soggetti: Cambiare canale WiFi: qual è il migliore da scegliere.
Negli altri casi può aiutare l’utilizzo in maniera prevalente delle frequenze sui 5 GHz tenendo però in considerazione che l’uso della banda sui 2,4 GHz consente di superare gli ostacoli in maniera più efficace. Allestire una rete mesh WiFi per coprire ogni area interna ed esterna dell’edificio da servire può essere una soluzione definitiva: Rete mesh, cos’è e come funziona.

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