Microsoft ha raggiunto un nuovo traguardo storico, diventando la seconda azienda al mondo, dopo NVidia, a superare la soglia dei 4.000 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato. Questo risultato arriva in un contesto di forti performance finanziarie, crescita esplosiva del settore cloud, massicci investimenti in intelligenza artificiale e… l’imminente fine del supporto per Windows 10, che potrebbe innescare una nuova ondata di aggiornamenti hardware e software a livello globale.
Crescita a doppia cifra: numeri record per l’anno fiscale 2025
Nel corso dell’anno fiscale chiuso il 30 giugno 2025, Microsoft ha registrato un fatturato annuo di 281,7 miliardi di dollari, segnando una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Il margine operativo ha raggiunto i 128,5 miliardi di dollari (+17%), mentre l’utile netto si è attestato a 101,8 miliardi di dollari, in crescita del 16% su base annua. Si tratta di dati che confermano l’efficacia della strategia di diversificazione dell’azienda e la solidità del suo modello di business.
Il comparto cloud continua a rappresentare la spina dorsale della crescita: ne era convinto Satya Nadella fin dal suo primo insediamento alla guida della società di Redmond.
La piattaforma Azure ha superato i 75 miliardi di dollari di fatturato annuale, con un incremento del 34% su base annua, alimentato dalla domanda trasversale per tutti i carichi di lavoro aziendali, dal calcolo distribuito alle soluzioni AI-based.
AI integrata e sinergie con OpenAI
Uno dei motori principali della crescita di Microsoft è senza dubbio l’ecosistema AI. Microsoft ha integrato tecnologie di intelligenza artificiale generativa in tutte le sue soluzioni strategiche: da Microsoft 365 a Windows 11, passando per il browser Edge e gli strumenti per sviluppatori su Azure.
Il cuore della trasformazione verte sulla suite Copilot, che sfrutta i modelli generativi di OpenAI per potenziare produttività, creatività e automazione intelligente.
La collaborazione con OpenAI è duplice: Microsoft fornisce l’infrastruttura cloud necessaria per l’addestramento e l’erogazione dei modelli di IA generativa, mentre integra direttamente i modelli nei suoi prodotti. Secondo fonti CNBC, OpenAI ha ottenuto circa 10 miliardi di dollari di fatturato annuo, beneficiando fortemente della sinergia con Redmond.
La società guidata da Nadella, tuttavia, sta contemporaneamente investendo in autonomia sulle soluzioni AI, in modo da svincolarsi dai fornitori terzi in ottica futura. Ricordiamo ad esempio la serie Phi di modelli linguistici avanzati e il super-modello in fase di sviluppo noto come MAI-01, pensato per competere direttamente con GPT-4 e Gemini.
Investimenti senza precedenti: Microsoft mette sul piatto 80 miliardi per l’IA nel 2025
Per sostenere l’espansione sul versante AI e rispondere alla domanda crescente da parte di clienti aziendali e consumer, Microsoft ha annunciato un piano d’investimento da 80 miliardi di dollari nel solo 2025 destinato all’infrastruttura al servizio delle soluzioni di intelligenza artificiale e allo sviluppo di nuovi modelli. Nonostante l’aggressività della spesa, le stime interne indicano che la domanda supererà ancora l’offerta, rendendo la società particolarmente appetibile per gli investitori.
Windows 11 in rampa di lancio: il fine supporto di Windows 10 spinge il mercato
Sembrerebbe controintuitivo, eppure un altro fattore destinato ad avere impatti rilevanti sull’ecosistema Microsoft è la fine del supporto a Windows 10, fissata per il 14 ottobre 2025.
Sì, è vero che gli utenti consumer, i privati, i professionisti che non hanno contratti particolari con Microsoft potranno beneficiare di un ulteriore anno di supporto Windows 10 gratuito (programma ESU, Extended Security Updates) ma la scadenza di metà ottobre prossimo rappresenta un vero e proprio punto di svolta per imprese e Pubbliche Amministrazioni.
L’impatto economico a breve termine è ancora incerto, ma la valutazione degli analisti è che l’addio a Windows 10 in ambito business possa generare una nuova ondata di acquisti di PC e licenze, con riflessi positivi sull’intero comparto Windows.
Stabilità geopolitica: Microsoft immune alle tensioni USA-Cina
A differenza di altri colossi statunitensi dell’hi-tech come Apple, AMD e NVidia, Microsoft sembra meno esposta alle tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino. L’azienda non è stata costretta a delocalizzare la produzione né a riconfigurare drasticamente le proprie catene logistiche per evitare dazi o restrizioni. Questo la rende più stabile sul piano operativo e meno vulnerabile a turbolenze politico-commerciali.
Conclusioni: un colosso in espansione
Nonostante alcuni “svarioni” che si sono susseguiti negli ultimi anni, specialmente con un Windows 11 che non decolla e con una gestione degli account utente che spesso lascia a desiderare, Microsoft rimane un colosso in continua espansione.
Come raccontavamo in un altro articolo, la crescita di Windows è al palo, è vero. Ma Microsoft, ormai, non guadagna più dalle licenze di Windows bensì dall’ecosistema cloud che gli gira intorno. Guadagna da Linux, addirittura, perché il maggior numero di macchine virtuali in esecuzione su Azure sono proprio basate sul pinguino. Trae vantaggio dall’open source, del quale l’azienda è divenuta strenua sostenitrice. Dall’AI, che sarà sempre più centrale e che probabilmente porterà ad avere un futuro Windows sempre più basato sul cloud.
Microsoft si trova oggi in una posizione vantaggiosa: sta investendo convintamente nell’AI applicata, è uno dei principali player nel settore cloud con Azure, mantiene un ruolo chiave nel desktop computing ed è impegnata in una strategia di indipendenza tecnologica che guarda oltre la partnership con OpenAI. Con una capitalizzazione da oltre 4.000 miliardi di dollari, l’azienda si candida a giocare un ruolo sempre centrale nell’evoluzione dell’IT globale.