Il Ministero della Cultura danese ha recentemente presentato una proposta legislativa destinata a sollevare accesi dibattiti sulla libertà digitale, con l’obiettivo dichiarato di aggiornare le norme sulla protezione del diritto d’autore e combattere la pirateria online.
Al centro di questo disegno di legge, attualmente in fase di consultazione pubblica, vi sono misure specifiche che mirano a limitare l’uso delle Reti Virtuali Private (VPN) e di altre soluzioni tecniche utilizzate per accedere ai contenuti media.
La proposta ha immediatamente attirato l’attenzione degli esperti di diritti digitali, i quali temono che il governo stia criminalizzando strumenti legittimi di protezione della privacy nel tentativo di salvaguardare gli interessi dei detentori di copyright.
Cosa cambia con la nuova legge
La nuova normativa intende rendere la legge sul copyright “tecnologicamente neutrale“, adattandola a un contesto in cui la pirateria non avviene più tramite decoder fisici, ma attraverso software e servizi online.
Se il testo venisse approvato nella sua forma attuale, con entrata in vigore prevista per il 1 luglio 2026, diventerebbe illegale non solo vendere, ma anche possedere, installare o utilizzare qualsiasi soluzione tecnica finalizzata a ottenere accesso non autorizzato a contenuti protetti.
Il disegno di legge cita esplicitamente il divieto di utilizzare connessioni VPN per accedere a contenuti multimediali che non sarebbero altrimenti disponibili in Danimarca o per aggirare i blocchi imposti ai siti web illegali.
Sebbene il Ministro della Cultura Jakob Engel-Schmidt abbia definito le critiche “fake news“, sostenendo che la legge mira solo a impedire lo streaming illegale di eventi sportivi senza pagare, il testo legislativo è formulato in modo molto ampio.
Gli esperti legali avvertono che la vaghezza della norma potrebbe rendere punibile con sanzioni pecuniarie anche l’uso di una VPN per accedere legittimamente a cataloghi esteri di servizi streaming regolarmente pagati.
L’elefante nella stanza: Chat Control
Le rassicurazioni del ministro non sono bastate a placare lo scetticismo, soprattutto perché questa mossa viene letta alla luce di un contesto politico più ampio.
Molti osservatori sottolineano come la Danimarca abbia fornito un forte sostegno al controverso progetto di direttiva europea noto come Chat Control, alimentando il sospetto che il paese stia virando verso politiche sempre più restrittive della privacy e della libertà di internet.
I critici vedono un modello preoccupante in queste iniziative governative, suggerendo che la lotta alla pirateria possa diventare un pretesto per limitare gli strumenti di anonimato digitale. Jesper Lund, presidente dell’associazione IT-Politisk Forening, ha descritto la proposta come inquietante e dotata di un “sentore totalitario“, sottolineando come non esistano precedenti in altri paesi democratici che abbiano tentato di rendere illegale l’uso delle VPN per accedere a siti web chiusi.