Modem fibra: quando usarne uno alternativo e come sceglierlo

Due parole sulla scelta del modem fibra da sostituire a quello del provider: perché guardarsi intorno e quali caratteristiche verificare.

A dispetto della battaglia che è stata condotta in materia di modem libero con riferimento alla possibilità, da parte di utenti privati e business, di scegliere liberamente il router da utilizzare con la connessione di rete attivata presso uno dei tanti operatori di telecomunicazioni italiani, sono ancora tanti – oggi – i provider che tendono a propinare i loro dispositivi ai clienti. Per invogliare gli utenti a sottoscrivere l’offerta, si dice che il modem router è incluso gratis nell’abbonamento quando in realtà, anche esaminando le condizioni dell’abbonamento, è facile scoprire qual è il canone mensile di noleggio o acquisto del dispositivo.

Con la delibera n. 348/18/CONS AGCOM ha stabilito che l’utente finale abbonato di qualunque operatore di telecomunicazioni ha la facoltà di scegliere e installare un modem router di proprietà anziché essere obbligato a usare il terminale propostogli.
All’attivazione di un abbonamento, quindi, è facoltà dell’utente decidere se usare un modem router già in suo possesso attivando un’offerta che non ne preveda la fornitura da parte del provider.
Prima di procedere con l’acquisto è ovviamente fondamentale verificare che il dispositivo in proprio possesso che s’intende utilizzare soddisfi i requisiti tecnici minimi richiesti dal gestore.

Ancora in questi giorni, a distanza di quasi un anno e mezzo dall’approvazione della delibera AGCOM, ci è capitato di vedere provider che, almeno online, non offrono la possibilità di attivare offerte di connettività che non prevedono la fornitura del modem. In un caso, addirittura, ci siamo accorti che cercando di premere il pulsante Rimuovi per l’eliminazione del modem router, non soltanto non veniva applicato alcuno sconto sul canone mensile ma lo stesso dispositivo veniva automaticamente reinserito in fase di invio dell’ordine.
Sempre bene contattare telefonicamente i singoli operatori e chiedere lumi sulle offerte e sui relativi costi delle proposte di abbonamento senza modem router.

Già a luglio 2019 AGCOM stessa certificava come le disposizioni contenute nella delibera fossero ancora largamente disattese da molti operatori: Modem libero: alcuni operatori di telecomunicazioni non si sono ancora adeguati.

AGCOM ha fatto presente che la delibera è intervenuta anche sui contratti in essere, con una specifica disposizione nei casi in cui tale apparecchiatura era fornita a titolo oneroso. A fronte del ricorso al TAR del Lazio di un operatore (TIM, n.d.r.), tale disposizione è attualmente sub iudice e, pertanto, ancora inattuata“, ha fatto presente l’Autorità.
Il 23 ottobre 2019, dinanzi ai giudici del TAR laziale, si è discusso il ricorso e la sentenza è stata resa nota in data 29 gennaio 2020 (cercare a questo indirizzo inserendo “2018” come anno e “12197” come numero del ricorso).
La delibera AGCOM, dopo il parere favorevole del TAR del Lazio, assume pieno valore anche per i contratti in essere come spiegato nell’articolo Modem libero: chi sta pagando deve ricevere un’offerta alternativa.
Chi il modem router lo sta pagando dovrà quindi ricevere un’offerta alternativa oppure avere piena facoltà per restituire il modem e cessare l’abbonamento in essere senza pagare ulteriori canoni.

Quando e perché usare un modem fibra alternativo rispetto a quello del provider

In tanti anni abbiamo parlato abbondantemente di modem router alternativi nelle pagine de IlSoftware.it. Riassumiamo quelli che possono essere i motivi per scegliere un modem fibra di terze parti al posto di quello proposto dagli operatori.

1) Evitare di pagare a peso d’oro un modem che vale molto meno di ciò che si sta pagando

Che il modem router offerto dal provider sia acquistato a rate mensili in fattura oppure fornito a noleggio, basta moltiplicare quanto si sta pagando per il numero dei mesi per ottenere il costo che, alla fine, si sarà sostenuto. Tale importo è solitamente molto più elevato rispetto ai modem router top di gamma dei principali produttori, che offrono tra l’altro caratteristiche avanzate. Chi avesse stipulato offerte con canone di noleggio, spesso ancora oggi sta pagando rate per dispositivi forniti anni fa.

