GDDR7 diventa standard: ben 192 GB/s di larghezza di banda

GDDR7 è ufficialmente uno standard: le nuove VRAM per le schede video di prossima generazione possono trasferire fino a 192 GB/s. Il balzo in avanti è in gran parte dovuto al passaggio dalla modulazione NRZ a PAM3. Vediamo cosa significa.
GDDR7 diventa standard: ben 192 GB/s di larghezza di banda

JEDEC è un’organizzazione che sviluppa standard per l’industria dei semiconduttori. Le sue attività principali includono la definizione di specifiche e standard per componenti elettronici, come memoria RAM e altri dispositivi correlati. L’importante novità è che GDDR7 da oggi diventa uno standard ufficialmente approvato: servirà per sostenere il funzionamento delle memorie utilizzate nelle prossime generazioni di schede video di fascia alta (VRAM). Si parla probabilmente, quindi, dei prodotti basati sulle nuove architetture AMD RDNA 4 e NVidia Blackwell (ci torniamo più avanti).

Con GDDR7 ci si attende una larghezza di banda, interamente sfruttabile dalla GPU, incrementata fino a 192 GB/s per il singolo dispositivo. Si tratta di un balzo in avanti davvero significativo se si pensa che le prime schede grafiche GDDR6 furono presentate 6 anni fa.

Allora si parlava dell’architettura Turing della serie RTX 20 di NVidia: le prime GPU RTX 2080 e RTX 2080 Ti fornivano fino a 56 GB/s (14 Gbps); le successive AMD RX 7900 XTX hanno portato la densità a 20 Gbps e la larghezza di banda fino a 80 GB/s. La seguente GDDR6X ha incrementato ancora i valori in gioco: 19 Gbps nel caso della RTX 3080 per arrivare a 23 Gbps nella più recente RTX 4080 SUPER. A livello di specifiche, Micron osserva che è possibile arrivare fino a 24 Gbps con le memorie GDDR6X: ciò significa 96 GB/s per dispositivo.

Come fa GDDR7 ad assicurare fino a 192 GB/s

Come anticipato in precedenza, GDDR7 garantisce un significativo incremento della banda disponibile utilizzando la modulazione PAM3, Pulse Amplitude Modulation 3. Quest’ultima consente di trasmettere 3 bit in due cicli anziché 2 bit in due cicli come avviene invece con la tecnica NRZ (Non-Return-to-Zero) usata nelle memorie GDDR6.

Poiché PAM3 sfrutta tre livelli di segnalazione (-1, 0, +1), si ottiene una maggiore efficienza nella trasmissione dei dati, consentendo di gestire una quantità superiore di informazioni per ciclo di clock e migliorando complessivamente le prestazioni delle memorie.

Questa modifica da sola rappresenta un +50% nell’efficienza di trasmissione dei dati, il che significa che le frequenze di clock base non devono raddoppiare le specifiche di GDDR6. Inoltre, GDDR7 può sfruttare un numero doppio di canali indipendenti (quattro contro i due di GDDR6).

Niente di tutto questo rappresenta propriamente una novità. A luglio 2023, infatti, Samsung ha presentato il primo chip GDDR7 attenendosi alle specifiche fino ad allora in bozza.

Per quando è previsto il debutto di GDDR7

Non è dato sapere, ovviamente, quando i principali produttori di schede video immetteranno sul mercato i loro primi device basati sulle memorie GDDR7. Non è da escludere, tuttavia, un lancio già entro fine 2024. D’altra parte, sia le RTX 30 di NVidia che le RTX 40 sono uscite, rispettivamente, nell’autunno 2020 e nell’autunno 2022. Anche la serie RX 6000 di AMD è arrivata sul mercato a fine 2020, mentre la RX 7000 è giunta esattamente due anni dopo.

È altamente probabile che NVidia rilasci i primi esemplari di GPU Blackwell in anticipo, ma soltanto per il mercato data center. In quel caso, però, l’azienda guidata da Jensen Huang userà VRAM di tipo HBM3E invece delle GDDR7.

Credit immagine in apertura: Samsung.

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