Sapete quanto costa gestire un'app di messaggistica? Signal spende 33 milioni l'anno

Signal rivela quanto costa gestire la nota app di messaggistica istantanea rispettosa della privacy e invita gli utenti a fare donazioni.

Esistono tante app per la messaggistica istantanea. Signal, tuttavia, è la più diffusa e utilizzata tra quelle nate per tutelare la privacy degli utenti. L’algoritmo di cifratura end-to-end di Signal, noto come Signal Protocol, è stato adottato da diverse applicazioni di messaggistica per garantire la riservatezza e la sicurezza delle comunicazioni. Nomi quali WhatsApp, Facebook Messenger, Skype e Microsoft Teams hanno scelto proprio di abbracciare la soluzione alla base del funzionamento di Signal per creare un canale di comunicazione sicuro tra mittente e destinatario su ciascuna delle rispettive piattaforme. In un altro articolo abbiamo visto come funziona Signal e cosa lo rende unico.

Vale la pena evidenziare che sebbene le applicazioni di messaggistica citate utilizzino il protocollo Signal per gestire la crittografia end-to-end, la sua implementazione può comunque differire nei dettagli implementativi e nelle funzionalità offerte.

Signal, app messaggistica: quali sono i costi

I capisaldi di Signal

Signal è un’app di messaggistica istantanea, disponibile su diverse piattaforme come Android, iOS, Windows, macOS e Linux. Fondata nel 2013 da Moxie Marlinspike e Brian Acton (co-fondatore di WhatsApp), Signal è diventata nota per essere una delle applicazioni di messaggistica più rispettose in assoluto dei dati personali degli utenti.

L’applicazione adotta un approccio trasparente e collaborativo rendendo disponibile il suo codice sorgente. Ciò consente agli sviluppatori di esaminarlo per garantire che non ci siano backdoor o vulnerabilità. Gli sviluppatori di Signal si impegnano inoltre a proteggere i metadati delle comunicazioni, come la lista dei contatti, i membri di un gruppo e altre informazioni personali.

Il personale di Signal non sa chi ti sta inviando messaggi e non ha alcun accesso alla rubrica personale degli utenti o alle informazioni del loro profilo.

Rispetto a tante big dell’industria, Signal ha deciso fin dall’inizio di mettere alla porta qualunque strumento di monetizzazione basato sui dati degli utenti e sull’osservazione dei loro interessi e preferenze. Reggendosi su di un’organizzazione senza scopo di lucro, inoltre, le attività di Signal non sono guidate da interessi finanziari e non ci sono azionisti da soddisfare. “Non abbiamo investitori o membri del consiglio orientati al profitto che bussano nei momenti difficili, spingendoci a “sacrificare un po’ di privacy” in nome del raggiungimento di obiettivi monetari e di crescita. Ciò è importante in un settore in cui la tecnologia di consumo “gratuita” è quasi sempre sostenuta dalla monetizzazione del comportamento degli utenti e dall’invasione della privacy“, osserva Signal.

Signal costa 14 milioni di dollari all’anno, che cresceranno fino a 50 milioni entro il 2025

In un accorato post, dal titolo “la privacy non ha prezzo ma Signal è costoso“, la fondazione dietro allo sviluppo dell’applicazione prova a coinvolgere e sensibilizzare gli utenti spiegando che per mantenere il funzionamento del software di messaggistica è necessario un investimento annuo di circa 33 milioni di dollari. Stando alle stime sin qui elaborate, i costi potrebbero lievitare significativamente toccando almeno i 50 milioni di dollari entro il 2025. E si tratterebbe di una cifra ancora largamente inferiore rispetto ad altre app di messaggistica popolari che non pongono la stessa enfasi di Signal sul tema della privacy.

I dati sono redditizi, invece la nostra organizzazione no-profit si concentra sulla raccolta del minor numero di dati possibile“, si fa presente da Signal. “Il comportamento di Signal consiste nel crittografare end-to-end tutto ciò che è possibile, archiviando il meno possibile. Il tutto assicurandosi che i messaggi vengano recapitati tempestivamente e che le chiamate siano chiare e prive di ritardi. Lo facciamo sfruttando l’infrastruttura di hosting distribuita a livello globale e pagando quantità significative di larghezza di banda da alcuni dei principali fornitori del mondo“.

Banda, storage, server e servizi di telecomunicazioni costano tanto

Soltanto la banda di rete impegnata da Signal, costa circa 2,8 milioni di dollari l’anno. A quest’importo si aggiungono 2,9 milioni per i server e 1,3 milioni per lo storage dei dati.

Quando si invia un messaggio, infatti, esso viene messo in coda archiviandolo temporaneamente lato server in forma cifrata. Essendo tutti i pacchetti crittografati end-to-end, Signal non può accederne al contenuto. L’applicazione rimuove la copia salvata del messaggio non appena lo stesso risulta consegnato al destinatario o comunque dopo un certo periodo di inattività. Anche se è tutto solo temporaneo, questa memorizzazione di dati costa a Signal circa 1,3 milioni di dollari all’anno. Come indicato in precedenza.

Osserva ancora Signal: “si tratta di un sacco di soldi, anche se sono meno di quanto costerebbe se conservassimo tutto per sempre“.

Ai costi citati in precedenza, si aggiungono 6 milioni di dollari l’anno per le spese legate alla verifica della registrazione degli utenti (invio di SMS ed effettuazione di chiamate), oltre alle spese per i dipendenti (stipendi) e attività connesse che ammontano complessivamente a 19 milioni.

Mettere al centro la privacy è ancora possibile

Signal prosegue con il suo ambizioso obiettivo: quello di dimostrare che realizzare un’app di messaggistica di successo, sostenibile, capace di offrire un degno sostentamento economico per chi vi lavora, è ancora possibile.

La ricetta rimane inalterata: la privacy deve restare centrale, per guardare a un mondo in cui le imprese sono sempre più chiamate ad essere responsabili nei confronti delle persone che utilizzano e fanno affidamento sui loro servizi, senza dover sempre rendere conto agli investitori e senza porsi costantemente alla ricerca infinita di crescita e profitto.

Come avevano già fatto nei giorni scorsi gli sviluppatori di Thunderbird, il noto client email, adesso sono i vertici di Signal a chiedere un sostegno economico volontario agli utenti, sotto forma di donazione.

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