2) Se non ci si fida di ciò che fa il provider con la telegestione

Gli operatori di telecomunicazioni hanno la possibilità di intervenire sulla configurazione dei modem router che forniscono agli utenti installando aggiornamenti e impostando regole “ad hoc”. Possono anche fare traffic shaping anche se questi interventi non vengono applicati, solitamente, sui dispositivi degli abbonati: Velocità Internet limitata dal provider: ecco come scoprirlo.
Ad ogni modo, se l’idea che un soggetto terzo possa modificare la configurazione del modem router non vi andasse a genio, allora scegliere un modem fibra alternativo consente di gestire tutte le impostazioni in proprio e in piena libertà.

3) Perché la gestione del NAT spesso non è all’altezza delle aspettative

La tecnica Network Address Translation (abbreviato, NAT) consiste nel modificare gli indirizzi IP contenuti negli header dei pacchetti dati in transito. Detto in parole semplici, l’indirizzo IP pubblico (statico o dinamico) assegnato dal provider Internet al modem router viene condiviso da tutti i dispositivi collegati alla rete locale (via cavo Ethernet o WiFi). Il NAT è il meccanismo che permette di discernere il traffico diretto o proveniente da un certo dispositivo connesso alla LAN da quello appartenente a tutti gli altri.

I modem fibra alternativi consentono di gestire in maniera più puntuale i dispositivi connessi alla rete locale, attivare l’inoltro del traffico sulle varie porte (port forwarding e port triggering: Port forwarding, cos’è e qual è la differenza con il port triggering) con regole granulari e molto precise, definire politiche avanzate per la qualità del servizio (QoS) prioritizzando determinate tipologie di traffico e, addirittura, configurare VLAN per la segmentazione della rete locale (VLAN: cosa sono, come usarle e perché).

Le ultime due possibilità risultano particolarmente utili in ambito business perché consentono di penalizzare trasferimenti di dati che sono meno importanti rispetto ad altri, di assicurare un livello minimo di servizio e di separare porzioni della rete anche ai fini della sicurezza.

4) Presenza di client e server VPN

Alcuni modem router più evoluti non soltanto offrono la possibilità di stabilire la connessione verso un server VPN remoto (si pensi a un’azienda distribuita su più uffici e filiali) ma permettono anche di accettare connessioni VPN (verificare il supporto del protocollo OpenVPN; vedere questi articoli). Un server VPN consente di collegarsi al proprio ufficio (ma anche alla rete di casa) in maniera sicura ovunque ci si trovi e, ad esempio, accedere alle risorse condivise in LAN anche a migliaia di chilometri di distanza.
Anche sui modem router più vecchi, aggiornati con il firmware custom DD-WRT (vedere questi articoli), è possibile configurare e attivare un server VPN OpenVPN.

5) Firewall ben lungi dall’essere perfetto

Buona parte dei modem router forniti dagli operatori integrano firewall di base il cui comportamento non risulta personalizzabile da parte degli utenti. Vedere Router, le operazioni da fare per renderlo sicuro.

6) Migliorare la copertura della rete wireless

Diversi modem router offerti dai provider italiani consentono di attivare WiFi (spesso anche sulle banda di frequenza dei 2,4 e dei 5 GHz) con il segnale che difficilmente garantisce il raggio di copertura auspicato.
I migliori modem router sulla piazza, invece, usano tecnologie per il corretto direzionamento del segnale (beamforming) e per scongiurare situazioni di congestione, con una scelta automatica e dinamica delle frequenze e un’assegnazione ottimale delle risorse disponibili ai dispositivi client (MU-MIMO, Che cos’è MU-MIMO e può davvero migliorare la connessione WiFi?).

7) Reti guest più sicure

Le reti guest sono lo strumento migliore per collegare dispositivi di utenti terzi alla propria rete WiFi senza che possano avere visibilità sulla LAN principale e sui client ad essa connessi: Come collegare dispositivi insicuri o non affidabili alla rete locale.
Il fatto è che alcuni modelli di modem router forniti dai provider Internet permettono sì la creazione di reti guest ma gli utenti a queste connessi hanno visibilità sulla LAN principale.
Provare per credere e ovviamente massima attenzione: Reti WiFi guest: attenzione a come si condivide la connessione.

