Nascondere IP, ecco come fare

È profondamente errata la convinzione di molti secondo cui la rete Internet offrirebbe, di default, un certo grado di anonimato.

È profondamente errata la convinzione di molti secondo cui la rete Internet offrirebbe, di default, un certo grado di anonimato. Si tratta di una credenza assolutamente falsa perché ogni collegamento che si effettua con un server remoto viene generalmente registrato.
Quando, ad esempio, si visita un qualunque sito, l’indirizzo IP assegnato dal provider Internet in uso (in maniera statica o dinamica) al router, al modem o comunque all’interfaccia di rete, viene rilevato e memorizzato dal server web quindi conservato in un registro (o file di log) insieme con altre informazioni (ad esempio la pagina richiesta dal client).

In Italia, poi, i provider Internet sono obbligati a conservare i log degli accessi per un periodo non inferiore a dodici mesi.

L’indirizzo IP pubblico è quello assegnato dal provider Internet alla scheda di rete del dispositivo col quale ci si connette ad Internet. È pubblico perché, potenzialmente, può essere accessibile da qualunque altro indirizzo IP. Qualunque altro sistema client o server connesso alla rete Internet può infatti a sua volta raggiungere l’IP pubblico assegnato dal provider Internet prescelto al router, al modem, alla scheda di rete o comunque all’interfaccia di rete utilizzata da un dispositivo mobile.
Gli indirizzi IP pubblici fanno parte dello spazio di indirizzamento della rete Internet e sono allocati univocamente. Ogni provider assegna gli IP ai clienti sulla base dei blocchi ottenuti in concessione e l’assegnazione può avvenire in forma dinamica o statica (come spesso accade con i contratti business; vedere Creare un IP statico con DynDNS: si può ed è gratis).
L’IP statico non cambia mai ad ogni collegamento del router/modem mentre l’IP è detto dinamico quando varia ad ogni singola nuova connessione.

Gli indirizzi assegnati dai provider Internet italiani sono per il momento in larga parte IPv4 (quelli “tradizionali”, da 32 bit, composti di quattro gruppi di cifre – in base decimale – separati da un punto) ma molte aziende di telecomunicazioni si sono finalmente attrezzate per erogare anche indirizzi IPv6 (formati da 128 bit e da 8 gruppi di 4 cifre esadecimali).
Il passaggio ad IPv6 sarà sempre più obbligato con l’“esplosione” del fenomeno Internet delle Cose (IoT; HP: bene l’Internet delle Cose ma attenzione alla sicurezza) e della sempre più ampia diffusione dei cosiddetti dispositivi indossabili.
Miliardi di dispositivi connessi alla Rete ed una sempre maggiore domanda di accesso, infatti, implica l’esaurimento dei 4,3 miliardi di indirizzi IPv4 assegnabili a livello mondiale (Tutto pronto per monitorare il giorno di IPv6).
I sistemi operativi più recenti sono già in grado di supportare IPv6; basterà semplicemente assicurarsi che anche il router-modem in uso sia a sua volta compatibile con la nuova versione del protocollo Internet.

Nell’articolo La rete Internet cambia: ecco l'”identikit” di IPv6. Le basi per prepararsi in tempo abbiamo illustrato le principali differenza tra IPv4 ed IPv6.
Nel caso di Telecom Italia, qualora si volesse provare a richiedere, alla connessione, un indirizzo IPv6, basterà utilizzare come nome utente adsl@alice6.it e IPV6@alice6 come password (vedere questa pagina).
Questi dati sostituiscono i classici aliceadsl, aliceadsl oppure nomeazienda@alicebiz.routed e nomeazienda@alicebiz.routed nel caso delle connessioni business con IP statico.

Per sapere in cosa differiscono gli IP privati, utilizzati nell’ambito della rete locale, rispetto a quelli pubblici, è possibile fare riferimento all’articolo di approfondimento 192.168.x.x: perché in rete locale vengono usati questi indirizzi?.

Nascondere IP, perché?

Perché nascondere l’IP quando ci si collega, ad esempio, ad un server remoto o si visita un qualunque sito web?

