Perché con le memorie LPCAMM2 cambia tutto nei notebook

Grazie all'avvento delle memorie LPCAMM2, i notebook diventano più facilmente aggiornabili e riparabili. Parola di iFixit, che ha smontato il nuovo laptop ThinkPad P1 Gen 7. Il primo in assoluto, nato dalla collaborazione con Micron, a integrare RAM LPCAMM2.

LPCAMM2 (Low-Power Compression-Attached Memory Module 2) è un nuovo standard di memoria RAM presentato da Micron e progettato principalmente per i sistemi “ultraportatili”. I moduli RAM LPCAMM2 utilizzano la memoria LPDDR5X e sono disponibili in tagli da 16 a 64 GB (lo standard permette comunque di arrivare fino a 128 GB). Rispetto ai moduli SODIMM tradizionali, gli LPCAMM2 occupano fino al 64% in meno di spazio, consumano il 61% in meno di energia e offrono prestazioni più veloci fino al 71%. In un altro articolo abbiamo visto cosa sono le memorie LPCAMM2 e perché segnano un importante passo avanti nel settore dei laptop.

iFixit: le memorie LPCAMM2 sono a prova di futuro

In campo informatico non è davvero possibile prevedere le tendenze future. O comunque non certo nel medio-lungo termine. Quante volte vi siete ritrovati tra le mani dispositivi, componenti elettronici e tecnologie che, sulla carta, sembravano promettenti ma che invece hanno perso rapidamente valore, perché trasformatesi in qualcos’altro?

iFixit è un’azienda che si concentra sulla riparazione e sulla promozione del concetto di riparabilità dei dispositivi elettronici. Offre guide di riparazione dettagliate, strumenti specializzati e parti di ricambio per una vasta gamma di dispositivi. La missione principale dell’azienda, nota in tutto il mondo, è quella di educare le persone a ripristinare il funzionamento dei propri dispositivi anziché sostituirli, promuovendo così la sostenibilità e la riduzione dei rifiuti elettronici (RAEE) prodotti ogni anno.

Secondo i tecnici di iFixit, la tecnologia LPCAMM2 avrà – questa volta – davvero il merito di rivoluzionare il mercato dell’hardware su scala globale. Lo standard di memoria, originariamente sviluppato presso i laboratori Dell (le specifiche furono donate all’organizzazione che si occupa di standardizzazione, JEDEC), è infatti totalmente modulare, riparabile e aggiornabile.

Da iFixit si spiega che chi acquista oggi un notebook basato su memorie LPCAMM2 fa una mossa “a prova di futuro”. E per iFixit, questo non è certamente un endorsement “da tutti i giorni”.

Disassemblaggio laptop LPCAMM2

L’immagine sopra riprodotta è tratta dal post di iFixit.

Lenovo ThinkPad P1 Gen 7 è il primo notebook basato su LPCAMM2

Sul tavolo di iFixit è arrivato in anticipo un sistema Lenovo ThinkPad P1 Gen 7. Già sin da ora disponibile sul mercato, si tratta del primo laptop in assoluto a integrare memorie RAM LPCAMM2.

Disassemblando il sistema, un aspetto balza subito agli occhi: macchine come ThinkPad P1 Gen 7 sono evidentemente destinate ad avere vita lunga. Grazie alla modularità delle LPCAMM2, gli utenti potranno infatti sostituire i moduli di memoria che dovessero presentare malfunzionamenti oppure estendere la memoria RAM in modo molto semplice, esattamente come è possibile fare su desktop da tempo immemorabile.

Lenovo ThinkPad P1 Gen 7

È difficile prevedere quanti produttori di notebook saliranno “sul treno” LPCAMM2 ma, secondo iFixit, il destino delle memorie RAM saldate sulla scheda madre e non riparabili in alcun modo, sembra ormai segnato.

