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Nel panorama sempre più complesso della sicurezza informatica, una nuova tecnologia promette di segnare uno spartiacque: Apple ha annunciato la Memory Integrity Enforcement (MIE), presentandola come “il più significativo upgrade alla sicurezza della memoria nella storia dei sistemi operativi consumer”.
L’innovazione è stata svelata insieme ai nuovi iPhone 17 e iPhone Air, modelli che si candidano a diventare un nuovo standard per la protezione dei dati personali contro le minacce sempre più sofisticate del mondo digitale.
La nuova funzionalità Memory Integrity Enforcement, sempre attiva e profondamente integrata nell’architettura dei dispositivi, rappresenta una risposta concreta all’escalation di attacchi condotti da sviluppatori di spyware come Pegasus. L’obiettivo di Apple è quello di innalzare drasticamente gli standard di cybersecurity, proteggendo non solo il cuore del sistema operativo, ma anche oltre settanta processi utente critici, in modo trasparente e senza richiedere interventi manuali da parte dell’utente.
Come funziona la Memory Integrity Enforcement?
Al centro di questa innovazione troviamo la tecnologia Enhanced Memory Tagging Extension (EMTE), un sistema avanzato che consente di monitorare e proteggere costantemente le aree di memoria più sensibili. Il funzionamento di EMTE si basa su un tagging intelligente della memoria, che permette di identificare tempestivamente accessi non autorizzati o tentativi di manipolazione, garantendo così una barriera efficace contro exploit e vulnerabilità che hanno spesso messo in ginocchio i dispositivi mobili negli ultimi anni.
Ma la vera svolta arriva con l’introduzione dei nuovi chip A19 e A19 Pro, progettati specificamente per integrare a livello hardware queste sofisticate misure di sicurezza. L’integrazione hardware-software rappresenta una soluzione all’avanguardia, capace di offrire una protezione continua e proattiva, riducendo al minimo le possibilità di bypass da parte di malware e spyware evoluti.
Consapevole delle esigenze di un’utenza ampia e variegata, la casa di Cupertino non ha dimenticato chi possiede modelli precedenti di iPhone: per questi dispositivi sono stati previsti miglioramenti di sicurezza alternativi, anche se inevitabilmente meno avanzati rispetto a quanto offerto dalla nuova tecnologia di memory tagging.
Il contesto competitivo vede anche altri giganti della tecnologia impegnati nello sviluppo di soluzioni simili. Microsoft, ad esempio, ha introdotto su Windows 11 funzionalità specifiche per l’integrità della memoria, mentre Google ha implementato la Memory Tagging Extension (MTE) di ARM sui suoi dispositivi Pixel più recenti. Tuttavia, secondo Apple, la propria soluzione offre un livello di protezione superiore e, soprattutto, è attiva di default senza alcun impatto sulle prestazioni, una caratteristica che la distingue nettamente dalla concorrenza.