La scelta può essere dettata innanzi tutto da motivi di privacy ossia dal desiderio di non offrire alcuna informazone circa la propria identità.
Certo, è vero che di per sé l’indirizzo IP (se non a fronte dell’indagine della polizia postale o di altre autorità) non permette di risalire all’identità di una persona o comunque all’intestatario dell’abbonamento ma è altrettanto vero che l’IP può essere combinato con altre informazioni per tracciare l’utente.

Nascondere l’IP e modificarlo potrebbe essere poi dettato dall’esigenza di superare limitazioni geografiche.
Abbiamo infatti visto, nell’articolo Scoprire dove si trova una persona a partire dall’indirizzo IP, come sia possibile stimare la posizione geografica di un individuo semplicemente dall’IP associato alla sua connessione.
Ove non fosse esplicitamente escluso, un utente potrebbe volersi presentare ad un sito web remoto con un IP diverso da quello italiano. Pur trovandosi fisicamente in una delle tante località della nostra Penisola, quindi, lo stesso utente potrà presentarsi ad un server remoto con un IP completamente diverso da quello assegnato dal provider ed addirittura usare un IP straniero.

Nascondere IP con TOR, The Onion Router

Per nascondere l’IP assegnato dal provider e sostituirlo con un altro, lo strumento più ovvio da scegliere è TOR.

Acronimo di The Onion Router, TOR è un sistema di comunicazione che consente di nascondere l’IP reale e che protegge gli utenti dall’analisi del traffico aprendo le porte alla navigazione anonima attraverso l’impiego di un network di onion router (o relay) gestiti da volontari.

Dopo aver installato ed abilitato il client TOR, i pacchetti dati non passano più direttamente da client a server e viceversa ma transitano attraverso dei router che costituiscono un “circuito virtuale” crittografato a strati (da qui il termine “onion” che in italiano è traducibile col termine “cipolla”).

Poiché tutte le informazioni vengono dinamicamente cifrate, nessun osservatore o comunque nessun malintenzionato posto in un qualunque punto del “tragitto”, è in grado di conoscere l’origine o la destinazione dei pacchetti dati.

In termini di indirizzo IP, utenti e server remoti “vedranno” sempre e solo l’IP dell’ultimo relay ossia del nodo di uscita della rete TOR.

Abbiamo illustrato nel dettaglio il funzionamento della rete TOR nei seguenti due nostri articoli:
Anonimato in Rete con TOR: per visitare qualunque sito tutelando la propria privacy
Navigare anonimi online con Chrome

Per chi non volesse prodigarsi nella modifica della configurazione del browser in uso, sia esso Chrome o Firefox, installando ad esempio l’ottima estensione FoxyProxy, la versione di TOR di più semplice utilizzo è quella scaricabile da questa pagina cliccando su Tor Browser.
Basterà cliccare sul sistema operativo utilizzato quindi scegliere il pacchetto Tor Browser e la lingua italiana.

Nascondere IP, ecco come fare

A questo punto, dopo aver estratto il contenuto del pacchetto TOR in una cartella di propria scelta, si potrà avviare il programma facendo doppio clic sul link Start Tor Browser.

Il pacchetto Tor Browser integra la versione più aggiornata del browser Firefox, scevra di qualsivoglia plugin, Flash compreso.
Perché è importante eseguire una versione di Firefox che non faccia uso di alcun plugin?
Perché molti plugin possono connettersi con indirizzi remoti senza aderire alle indicazioni di Firefox e, di conseguenza, mostrando il vero IP usato dall’utente.

Per collegarsi alla rete TOR, basterà cliccare sul pulsante Connetti ed attendere qualche istante.

Nascondere IP, ecco come fare

La comparsa del messaggio seguente all’interno della finestra di Firefox conferma che la connessione con la rete TOR è avvenuta con successo e che tutti i siti web che si visiteranno rileveranno un IP diverso da quello reale (assegnato dal provider Internet).