Presentato in questo video YouTube, il sistema ThinkPad P1 Gen 7 è attualmente l’unico modello della gamma P1 dotato di memoria LPCAMM2, con una capacità massima supportata di 64 GB. È vero che le versioni basate su SO-DIMM possono spingersi a capacità più elevate, ma la versione Gen 7 permette l’utilizzo di moduli LPDDR5X che funzionano a 7467 MT/s. In un altro articolo abbiamo visto le differenze tra MHz e MT/s.

ThinkPad P1 Gen 7 utilizza uno chassis da 16 pollici con un display OLED (rapporto d’aspetto 16:10). È alimentato da una CPU Intel Core Ultra 9 185H Meteor Lake con GPU integrata, a sua volta affiancabile con una scheda grafica dedicata NVIDIA. La più potente, che gli utenti possono scegliere, è la NVIDIA RTX 3000 Ada.

Perché i produttori saldano le memorie LPDDR

Come osservavamo in precedenza, chiunque abbia mai assemblato un PC desktop o si sia trovato nell’esigenza di aggiornarne la dotazione di memoria RAM, sa bene che i moduli DDR (noti anche come DIMM o Dual In-Line Memory Modules) sono gestibili in modo pratico. Dai sistemi degli utenti privati fino ai server industriali da milioni di dollari, la RAM aggiornabile e sostituibile è un concetto che si dà ormai per scontato.

Per molti anni, anche i produttori di laptop hanno applicato il medesimo approccio: utilizzavano una versione leggermente più compatta (SO-DIMM) dei moduli RAM ampiamente conosciuti, ad esempio, sui PC desktop.

Nei tempi più recenti, tuttavia, si è assistito a una sempre più ampia diffusione di memorie RAM a basso consumo energetico. Di tipo LPDDR, dove “LP” sta ovviamente per low power, queste memorie nascono in primis per smartphone e tablet, dispositivi mobili nei quali la durata della batteria è un parametro di primaria importanza.

Il principale svantaggio delle memorie LPDDR, tuttavia, è che devono essere saldate sulla scheda madre, fisicamente vicine al processore. Questo scenario rende praticamente impossibili le riparazioni e gli aggiornamenti.

Le LPDDR lavorano a tensioni inferiori rispetto alle memorie DDR, offrendo appunto il vantaggio dell’efficienza energetica. Il rovescio della medaglia è che una tensione più bassa rende più complicato preservare l’integrità del segnale tra memoria e processore. Ecco perché questi tipi di memorie sono saldate il più vicino possibile all’unità di elaborazione centrale.

Con le memorie LPCAMM2 cambia tutto

Come suggerisce l’acronimo di LPCAMM2, il chip di memoria risiede in questo caso su una scheda compatta, posta fisicamente molto vicino alla CPU. Unendo l’efficienza e la velocità di LPDDR con un design sottile, leggero, aggiornabile e un’interfaccia direttamente a contatto con il processore, spiega iFixit, gli utenti hanno tra le mani una soluzione portentosa.

Finalmente ci troviamo dinanzi a una memoria per laptop modulare, performante ed efficiente dal punto di vista energetico, utilizzabile su qualunque dispositivo.

Non è quindi più necessario scendere a compromessi perché le LPCAMM2 consentono di rivestire il ruolo delle vecchie SO-DIMM con un ingombro molto più ridotto e migliori condizioni termiche.

La sfida brillantemente vinta dagli ingegneri Dell

Da ultimo, vale la pena sottolineare che – sebbene i primi moduli LPCAMM2 siano firmati Micron e arrivino in un prodotto a marchio Lenovo – questa promettente tecnologia deve la sua esistenza agli ingegneri di Dell. Erano sicuri che la loro proposta avrebbe avuto buone probabilità di diventare uno standard approvato e universalmente diffuso.

Così, hanno scelto di consegnarne tutti i “segreti” a un’organizzazione per la standardizzazione, anziché mantenere LPCAMM una soluzione chiusa e proprietaria. E hanno avuto ragione perché a distanza di pochi anni dalla loro intuizione, le memorie LPCAMM2 hanno potuto fare il loro debutto sul mercato “di massa”.

L’immagine in apertura è di iFixit.

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