8) Gestione VoIP avanzata

Con le offerte di connettività su fibra ottica, la fonia è veicolata dall’operatore di telecomunicazioni via VoIP. Usando apparati propri, è possibile fruire di un centralino evoluto, di attivare segreteria telefonica, blacklist, di abilitare risponditori automatici, di trasferire le chiamate e molto altro ancora. Tutte possibilità che spesso mancano all’appello sui dispositivi forniti dai provider.

Come scegliere un modem fibra

In commercio ci sono modem xDSL (che supportano sia connessioni ADSL/ADSL2+ che VDSL su fibra ottica, anche soltanto fino all’armadio stradale quindi non soltanto con architettura FTTH ma anche FTTC/FTTE) o prodotti VDSL/EVDSL puri.

Innanzi tutto, se si volesse sostituire il dispositivo dell’operatore di telecomunicazioni con un proprio device, bisognerà orientarsi sui router con modem integrato, capaci cioè di negoziare la connessione con gli apparati DSLAM remoti.

Per secondo, è fondamentale controllare i profili supportati dal modem router: una linea che con il profilo 17b non raggiunge i 100 Mbps con il profilo 35b usato nel caso di EVDSL (Enhanced VDSL) lo farà (fino a 200 Mbps in downstream): vedere Cos’è il profilo 35b per la fibra ottica FTTC e come funziona.
Nel caso di connessioni FTTH il router scelto deve di solito invece disporre di un’interfaccia di rete WAN di tipo Gigabit Ethernet Full-Duplex Auto-Sensing con supporto per il protocollo IEEE 802.1q.

Dicevamo in precedenza che la fonia sulle linee in fibra viene gestita via VoIP abbandonando la storica telefonica analogica: è quindi necessario attrezzarsi con un dispositivo di ultima generazione che supporta la connessione diretta di telefoni o di una base DECT per esempio. Diversamente, bisognerà collegare a valle un dispositivo VoIP capace di collegarsi in maniera autonoma al server SIP dell’operatore di telecomunicazioni oppure un centralino.
Fino a qualche tempo fa il problema consisteva nel recuperare i dati per utilizzare la linea VoIP: i provider non fornivano tali informazioni e con un po’ di tenacia era comunque possibile recuperarli per altre vie.

Oggi, dopo le resistenze iniziali, proprio grazie alla delibera AGCOM n. 348/18/CONS, tutti i principali provider stanno fornendo anche le informazioni per l’utilizzo del servizio VoIP.
Questa pagina mantenuta aggiornata da AVM fornisce i link verso le pagine degli operatori contenenti le informazioni per configurare linea e utenze VoIP.

La pagina di riferimento di TIM, ad esempio, è questa, quella di Vodafone questa, quella di Fastweb quest’altra.

Le credenziali di accesso (nome utente e password) possono essere richieste ai rispettivi servizi di assistenza clienti mentre informazioni come SIP proxy, porta proxy SIP e protocollo di trasporto vengono indicate pubblicamente.
Nel caso dell’ex monopolista, usando l’app Telefono di TIM, è possibile legge in chiaro username e password: Parametri VoIP TIM disponibili anche sull’app Telefono: ecco come recuperarli.

Nelle pagine di riferimento dei vari operatori sono presenti le informazioni per configurare la sezione Internet/WAN del modem router (VPI/VCI, incapsulamento, nome utente e password da inserire). La connessione dovrà essere impostata come “Sempre accesa/attiva“.

Sul versante WiFi è consigliabile optare oggi almeno per un router AC (802.11ac) anche se ormai ha senso investire su un dispositivo compatibile WiFi 6 (802.11ax): vedere WiFi 6, le novità della prossima generazione e Come aggiornare i propri PC a WiFi 6.
A settembre la WiFi Alliance ha pubblicato la lista dei primi dispositivi certificati WiFi 6: WiFi 6: avviato il programma di certificazione. Ecco i primi dispositivi.
Qui una selezione dei primi router WiFi 6 802.11 ax, prodotti che offrono performance di primo livello anche se ancora piuttosto costosi.

Infine, la presenza di porte USB consente l’eventuale connessione di dispositivi di storage da condividere all’interno della rete locale e, in alcuni casi, di collegare modem 4G/LTE esterni da usare automaticamente come backup nel caso in cui l’accesso da postazione fissa dovesse avere qualche temporaneo problema.

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