Windows detiene circa il 70% del mercato dei sistemi operativi desktop (fonte: GlobalStats StatCounter, agosto 2025). Tuttavia la soddisfazione degli utenti non è più scontata, tanto che per la prima volta le varie versioni di Windows scendono sotto la soglia del 70%. Windows 11, in particolare, ha sollevato numerose critiche per la gestione degli aggiornamenti, la limitata personalizzazione e la presenza di bloatware, mentre molte tra le principali alternative Linux mostrano come sia possibile godere di un sistema moderno, stabile e flessibile. Linux desktop non ha mai “sfondato”, a differenza degli altri segmenti di mercato: ciononostante, il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno della crescita di Linux in Europa.
Spesso viene da chiedersi perché Microsoft, con Windows 11, sembri ostacolare il proprio interesse. Basterebbe infatti intervenire su alcuni punti critici di Windows 11 per migliorare l’esperienza utente e tornare a rafforzare le quote di mercato. Perché il fatto che la crescita di Windows sia stagnante è certificato da Microsoft stessa nel post “Stay secure with Windows 11, Copilot+ PCs and Windows 365 before support ends for Windows 10“.
A fine giugno 2025, Yusuf Mehdi, Executive Vice President, Consumer Chief Marketing Officer Microsoft, scriveva che “Windows è il sistema operativo più utilizzato, con oltre 1,4 miliardi di dispositivi attivi al mese“. Peccato che nel bilancio Microsoft 2022, datato 24 ottobre 2022 e firmato da Satya Nadella in persona, si legge ancora oggi: “ci sono più di 1,4 miliardi di dispositivi attivi al mese con Windows 10 o Windows 11“. Tradotto: in quasi 3 anni, il numero degli utenti attivi di Windows è rimasto invariato.
Controllo sugli aggiornamenti: quanto c’è da lavorare!
Uno dei problemi più frustranti di Windows 11, parzialmente ereditato da Windows 10, riguarda Windows Update e gli aggiornamenti in generale. Gli aggiornamenti forzati e i riavvii automatici possono compromettere lavori in corso o progetti complessi, causando la perdita di dati e sessioni di lavoro. In ambienti di sviluppo o durante lavori intensivi, questo diventa un ostacolo serio.
Con Windows 10, Microsoft ha introdotto il concetto di Windows-as-a-Service, un sistema operativo che si aggiorna e cambia pelle quasi automaticamente, ricevendo correzioni e aggiornamenti delle funzionalità attraverso Windows Update.
Le impostazioni avanzate di Windows Update consentono di specificare un Orario di attività, all’interno del quale si ha la certezza che il sistema operativo non sarà mai riavviato per procedere con l’applicazione degli aggiornamenti. Ancora, c’è un’opzione che permette di sospendere gli aggiornamenti per “N” giorni.
Perché ricorrere a questi strumenti cervellotici quando invece sarebbe opportuno reintrodurre un sistema che preveda la visualizzazione di una notifica degli aggiornamenti disponibili e metta l’utente in condizione di riavviare la macchina non appena possibile?
Il bello è che Windows 11 (così come Windows 10) integra “sotto il cofano” tutti gli strumenti per disattivare per davvero gli aggiornamenti automatici, abilitare l’esposizione di una notifica al momento della disponibilità degli aggiornamenti, demandando agli utenti la decisione sull’effettiva installazione. Perché non proporre agli utenti, soprattutto ai più esperti, la possibilità di decidere liberamente come gestire gli aggiornamenti di Windows?
Disattivazione degli aggiornamenti forzati di Microsoft Update
Microsoft ha invece preferito proseguire sulla strada battuta fino ad oggi, ponendo tutti gli utenti sullo stesso piano. Come se un utente di Windows 11 Home avesse le stesse necessità e competenze di chi utilizza Windows 11 Pro o Windows 11 Enterprise.
Un’ulteriore riprova è la decisione di forzare l’installazione automatica degli aggiornamenti per le app Microsoft Store, consentendo in via ufficiale soltanto delle sospensioni (come accade di default con Windows Update…).
Ancora una volta, studiando tra le “pieghe” del sistema operativo Microsoft è emerso un modo per disattivare gli aggiornamenti Microsoft Store e applicarli soltanto quando si ritiene più opportuno.
La scelta più saggia sarebbe tornare a fornire agli utenti la possibilità di personalizzare le routine d’installazione degli aggiornamenti Windows.
Hotpatching per tutti, per ridurre la necessità di riavviare il sistema
Perché, puntualmente, è necessario riavviare il sistema per rendere effettive le modifiche applicate dagli aggiornamenti Windows?
Il progetto 0patch, ad esempio, ha brillantemente dimostrato come sia possibile correggere vulnerabilità di sistema “in memoria” senza impattare negativamente sulle prestazioni di Windows e, soprattutto, senza necessità di riavviare.
Ecco, Microsoft ha ripreso anche questo concetto presentando Windows Hotpatching, una funzionalità al momento riservata solo ai clienti Azure e a Windows Server 2025. Grazie a Windows Hotpatching, Microsoft permette di installare gli aggiornamenti di sicurezza in Windows senza riavvio.