Nascondere IP, ecco come fare

Per verificarlo, basterà ad esempio aprire una nuova scheda e visitare il sito DNSStuff: tipicamente si leggerà, in alto, un IP straniero e comunque diverso da quello assegnato dal provider Internet di riferimento.

Nascondere IP, ecco come fare

Gli sviluppatori del client TOR si raccomandano di non ampliare al massimo la finestra di navigazione o di richiedere le pagine web nella propria lingua (è preferibile l’inglese).
In questo si contribuirà a diminuire la probabilità che i siti web remoti possano unire le informazioni per individuare in maniera univoca uno stesso client (fingerprinting).

Utilizzare un server VPN di terze parti

Un metodo alternativo per nascondere il proprio indirizzo IP consiste nel ricorrere all’utilizzo di server VPN di terze parti.

Le reti private virtuali o virtual private network (VPN) nascono come strumento per la protezione della riservatezza e dell’integrità dei propri dati mentre si usano connessioni Internet potenzialmente insicure. Una VPN consente di attivare un tunnel virtuale attraverso il quale tutte le informazioni transitano in forma crittografata, anche nel caso in cui queste fossero originariamente scambiate “in chiaro” (ad esempio usando il semplice protocollo HTTP anziché HTTPS):

Reti VPN: differenze tra PPTP, L2TP IPSec e OpenVPN
VPN gratis: ecco le migliori

Abbiamo infatti sempre suggerito l’impiego di servizi VPN nel momento in cui ci si accingesse ad utilizzare una rete WiFi pubblica o, peggio ancora, aperta: Usare WiFi aperte è sicuro? Come proteggersi.

Appoggiandosi a servizi VPN di terze parti, è possibile far sì che ci si possa presentare ad un server remoto utilizzando un IP diverso da quello assegnato dal provider Internet.

Uno dei servizi VPN in assoluto più semplici da utilizzare è sicuramente TunnelBear. Il servizio consente di far transitare gratuitamente almeno 500 MB di traffico ogni mese (chi intendesse utilizzare TunnelBear in maniera intensiva, può attivare uno dei profili a pagamento).
Pubblicando un breve messaggio su Twitter si può ottenere, altrettanto gratuitamente, 1 GB di traffico addizionale (la promozione è rinnovabile di mese in mese).

TunnelBear è installabile come client “stand alone” in Windows o Mac OS X. In alternativa, TunnelBear mette a disposizione le app per i dispositivi mobili Android ed Apple iOS.
Ancora, gli utenti di Chrome hanno la possibilità di scaricare ed installare l’estensione TunnelBear per il browser di Google.

Nell’articolo VPN free con Tunnelbear per Chrome abbiamo spiegato come installare e configurare l’estensione TunnelBear in Chrome.

Nascondere IP, ecco come fare

Nell’articolo che segue, invece, abbiamo illustrato come nascondere l’IP su Android con l’app di TunnelBear:
VPN Android, scambiare dati in sicurezza

TOR dà certamente le migliori garanzie in termini di anonimato (i pacchetti dati transitano attraverso differenti onion routers) ma se ciò che s’intende fare è nascondere il proprio IP sostituendolo, ad esempio, con uno straniero, TunnelBear è uno dei servizi migliori.

Diversamente rispetto alla concorrenza, TunnelBear consente infatti di selezionare da un comodo elenco quale IP utilizzare selezionando uno dei tanti Paesi in elenco.

Nascondere IP, ecco come fare

Dopo aver attivato la VPN di TunnelBear (interruttore “ON”), visitando DNSStuff si vedrà apparire un indirizzo IP totalmente diverso rispetto a quello assegnato dal provider.

Ricordiamo che per controllare l’IP pubblico assegnato dal provider, è sufficiente accedere al sito DNSStuff disattivando TunnelBear (o servizi similari) e non passando attraverso la rete TOR.
In alternativa, nel caso delle connessioni Internet da postazione fissa, si può accedere al pannello di configurazione del router e verificare quanto riportato nella sezione Status (Stato).

Nell’articolo Scaricare gratis app a pagamento per Android avevamo visto come provare un servizio Amazon in anteprima rispetto al lancio italiano.

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