È vero che la priorità sono i sistemi enterprise, tuttavia, per raccogliere il favore degli utenti, Microsoft dovrebbe portare Windows Hotpatching su tutte le versioni ed edizioni di Windows 11, non imponendo neppure la finestra di reboot obbligatorio ogni 3 mesi (adesso prevista).
Aggiornamento centralizzato di tutti i software installati
Con l’ottimo Winget, utilità integrata in Windows 11 e installabile in Windows 10, Microsoft si è ispirata ai package manager Linux per consentire la gestione delle applicazioni installate. Non solo quelle Microsoft (Win32 e Microsoft Store) ma anche quelle di sviluppatori di terze parti.
I programmi Windows si installano da riga di comando con Winget e, allo stesso modo, possono essere aggiornati e disinstallati. Una manna dal cielo per chi vuole mantenere il sistema aggiornato, risolvendo vulnerabilità di sicurezza e creando periodicamente un inventario del proprio “parco software”.
Perché confinare Winget alla riga di comando? Uno strumento del genere dovrebbe entrare a pieno titolo nell’interfaccia grafica di Windows e anzi essere proposto a tutte le categorie di utenza.
Prendere ispirazione dai package manager Linux va bene, ma se poi il progetto resta sviluppato a metà si rischia di disaffezionare gli utenti di Windows.
Introdurre nuove possibilità per personalizzare Windows 11 e la sua interfaccia
Windows 11 ha ridotto drasticamente le possibilità di personalizzazione rispetto a Windows 10:
- La barra delle applicazioni è vincolata e non può essere spostata liberamente.
- Il menu Start non è ridimensionabile come prima.
- I temi e widget sono limitati e rigidamente organizzati.
L’utilizzo di strumenti di terze parti consente di spostare la barra delle applicazioni in tutta libertà. Windhawk, per esempio, è uno strumento di modding per Windows, che può alterare o estendere le funzionalità senza modificarne direttamente eseguibili e librerie. Per spostare o ridimensionare elementi dell’interfaccia, Windhawk ottiene l’HWND (Handle to a Window) del controllo da manipolare quindi imposta la nuova posizione e le dimensioni corrette.
Sempre con Windhawk si può personalizzare il menu Start di Windows 11 oppure con un’applicazione come l’ex Classic Shell per Windows 11.
Viene da chiedersi perché fior di designer Microsoft non possano mettere gli utenti nelle condizioni di personalizzare davvero l’interfaccia di Windows 11.
Migliorare la gestione dei widget
In Windows 11 i widget sono confinati in un pannello dedicato, senza possibilità di posizionarli liberamente sul desktop o nella barra delle applicazioni.
Le distribuzioni Linux che li supportano, invece, integrano widget completamente mobili e personalizzabili, permettendo monitoraggi di sistema, calendario, meteo e altro in tempo reale. Una flessibilità che migliora la produttività e l’esperienza utente.
Ancora una volta, è davvero così complicato consentire agli utenti di personalizzare in profondità l’esperienza con i widget? È possibile che nelle impostazioni ci sia soltanto un’opzione per la visualizzazione o la disattivazione dei widget (una volta non c’era nemmeno quella…)?
Capita spesso di spostare il mouse sopra il pulsante dei widget ed ecco che un enorme “tappeto” di informazioni, che molti utenti ritengono superflue, si sovrappone a buona parte del desktop e delle applicazioni in esecuzione.
Comprensibile il fatto che in tanti utilizzino il comando reg add HKLM\SOFTWARE\Policies\Microsoft\Dsh /v AllowNewsAndInterests /t REG_DWORD /d 0 /f
per sbarazzarsi definitivamente dei widget di Windows 11.
Interrompere l’installazione di software inutili
Un’installazione “fresca” di Windows 11 spesso propone applicazioni preinstallate, che possono occupare risorse preziose. Non ci riferiamo ai programmi installati dal produttore del PC ma proprio all'”abitudine” di Windows 11 di caricare programmi aggiuntivi, non richiesti dall’utente e di solito frutto di accordi commerciali siglati da Microsoft per i vari Paesi.
A parte l’eco che si sente con sempre maggiore pressione “passate a Linux, passate a Linux…!” (cosa che può non essere una passeggiata per tanti utenti, soprattutto in ambito business: ne parliamo nell’articolo sulle differenze tra Windows e Linux), l’altro consiglio “gettonato” è installare Windows 11 LTSC. Anzi, in molti suggeriscono Windows 10 LTSC per godere di supporto esteso fino al 2032 nel caso dell’edizione IoT Enterprise.
Il motivo del consiglio è che le edizioni LTSC di Windows 10 e Windows 11 non installano software e componenti potenzialmente superflui perché non includono la Customer Experience Platform.
Fornire agli utenti il controllo sulle applicazioni installate
Nel caso di Windows 11 Pro e Windows 11 Home è possibile evitare che il sistema installi automaticamente software inutile. Ma è necessario farlo con uno script (o con una serie di comandi eseguiti l’uno dopo l’altro) che permetta di impostare una serie di policy a livello del registro di sistema. Lo si può fare, ad esempio, seguendo le indicazioni nell’articolo su come velocizzare e ottimizzare Windows 11.
Guardate questo script: le istruzioni che seguono echo Disattivazione delle app suggerite
, sono proprio quelle che portano alla disattivazione del caricamento automatico, in Windows 11, di app superflue.
A proposito, sapevate che scegliendo Inglese (mondo) come Formato ora e valuta al momento dell’installazione di Windows 11, si evita di ritrovarsi con tante app inutili installate?
Non sarebbe forse meglio consegnare ancora una volta il controllo nelle mani degli utenti finali? Non sarebbe preferibile indicare con trasparenza quali software si suggeriscono di installare, lasciando all’utente decidere se accettarli o meno?
Sarebbe inoltre opportuno prevedere un sistema per disattivare completamente la Customer Experience Platform, la telemetria e rimuovere qualunque programma eventualmente installato in maniera automatizzata?
Spiegare cos’è BitLocker e qual è il suo legame con l’account Microsoft
BitLocker è la tecnologia di crittografia di Windows che protegge i dati sull’unità del dispositivo, rendendoli accessibili solo tramite chiave di ripristino.
Su Windows 11 24H2 e versioni seguenti, l’attivazione avviene automaticamente quando ci si autentica con un account Microsoft, senza richiedere un consenso esplicito. In questo caso, la chiave di ripristino BitLocker è salvata nel cloud e associata all’account Microsoft, consentendo il recupero dei dati in caso di problemi.
Tuttavia, se l’account Microsoft viene eliminato o diventa inaccessibile, il recupero dei file crittografati diventa impossibile, creando un rischio concreto per la disponibilità dei dati personali.
Abbiamo esaminato il problema nell’articolo in cui spieghiamo quando la sicurezza BitLocker su Windows 11 può diventare un rischio per la disponibilità dei dati.
Microsoft dovrebbe informare chiaramente l’utente su BitLocker e sulle chiavi di ripristino durante l’installazione del sistema operativo, ad esempio:
- Mostrando un avviso esplicito durante la fase OOBE (installazione di Windows 11) quando BitLocker è attivato automaticamente, spiegando rischi e benefici.
- Offrendo la possibilità di accettare o rifiutare l’attivazione della crittografia.
- Fornendo un promemoria finale o una schermata di conferma con istruzioni per verificare, salvare o esportare la chiave di ripristino in sicurezza.
- Avvisando l’utente in caso di cambiamento o eliminazione dell’account Microsoft, evidenziando che l’accesso ai dati crittografati potrebbe diventare impossibile senza la chiave.
In pratica, trasparenza e conferma attiva dovrebbero accompagnare l’eventuale abilitazione di BitLocker per garantire sicurezza senza compromettere la disponibilità dei dati.
Migliorare le prestazioni del menu contestuale di Windows 11
Il menu contestuale di Windows 11 evidenzia lentezza e una certa mancanza di opzioni rispetto a Windows 10.
In un nostro approfondimento, abbiamo spiegato cosa fare quando il menu del tasto destro di Windows 11 diventa lento o inutilizzabile. Il fatto è che l’aggiunta di nuove voci, spesso caricate da applicazioni di terze parti, può essere la causa del problema. A volte di non immediata individuazione.
In Windows 11, Microsoft ha introdotto un doppio livello di menu contestuale, con Mostra altre opzioni che fa accedere allo storico menu del tasto destro di Windows 10.
Non riteniamo che questa sia la direzione giusta. Pensiamo che il menu contestuale debba essere uno solo e siamo convinti che Windows debba fornire non solo gli strumenti per personalizzare il contenuto di tale menu ma anche rilevare eventuali problemi prestazionali o, peggio, situazioni che ingenerano un crash dell’intera shell (explorer.exe
).
Esplora file non è più quello di una volta
Lavorando con Windows 11, capita spesso di rilevare un Esplora file meno reattivo e spesso instabile rispetto a Windows 10. Operazioni su file grandi, navigazione tra cartelle e apertura di schede presentano rallentamenti. Se si prendono in considerazione file manager Linux, il confronto è impietoso: offrono prestazioni superiori con un utilizzo minimo di risorse. Migliorare l’efficienza di Esplora file in Windows 11 è quindi una priorità.
È mai possibile che premendo F11
per ingrandire qualunque finestra di Esplora file quindi di nuovo lo stesso tasto per tornare alla visualizzazione normale, le cartelle con tanti file che prima faticavano a caricarsi diventino fulminee? Meraviglie in fatto di design: ne parliamo nell’articolo sulle 10 cose assurde di Windows 11 da conoscere assolutamente.
Va bene insomma aggiungere funzionalità utili a Esplora file come le Azioni AI, che permettono di modificare “al volo” foto e immagini. Non si dovrebbe però mai smettere di seguire la stella polare delle prestazioni.